La selezione delle Giornate degli Autori, dell’80ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia, porta alla nostra attenzione un film drammatico come non se ne vedevano da un po’: L’invenzione della neve di Vittorio Moroni che rappresenta una piccola gemma incastonata tra le più profonde fratture dell’esistenza umana. 

L’invenzione della neve uscirà nelle sale italiane il 14 settembre 2023. Con una durata di 1’57’’, ci porta dentro una storia veramente toccante, quella di Carmen che non può più vivere senza la figlioletta che il giudice le ha portato via, ma ciò che Carmen cerca realmente è il definitivo affrancamento dal proprio tossico passato. La sua però non è una storia di redenzione, piuttosto è un viaggio verso la distruzione e verso un desolante finale aperto.

Scritto dallo stesso regista, insieme a Igor Brunello e Luca De Bei, L’invenzione della neve è un soggetto originalissimo lontano anni luce dal banale standard del racconto famigliare italiano. Scritto con coscienza e diretto con consapevolezza stilistica, è un film in cui i silenzi e le inquadrature sui dettagli sono espressivi tanto quanto i litigi furenti tra Carmen e Massimo, due giovani genitori trapassati dallo spettro della droga. 

Tutto è centrato sulla protagonista, su di lei c’è il fuoco della predominante camera a mano del regista. Questa scelta stilistica conferisce alla storia un senso di realismo intimo e domestico. L’invenzione della neve si sviluppa con pochi semplici passaggi narrativi ed è intervallata da pitture digitali che mostrano sullo schermo il baratro emotivo della protagonista. 

La vera pietra preziosa di questo film è Elena Gigliotti, interprete travolgente di un personaggio difficilissimo, a tratti inconcepibile: Carmen, la cui resurrezione si aspetta con il cuore in mano per tutto il film perché L’invenzione della neve è una visione profondamente umana che smuove l’animo. Un film sincero, sinceramente autentico, crudo e tenerissimo.