“Gli alberi che sopravvivono allo stress crescono più in fretta…”
è la frase che preannuncia le conseguenze di chi si è trovato faccia a faccia col conflitto.
Hotel Sarajevo è il film documentario di Barbara Cupisti, prodotto da Clipper Media, Luce Cinecittà e Rai Cinema, fuori concorso al Festival Internazionale del documentario Visioni dal mondo.

Hotel Sarajevo rappresenta il punto d’incontro di più generazioni, un luogo di memoria per raccontare il devastante periodo della guerra nella ex-Jugoslavia e l’assedio alla città di Sarajevo.
Il documentario si sofferma su alcuni avvenimenti agghiaccianti del conflitto, attraverso le voci di chi ne è stato testimone e di chi ancora non era nato.
Zoran Herceg, Boba Lizdek e Belmina Bajarović sono i tre, di tre differenti generazioni: c’è chi ha sofferto la guerra, chi ne ha preso parte e chi invece non era ancora nata.
La voce di Zoran inizia a esporre l’inizio di una guerra durata 1425 giorni, che ancora oggi resta fermamente impressa nelle menti di chi l’ha vissuta oppure è fuggito da essa. Zoran aveva solo tredici anni quando tutto è iniziato e ancora oggi, a distanza di trent’anni, ricorda il suo percorso per fuggire dalla sua patria con un convoglio della croce rossa e il suo ritorno qualche tempo dopo.

In mezzo alla storia personale di un uomo, si colloca la testimonianza di Boba, allora ventiseienne, che narra la sua storia d’amore col giornalista Paul Marchand e l’esperienza di mediatrice durante il conflitto portando le informazioni ai giornalisti che risiedevano all’Holiday Inn (costruito per le Olimpiadi invernali del 1984, luogo in cui il tempo sembra sospeso).
Tutto è rimasto come allora mentre Boba ricorda quel 6 aprile del 1992, quando i cecchini di Karadzic spararono sulla folla pacifista dalla camera 503 dell’hotel. L’Holiday Inn oggi è un luogo di memoria storica per Boba che ha organizzato al Museo Storico di Sarajevo un’ala dedicata all’hotel e a quei quattro lunghissimi anni di guerra.

Hotel Sarajevo sfrutta il meccanismo della testimonianza, per evidenziare le ripercussioni generazionali di un evento incredibilmente distruttivo come la guerra. Ci si muove attraverso differenti punti di vista in cui si alternano presente e passato, senza utilizzare la più convenzionale intervista.
Gli spezzoni di repertorio lasciano il posto a racconti in prima persona e a momenti di vita quotidiana in cui si discute dell’attuale situazione politica del Paese.
L’inserimento di parti animate, disegnate direttamente da Zoran, rendono Hotel Sarajevo un documentario in cui alla storicità dei fatti si inserisce una forte componente personale della vita del testimone.