Inutile. A giudicare dai tanti titoli usciti quest’anno, tale continua ad essere il cinema italiano, un cinema piccolo, provinciale  e ininfluente che non giustifica i soldi spesso statali spesi per farlo esistere. Dopo la fiammata (peraltro ambivalente) di La grande bellezza una calma piatta è tornata a regnare nel nostro panorama cinematografico, una calma fatta di operine diligenti e soprattutto politicamente corrette che non muovono nulla e non com-smuovono nessuno per il loro conformarsi a quella indolenza finto-caritatevole romanocentrica che le promuove con ipocrita calcolo pseudoculturale. I pochi titoli recenti di qualche discreto valore artistico vengono, non a caso, dalla estrema periferia della corrotta capitale dello sconsacrato impero apostolico, pensiamo al lunare La luna su Torino di Ferrario e al solare In grazia di Dio girato nel Salento da Winspeare, ma il grosso del mazzo  parla di  insopportabili coppie romane in crisi in zona Monteverde o Garbatella oppure finge furbastre denunce socio-assistenziali  ammantate di buone intenzioni in linea con una poetica che è quella delle Asl e dei fatebenefratelli di matrice ciellina-formigoniana. Insomma, non un colpo d’ala poetico e neppure un graffio che faccia veramente male.Oggi che tutti i giovani hanno la loro telecamerina digitale, perché non la usano  contro il mondo invece di patteggiare con esso? Perché  molti filmaker invece di continuare  a dirci ovvietà sui diversamente abili o sui diversamente disabili o sulle diversamente donne  non ci mostrano come tutti siamo diventati diversamente umani?  I giovani registi spagnoli sanno fare film perturbanti, quelli francesi film intelligenti mentre noi solo pappette riscaldate per di più di stampo televisivo. Quanto alla comicità, che pure è dilagante sui nostri schermi, perché nessuno riesce a fare uno Scary movie o un Tutti pazzi per Mary italiani? E, per cambiare genere, gli eredi di Argento dove sono? E quelli di Bellocchio? Intanto le cose stanno che Ozpetek continua ad ammorbarci mentre Vanzina incombe all’orizzonte.

nightmareForse per avere uno shock salutare dobbiamo aspettare l’uscita dell’annunciato Apocalisse delle scimmie del veterano regista non-riconciliato Romano Scavolini, proprio colui che fu in anni lontani autore del cult indipendente A mosca cieca (oltre che dell’ horror antiborghese Un bianco vestito per Marialè e dello slasher psichiatrico Nightmare girato con successo negli  Usa) e che poi è stato rimosso dalla critica nostrana benpensante. Lo speriamo, censura e leggi della distribuzione permettendo.