Quando fuori piove e fa freddo niente di meglio che rifugiarsi in una sala cinematografica e gustarsi un buon film. Ebbene, in questi giorni della merla di inizio febbraio le occasioni non mancano, visto che sono almeno quattro i film usciti nelle ultime settimane capaci di riscaldare la mente e il cuore dello spettatore intristito dalle avverse condizioni metereologiche. I primi tre titoli vengono, come sempre, dagli Usa e sono nell’ordine American Hustle, The counselor e Nebraska, mentre il quarto è, sorpresa, l’italiano Il capitale umano.
American Hustle ricostruisce la storia vera di un’operazione condotta dall’ FBI per incastrare alcuni senatori corrotti con l’aiuto di una coppia di noti abili truffatori. Una regia di David Russel che tiene viva la tensione, quattro attori che danno vita a un gioco di simulazioni e di inversioni a catena, una progressiva deriva dal realismo verso il grottesco che cattura lo spettatore e lo impania in una trama vischiosa nel momento in cui gli apre anche gli occhi sull’intreccio tra politica e malaffare di ieri e di oggi.
The counselor è la storia bollente di un avvocato che decide di entrare nel traffico della droga e si trova incastrato nella rete dei boss del cartello al confine con il Messico fino a restarne distrutto. Regia tagliente di Ridley Scott, sceneggiatura noir da manuale del ruvido Corman McCarthy in bilico tra crudeltà ed erotismo e una dark lady da urlo impersonata dalla bad girl Cameron Diaz (la scena in cui lei fa l’amore con una smagliante Ferrari mediante spaccata smutandata sul parabrezza è già un cult).
Nebraska descrive la progressiva scoperta che un figlio fa della sofferta umanità segreta del vecchio padre durante un viaggio in cui lo accompagna nel Nebraska per ritirare il fantomatico premio di una lotteria. Il regista Alexander Payne compone una ballata visiva in felice equilibrio tra dramma e commedia nella forma di un road movie attraverso le praterie dell’America profonda filmato in uno struggente bianco e nero dal tono crepuscolare ma non lamentoso. Un film piccolo ma dal grande respiro poetico che scalda l’anima.
Infine, Il capitale umano è un ritratto realistico della borghesia di una certa provincia italiana che persegue l’arricchimento con sporche manovre finanziarie e non esita davanti al delitto. Regia controllata e asciutta di un Paolo Virzì convertitosi per fortuna alla commedia nera dopo tante commedie grigio-rosa e personaggi credibili nella loro raffinata mostruosità in un apologo-thriller degno del miglior Chabrol.
E’ vero che “al cinema non fa freddo”, come intitolava una sua raccolta di recensioni lo scrittore Giuseppe Marotta, soprattutto quando i film che passano sullo schermo sanno scaldare i sensi intorpiditi. E questo hanno il merito di fare i titoli citati, ai quali va aggiunto, per chi si vuole proprio bruciare, anche The wolf of Wall Street, diretto da un Martin Scorsese dal barocchismo esagerato e travolgente come ai tempi di Casinò, e per chi cerca il divertimento non regressivo anche la godibile commedia francese sul tema dell’identitàTutto sua madre firmata da Guillaume Gallienne (merito che non hanno, invece, altri film in sala che, al contrario, gelano chi li guarda, come fanno le solite ultime commedie italiane vecchie di zecca e come fa anche il deludente spoof americano Angry Games, innocua e noiosa parodia non altezza dei precedenti titoli della coppia di registi Friedberg-Seltzer già autori del demenziale-intelligente di 3ciento)
Angelo Moscariello