10 Cloverfield Lane è il nuovo capitolo del brand Cloverfield, prodotto da J.J. Abrams e inaugurato dall’omonimo film del 2008.
In questo thriller sporcato di horror, con una punta di fantascienza, l’esordiente Dan Trachtenberg ci racconta la storia della giovane Michelle (che ha il volto della habituee del genere Mary Elizabeth Winstead) che dopo un incidente stradale si risveglia nel bunker del misterioso Howard (interpretato dal veterano John Goodman) il quale afferma di averla salvata dalle radiazioni nucleari conseguenza dell’ennesima guerra dei mondi. Tuttavia Michelle non è convinta di Howard, e così cerca la fuga dal bunker, coadiuvata dal suo terzo abitante Emmett (John Gallagher Jr).
Il film si svolge quasi interamente nel bunker di Howard, al quale si arriva dopo la scena iniziale dell’incidente, girata con l’utilizzo quasi pedissequo degli stilemi hitchcockiani; dato l’ambiente “chiuso”, che limita inevitabilmente la libertà d’azione, ci si aspetterebbe quindi qualcosa di speciale, in grado di coinvolgere lo spettatore per tutta l’ora e mezza abbondante di durata della pellicola, ma, malgrado Goodman risulti piuttosto a suo agio nei panni del misterioso quanto nerboruto marine in pensione, tale attesa è alquanto vana. Il ritmo di 10 Cloverfield Lane è sfasato quando non telefonato, i dialoghi danno pochi sussulti e quasi sempre da parte dello stesso Goodman, mentre la vicenda, che gioca sostanzialmente sull’ambiguità di Howard e sul piano di evasione di Michelle, tiene viva l’attenzione solo per la prima mezz’ora.
Le poche esplosioni di adrenalina, per quanto ben fatte, non colpiscono fino in fondo, così come il finale con l’intervento alieno che vorrebbe forse lasciare la porta aperta per eventuali sequel. Per quanto non sia alla fine disprezzabile, risulta chiaro che 10 Cloverfield Lane non è affatto destinato a lasciare il segno, finendo per essere l’ennesimo thriller psicologico in un mercato alquanto saturo a proposito di questo genere. Puntare dall’inizio esclusivamente sul trittico Michelle-Howard-Emmett non è una scelta che paga, anzi rivela l’assenza di pretese di questo prodotto; si poteva insomma fare molto di più per mantenere viva l’attenzione sulla serie di Cloverfield.