In un momento in cui la televisione non di rado propone i grandi classici del western all’italiana, è opportuno rievocare il volto della gracchiante tuttavia profonda voce di alcuni celebri personaggi creati da Sergio Leone.
Per parlare di Carlo Romano bisognerebbe spendere anche qualche parola tanto sulla la carriera da attore del ligure, che sulla genealogia, ma in questa sede ci si limita a ricordare che ebbe grande successo come interprete sia in teatro sia al cinema e che fu padre adottivo di Aleandro Ward.
Per chi fosse appassionato di cinematografia poco recente, Carlo Romano rappresenta quel timbro vocale immediatamente accostabile a molti caratteri dell’ovest americano, ma di certo non sono stati gli unici lavori fonetici dell’affezionatissimo doppiatore.
L’aggettivazione rimane approssimativa al cospetto del colorito fraseggio, quasi borbottante, dell’ormai compianto Romano, di conseguenza si preferisce stilare un esimio elenco degli attori esteri ai quali accostò il labbro.
Il noto comico statunitense Jerry Lewis nei suoi film parlava l’italiano di Carlo Romano, stesso idioma anche per il goffo e irresistibile Lou Costello, per Bob Hope, Fred Astaire e per Julius Henry Marx (meglio conosciuto come Groucho Marx!).
Anche il delirante presidente Merkin Muffley ovvero uno dei tre Peter Sellers agli ordini di Kubrik è giunto fino a noi attraverso questo capostipite di una lunga lista di doppiatori.
Romano fece tacere anche Marlon Brando nella commedia del ’56 La sala da tè alla luna d’agosto, in ogni caso chiunque fosse soggetto al fascino dei doppiaggi originali dei classici Disney, troverebbe irresistibile ascoltare come Romano diventò facilmente lo Sceriffo di Nottingham, il Grillo Parlante o il Cappellaio Matto.
Tornando nel west, Carlo Romano lavora al mixer anche per i personaggi di Eli Wallch, compreso Tuco ne Il buono il brutto il cattivo.
In conclusione è doveroso ricordare, qualora il lettore non lo avesse già constatato personalmente, magari recuperando qualcosa da youtube, che in questo articolo per Dubblers si sta affrontando la voce di Fernandel, il caro Don Camillo di Guareschi.
Si lascia il pubblico della rubrica con il consueto consiglio di ammirare i film in lingua originale, rimanendo comunque fermi che quella del doppiaggio è vivida espressione artistica; a favore della seguente affermazione si cita con amore Carlo Romano/Rod Steiger, Giu La testa (coglione).