Nel corso della 80ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, nelle notti dedicate alle Giornate degli Autori, è il momento Casablanca, regia di Adriano Valerio.
L’opera, che viene presentata in anteprima mondiale, è il risultato di una coproduzione internazionale, che ha visto collaborare Sayonara Film, Films Grand Huit, Dugong Films, Salt for Sugar e FilmsF comme Film e realizzato con il contributo di CNC e MiC – DGCA.
Fouad, il figlio dell’Imam di una zona popolare a Casablanca, vive in Italia senza documenti da un decennio, nell’attesa di cure mediche. Daniela, proviente da una famiglia pugliese dell’alta società con un cupo retaggio esoterico, vive una profonda solitudine, nonostante abbia sconfitto la sua dipendenza dalle droghe.
Il loro cammino si incrocia casualmente in Umbria, e in modo inaspettato entrambi affermano di essersi reciprocamente donati una seconda chance nella vita.

Questo incontro segna l’inizio di un amore che cura le loro ferite, seguendo il lento ritmo delle stagioni e delle ritualità quotidiane, in un luogo sospeso, danzante nel fluire del tempo. Tuttavia, con il passare degli anni, Fouad si stanca di attendere la documentazione, esausto dall’ambiente a cui sente di non appartenere. Davanti a lui, un bivio: tornare in Marocco, riabbracciando così il suo ambiente familiare, o insistere con un paese che sembra non ricambiare la sua fiducia?
È una storia curiosa, quella che Adriano Valerio sceglie di raccontare nel suo Casablanca.
In un momento storico in cui si rende atto della coraggiosa scelta di molti migranti di lanciarsi in mare aperto (Io Capitano di Matteo Garrone ne è l’esempio lampante), rischiando ma propria vita alla ricerca di una realtà migliore, la storia di Casablanca sembra quasi andare controcorrente. Trattasi in verità dell’altra faccia della stessa medaglia, la faccia che probabilmente passa più facilmente inosservata.
Fouad, infatti, al concludersi della sua parabola non si sente riscattato, ma piuttosto consapevole. Prende atto di tutte le micro-delusioni che ha sperimentato, di tutte le speranze risposte nella sua nuova casa, sistematicamente disattese. L’uomo apre gli occhi e vede un paese che non l’ha mai accolto tra le sue braccia, come invece ha fatto l’amorevole Daniela. Curioso, infatti, come quindi la trama si plasmi nella sua vera essenza, vale a dire una storia d’amore, che gira il mondo e cerca pace. È il tentativo disperato di un uomo di cercare una casa, per poi scoprire che si tratta non di un luogo fisico, ma del cuore di qualcuno.