Onore, vendetta, tradimento e sangue: elementi fondamentali nei film d’azione orientali.
Sono molti i cineasti asiatici che hanno contribuito in modo significativo al genere d’azione e che hanno creato film memorabili. Ma noi di Cabiria vogliamo parlarvi di tre registi che hanno lasciato un’impronta duratura nel mondo del cinema di genere:

John Woo

Il cinema di John Woo è ampiamente riconosciuto per il suo stile distintivo e unico, caratterizzato da ritmi frenetici, azione adrenalinica e sparatorie spettacolari. E’ considerato uno dei maestri del cinema d’azione, soprattutto per i suoi film realizzati a Hong Kong negli anni ’80 e ’90.

Uno dei temi ricorrenti nei film di John Woo è la dualità tra onore e violenza. Spesso le sue storie si concentrano su personaggi complessi, con un forte senso del dovere e del codice d’onore, che li spinge ad affrontare sfide mortali per difendere i propri ideali. I suoi protagonisti sono solitamente fuori legge o agenti delle forze dell’ordine, coinvolti in situazioni pericolose e o moralmente  ambigue.

Tra i suoi film più noti e acclamati ci sono The Killer (1989) e Hard Boiled (1992).
Entrambi presentano una combinazione esplosiva di combattimenti, sparatorie cinematiche e lotte corpo a corpo impeccabilmente coreografate.

Questi film sono diventati dei veri e propri cult, grazie alla loro direzione frenetica e all’uso innovativo di slow motion, doppie pistole e sequenze di inseguimento mozzafiato. Dopo il suo successo a Hong Kong, John Woo ha in seguito intrapreso una carriera a Hollywood, dirigendo film come Face/Off (1997) con John Travolta e Nicolas Cage e Mission: Impossible 2 (2000) con Tom Cruise. Anche in queste produzioni Woo ha lasciato il suo segno, con la sua caratteristica regia d’azione ad alta intensità.

Il cinema di John Woo è rinomato per la sua regia energica, le performances intense degli attori e le sequenze d’azione iconiche. Semplicemente è il regista di genere d’azione per eccellenza.

Andrew Lau Wai-Keung  

Andrew Lau Wai- Keung è un regista nato a Hong Kong che nella sua carriera ha ricoperto vari ruoli nel mondo del cinema. Ha iniziato a lavorare come tecnico negli studi degli Shaw-Brothers e ben presto è diventato un acclamato direttore della fotografia.
Memorabile è la sua collaborazione con Ringo Lam, soprattutto negli  episodi della serie Mr.Vampire e City on Fire (1987). L’incontro con Wong Kar Wai, gli permette di firmare la fotografia di uno dei film più amati del regista, Hong Kong Express (anche se è accreditato col nome di Wai-Keung Lau). Kar Wai lo prende sotto la sua ala protettiva e gli offre l’opportunità di lavorare in As Tears Go By (1988).  

Dopo due anni, Andrew Lau Wai-Keung esordisce alla regia  con Contro tutto, seguito da altri piccoli film come The Ultimate Vampire (1991) e Raped by an Angel (1993).
Nel 1994 arriva al successo con To Live and Die in Tsimshatsui, seguito da Mean Street Story (1995). Segue The Stormriders (1998), che salva la casa di produzione Golden Harvest da una imminente crisi economica e lancia definitivamente Lau nell’olimpo dei cineasti orientali a livello di fama, prestigio e incassi.
Alterna successi a flop come A Man Called Hero (1999), The Duel (2000) e The Wesley’s Misterious Story (2002).

Ma il suo pìù grande successo è quello della trilogia di Infernal Affairs, firmato insieme ad Alan Mak e con un cast incredibile su cui spicca Andy Lau.
Martin Scorsese si è innamorato della storia a tal punto da acquistarne i diritti per il remake hollywoodiano The Departed. I tre film di Lau hanno rilanciato il genere poliziesco in Cina. Al centro del racconto ci sono mafia, polizia e affari interni con personaggi magistralmente interpretati da stelle del cinema hongkonghesi. Una trilogia imperdibile per chi ama i colpi di scena e l’azione allo stato puro. 

Nel corso degli anni Andrew Lau Wai-Keung ha diretto film di vari generi, tra cui The Park (2003), un horror pseudo-tridimensionale che ha deluso le aspettative di pubblico e critica. Nel 2007 debutta col suo primo film americano, il thriller  Identikit di un delitto con Richard Gere e Claire Danes che, purtroppo, risulta essere piuttosto debole e dimenticabile. Attualmente ha appena finito di girare la serie Shan Gan Lin.

Park Hoon-Jung

Park Hoon-Jung è un regista e sceneggiatore sudcoreano noto per i suoi film nel genere thriller e azione. Ha guadagnato una buona reputazione per le sue storie coinvolgenti, i personaggi ben sviluppati e le sequenze d’azione intense. Una delle pellicole più note del cineasta è New World del 2013, che segue una storia di lotta per il potere all’interno del mondo criminale sudcoreano.
Il film mescola suspense, intrighi politici e dramma umano, ed è stato elogiato per la sua regia dinamica e la complessità dei suoi personaggi. Il regista Park Hoon-Jung ne firma anche la sceneggiatura, dimostrando il suo talento nel descrivere il lato oscuro della giustizia e una cura delle sfumature della caratterizzazione del mondo del poliziesco.

Al centro della trama c’è una lotta di potere tra due aspiranti successori del  leader della più grande organizzazione criminale coreana, la Goldmoon,  I due malavitosi sono interpretati da Jung Chung (Hwang Jung-min) e Lee Joong-gu  (Park Sung-woong) . Il braccio destro di Hwang Jung-minJa-sung (interpretato dall’ormai famosissimo protagonista di Squid Game  (Lee Jung-jae), è in realtà un poliziotto sotto copertura da otto anni al servizio del detective Kang (Choi Min-sik) che vuole approfittare di questa lotta interna per portare a termine l’operazione “New World”.

Inizialmente, la guerra si combatte con la politica, ma ben presto si trasforma in un fiume di sangue.  Park Hoon- Jung, però, risulta essere misurato nei movimenti di macchina, dando un tocco di profondo realismo al film. A scene quasi splatter, il regista alterna il fuori campo; a momenti di forte azione, mescola primi piani in cui si percepisce il conflitto interiore dei personaggi. New World è un gioiellino di genere, probabilmente il migliore realizzato dal cineasta coreano.

Un altro suo successo è The Tiger: An Old Hunter’s Tale del 2015, ambientato durante l’occupazione giapponese della Corea negli anni ’20. Il film racconta la storia di un cacciatore di tigri che si scontra con un imponente tigre dell’Amur. The Tiger ha ricevuto elogi per le sue stupefacenti sequenze d’azione e per la sua riflessione sul rapporto tra l’uomo e la natura.

Park Hoon-Jung ha continuato a dirigere e scrivere altri film di successo come V.I.P. (2017) e The Witch: Part 1. The Subversion” (2018).
Per gli amanti di thriller adrenalinici con storie avvincenti e sequenze d’azione mozzafiato, il cinema di Park Hoon-Jung è sicuramente da tenere d’occhio!