Per affrontare un’adeguata analisi del doppiaggio di un film è necessario trattare una serie di argomenti inerenti maggiormente a un saggio sui problemi della trasposizione linguistica, che a una rivista come Cabiria. All’interno della nostra cornice editoriale preferiamo soffermarci sull’interpretazione e sulla resa effettiva in vista dell’edizione italiana del film. L’argomento in ogni caso è ampio e difficile dal momento che sono molteplici le figure che rivestono un ruolo fondamentale all’interno del dubbler studio, tuttavia in questo universo la star più godibile dal punto di vista dello spettatore è sicuramente la “voce” mixata sui movimenti labiali dei divi esteri.Clooney batman

Per quanto sia saggio apprestarsi al prodotto cinematografico esclusivamente in versione originaile, il doppiaggio è un frammento di cinema che s’imprime nella memoria auditiva dello spettatore e traccia una modulazione cromatica che penetra la stessa recitazione filmata. Le
tto in questi termini, il panorama dei doppiatori italiani merita un raffronto pratico che punti ad esaminare l’arte mimetica di un singolo doppiatore, attraverso la comparazione delle voci incarnate.

Per mero sentimento di ammirazione del redattore, primissimo ospite della nostra rubrica è Massimo Corvo. All’elenco degli innumerevoli attori doppiati preferiamo presentare al lettore un brevissimo raffronto tra le espressioni artistiche dell’artista romano.

Iniziando dagli spigolosi anni Novanta, proponiamo l’accurato lavoro di mixer operato per George Clooney con la maschera di Batman (Batman e Robin di J. Schumacher). L’americanissimo dottor Ross in realtà possiede una voce meno profonda e rassicurante di quanto si possa immaginare attraverso il lavoro di Corvo che anima l’uomo pipistrello attraverso una modulazione fonetica persuasiva ed eroicamente calma. Gli eleganti movimenti di Bruce Wayne sono incorniciati dalla vibrante esposizione vocale del doppiatore che ne esalta l’ineguagliabile charme.

A questo punto bisogna affiancare un ruolo contrastante. Corvo dialoga nella Città del peccato sotto le sembianze di Jacktelespalla bobie Boy regalando al pubblico italiano una perfetta mimesi tra il perverso personaggio e l’interprete originale Benicio del Toro. Il risultato è sublime: la dizione è penetrante ed evidenzia i contrasti della pellicola, l’immedesimazione risulta totalmente fusa nei laidi scenari di Sin City dove non esistono luoghi confortanti.

Rimanendo alle voci lontane dalla redenzione, sottolineiamo che Massimo Corvo ha prestato le corde vocali a Robert Terwilliger, meglio noto come Telespalla Bob. Il nostro doppiatore è particolarmente ispirato nel dare fiato al coltissimo detenuto di Matt Groening, caratterizzato da espressioni forbite e dotte tutte giocate sulla articolazione suadente e allo stesso tempo carica di energia verbale. La serie televisiva I Simpson è un terreno fertile per scoprire la duttilità di Corvo che pronuncia anche i nasali e insicuri diverbi del direttore Seymour Skinner.

Qualora il lettore non fosse ancora convinto di quanto si debba al doppiatore preso in analisi per la buona riuscita in italiana dei lavori hollywoodiani e non solo, chiamiamo in causa l’ultima fatica di Corvo: Samuel L. Jackson. Dietro la versione italiana del caponegro Steven in Django Unchaind, possiamo ravvisare un sapientissimo studio dell’articolazione vocale che mira a rendere perfettamente intuibile il gergo della servitù nell’America degli stati del sud.massimo-corvodjango steven

Alla luce di quanto detto, giungiamo alla conclusione che il mestiere del doppiatore, così come per ogni altro talento, vanta notevole consenso soprattutto quando il paragone tra i vari caratteri impersonati risulta policromo e multiforme, a discapito naturalmente dei casi in cui è immediatamente riconoscibile all’interno di più pellicole.