Già alla prima inquadratura tridimensionale di Pets-vita da animali, la commozione mi correva dagli occhi. Per quanto mi riguarda, riesco a mettermi in contatto emotivo con qualsiasi cartone animato popolato da curiosi animaletti.
Di conseguenza, appena scoperto che in Pets c’è un cagnetto peperino follemente innamorato della sua padrona (come la mia Stella), una miciona ossessionata dal cibo (identica ad Augusta) e tanti altri animali domestici (e non) con caratteristiche interiori spiccatamente umane, non ho resistito. Ho pianto da subito. Avvertivo il bisogno di strapazzare di coccole Gidget, la vaporosa volpina di pomerania dirimpettaia di Max, l’eroe di questo film d’animazione che è alle prese con un nuovo inquilino, il cucciolone Duke.
Ad essere sinceri, Pets non è affatto un lungometraggio unico nel suo genere. Le vicende sono un macinato misto di tanti altri cartoni animati: dalle avventure di Stuart Little a Giù per il tubo, passando per Toy Story, le peripezie di questi animaletti sono
un po’ troppo inerenti a quelle di tanti altri personaggi. Le gag sono troppo simili a cose già viste. Nel ridere di coniglietti isterici, maiali tamarri, bassotti super-cool o di una vipera ripetutamente stordita da rocce e ferraglia, penso immediatamente ai cumuli di pietre che si abbattevano rovinosamente sull’universo super comico marchiato Loony Toons e Hanna-Barbera.
In ogni caso l’animazione in computer grafica è apprezzabile. Pets è l’ultimo figlio della Illumination Entertainment, la casa di produzione di Chris Meledandri che ha realizzato film d’animazione in 3D CGI come Cattivissimo me e Minions. Quindi, ripeto, ciò che fa di Pets un cartone animato appena sufficiente è la troppa prevedibilità della trama, dei dialoghi e della comicità. Comunque sia, io mi sono commossa nel vedere il desiderio del protagonista Max di tornare dai propri amici umani.
Dopo tutto, è questo il gioco dei cartoni animati: fanno venir voglia di coccole, abbracci e carezze e riescono ad ammorbidire anche un brutale vichingo amante del trash-metal. Quindi, per quanto mi riguarda, Pets-vita da animali fa inumidire gli occhi, soprattutto nel finale quando, ovviamente, tutti rientrano nelle proprie case e lo zoom-out mostra le migliaia di finestre newyorkesi sagomate dal caldo abbraccio tra animali e padroni.