La tv tedesca fino a poco tempo fa proponeva gli inseguimenti al limite del reale di Squadra Speciale Cobra 11 e il trench de L’Ispettore Derrick, senza dimenticare la dubbia qualità di Josephine, Ange Gardien, che intrattenevano nel senso più elementare del termine e nulla più. Alle prime occasioni di co-produzioni originali di Netflix, Sky e SundanceTv, però, sono riusciti a proporre piccoli gioielli televisivi come Dark, Babylon Berlin e Deutschland 83. Se noi italiani su Netflix abbiamo adattato un film con Suburra La Serie e ci rifaremo ancora alla cronaca con Baby, in Germania hanno preferito rimboccarsi le maniche e sperimentare, proponendo prodotti di genere molto diverso che hanno in comune il far riscoprire il piacere della serialità pura, dell’appuntamento settimanale, del cliffhanger, del gustarsi un episodio alla volta vivendo nell’attesa del seguente, pur se disponibili tutti insieme.
Se Babylon Berlin e Deutschland 83 sono accomunate dalla commistione di elemento storico e tratti spionistici, Dark è un concentrato soprannaturale che mette insieme atmosfere da Twin Peaks, Stranger Things, Wayward Pines e The Leftovers. Le prime due sono andate in onda su Sky Atlantic HD per essere messe a disposizione degli abbonati in anticipo la prima su Sky Box Sets, la seconda in seguito su Amazon Prime Video Italia. Dark invece si può trovare tutta su Netflix.
Babylon Berlin, prodotta da X-Filme Creative Pool insieme a Degeto Film, Sky Deutschland e Beta Film, si basa sui libri di Volker Kutscher, le cui trame spaziano dal 1929 al 1934. Al centro da un lato l’ispettore di polizia Gereon Rath, trasferito dalla città di Colonia alla capitale per indagare su un ricatto, dall’altro Charlotte Ritter, impiegata tra mille lavoretti, alcuni non del tutto legali, che sogna di entrare in polizia e di essere ancor più indipendente. Entrambi con un passato familiare doloroso e complicato alle spalle, le loro strade si intersecheranno in modi inaspettati, scoprendo punti di contatto, indagando su un caso che si incrocerà con altri, e dovendo venire a capo coi propri demoni. Il tutto sullo sfondo storico sfavillante degli anni ’20, durante la Repubblica di Weimar: droghe, politica, omicidi, arte, emancipazione e estremismo sono gli ingredienti per questo appassionante spaccato, molto curato nelle scenografie e nei costumi, dell’epoca. Con un budget di 40 milioni di euro (la più costosa produzione televisiva tedesca) spalmato in 16 episodi (due parti da 8 ciascuno) e altrettanti sembrano essere in produzione. Nota a margine: il produttore Tom Tykwer ha lavorato anche in Sense8 di Netflix, quindi conosce bene la grande “macchina” della produzione seriale.
Dark, creata da Baran bo Odar e Jantje Friese e composta da 10 episodi (una seconda stagione è già stata ordinata da Netflix), è ambientata nella fittizia e misteriosa (ovviamente) cittadina di Winden: nel 2019 la scomparsa di due bambini riporta alla mente un vecchio caso simile di 33 anni prima, mentre un altrettanto misterioso suicidio getta ombre e domande sulla popolazione. La caratteristica peculiare del telefilm non sono tanto i colpi di scena concatenati che forse agli esperti di fantascienza sapranno di già visto, ma che rimangono comunque affascinanti. Piuttosto l’atmosfera che ricorda moltissimo Twin Peaks oltre a strizzare l’occhio agli anni ’80 di Stranger Things e del fenomeno revival. Proprio come nel serial cult di David Lynch, ciò che fa emergere la misteriosa scomparsa dei ragazzi con conseguenti indagini (lì era il brutale omicidio della reginetta della scuola) sono i segreti e i rapporti fra le famiglie di Winden: i Kahnwald, i Nielsen, i Doppler, i Tiedemann e molte altre. Sono tantissimi i protagonisti, i gradi di parentela e le vicende a cui stare dietro ed è proprio questo il bello di Dark per lo spettatore: nessuno è davvero protagonista, si tratta di un drama profondamente corale. Un caleidoscopio di sorprese tanto impegnativo quanto avvincente, fra misteriosissime morti in branco di animali, luci elettriche che sobbalzano in tutta la città e altrettanto oscure caverne nei boschi. Una serie che dimostra un’identità propria, pur ispirandosi ad altre, condita da una perfetta colonna sonora e da una regia che gioca molto con lo split screen.
Deutschland 83, quasi la risposta tedesca a The Americans, è co-prodotta dalla statunitense SundanceTV. Composta da otto episodi, è stata rinnovata per una seconda stagione che si intitolerà Deutschland 86 ed è prevista nel corso del 2018. Siamo nell’anno del titolo, al culmine della guerra fredda, quando la NATO annunciò manovre militari nell’Europa occidentale. A causa della paura per il primo colpo nucleare contro l’Est, l’attrito fra i vertici moscoviti e Berlino Est si risolve nell’invio di una spia da parte del servizio segreto di spionaggio all’estero del Ministero per la Sicurezza di Stato, l’Hauptverwaltung Aufklärung (HVA), nell’Ovest, con l’obiettivo di spiare i piani della NATO e del Bundeswehr e in cambio la promessa del far risalire in lista per un trapianto di reni la madre. Ma Moritz Stamm/Martin Rauch (nome in codice “Colibrì”) è solo un ragazzo e dovrà affrontare la copertura e la doppia vita, tutto sotto l’ala della zia materna, che lavora alla STASI e l’ha voluto come spia. Sotto falsa identità come tenente e attendente del generale Edel del Bundeswehr, dovrà rivelare la posizione dei missili americani Pershing II e altri piani della NATO. Un mix di family drama e spy story davvero encomiabile. Chissà cos’altro ci riserveranno i tedeschi per le prossime produzioni televisive di ampio respiro e per i nuovi episodi di Dark, Babylon Berlin e Deutschland 83.