Laura Antonelli trovata dalla domestica nella sua casa di Ladispoli, stesa probabilmente da un infarto. Questo è l’epilogo di uno dei volti più noti del bel cinema italiano. Insieme ai film della commedia sexy indimenticabili anche le grane giudiziarie negli anni ’90 per possesso o per spaccio, neanche i giudici seppero distinguere, di cocaina.

Ricordiamo le sue collaborazioni con Chabrol, con Visconti, con molti importanti nomi, ma ricordiamo soprattutto le lunghe sequenze di nudo, d’autore o no, che videro protagonista la sua impalpabile semplicità, le sottilissime linee del suo corpo inarrivabile dalle lunghe dita dello spettatore, eppure così vicino e palpitante.

Se Gloria Guida era la liceale più bionda ed Edwige Feneh la musa inquadrata più da vicino, Laura Antonelli era la più fresca e spontaneamente erotica che muoveva il frenetico applauso del cinema sexy.

Nonostante gli eccessi tra chirurgia estetica e stupefacenti, la immaginiamo settantatreenne nella sua villa, con le mani tremule attaccate alla vita mortale mentre inspira l’ultimo sale terreno tra gli sguardi della solitudine. Naturalmente nuda, naturalmente bella.