Dietro la “faccia d’angelo” del primo lungometraggio di Vanessa Filho non c’è l’Alain Delon protagonista di Frank Costello faccia d’angelo, polar firmato da Jean-Pierre Melville. Angel Face è il nomignolo con cui Marlène (Marion Cotillard) chiama spesso la figlia Elli (Ayline Aksoy-Etaix), una bambina di otto anni destinata a bruciare in fretta le tappe di un’esistenza tutt’altro che angelica.
Marlène vive con Elli in una cittadina della costa francese ed è prossima alle nozze con Jean (Stéphane Rideau), un uomo che potrebbe portare serenità in casa. Ma Il tradimento di Marlène segna il punto di non ritorno da un viaggio fatto di abbandoni, assenze e fallimenti, mentre Elli conosce Julio (Alban Lenoir), un giovane appassionato di tuffi.
Se in Un Sogno Chiamato Florida il regista Sean Baker colloca i personaggi in uno sgangherato motel nei dintorni di Disneyworld, in Angel Face madre e figlia condividono per necessità un umile appartamento vicino al luna park di periferia che Elli ama frequentare. La bambina si ritrova spesso in balia degli eventi, vittima della mondanità che attrae Marlène come una calamita: la donna preferisce, infatti, un altro “parco divertimenti”, fatto di alcool, discoteche e ville private.
La sceneggiatura di Angel Face restituisce l’idea del pesante fardello che alcuni individui portano con sé fin dalla nascita per cause di forza maggiore. Ma a differenza dell’opera di Baker, in cui lo sguardo privo di pregiudizi e il tono documentaristico formano un amalgama equilibrato, nella pellicola della Filho la debole e quasi apatica scrittura contrasta la ricercatezza nella composizione dell’inquadratura.
Tra primi piani a profusione e camera a mano in stile Dardenne, l’onnipresente Cotillard, incastrata in una recitazione a tratti sopra le righe, deve comunque lasciare spazio alla spontaneità di Aksoy-Etaix. Precoce baby-sitter di una madre indisciplinata e lasciva, la piccola interpretata dall’attrice esordiente lascia intuire l’inconscio bisogno di una figura maschile. Forse il solitario Frank Costello avrebbe apprezzato la malinconia di Elli.