Hitchcock/Truffaut, documentario diretto da Kent Jones, si propone come la trasposizione sullo schermo di un’opera fondamentale di Francois Truffaut: il libro Le cinema selon Alfred Hitchcock, una lunga intervista al maestro della suspense condotta dall’ancora giovane cineasta francese, all’epoca più affermato come critico cinematografico che come autore. La voce stessa di Hitchcock ci guida in quella che è una vera e propria lezione di cinema e che vede gli interventi, tra gli altri, di David Fincher, Olivier Assayas, Wes Anderson e Martin Scorsese.Hitchcock/Truffaut

Il documentario si apre con la descrizione delle circostanze che portarono Truffaut a voler elaborare quella che senz’altro era un’opera ambiziosa, e alla quale egli si dedicò come se fosse uno dei suoi film; incontrare quello che per lui era stato un padre artistico (il regista di Jules et Jim ricercò continuamente la figura paterna nella sua vita, trovandola prima nell’illustre critico cinematografico Andrè Bazin e successivamente, per certi versi, nello stesso Hitchcock) e lasciare che fosse egli stesso a descrivere nel dettaglio il suo cinema, per potersi affrancare dall’etichetta di intrattenitore hollywoodiano e dimostrare che un regista, come un pittore o uno scrittore, può essere considerato artista a pieno titolo.

L’arte di Hitchcock è descritta partendo da un concetto fondamentale che permea tutto il film: l’individualismo. Hitchcock è artista nell’esprimere le sue sensazioni, le sue emozioni, le sue visioni, proprio in quanto “sue”; Hitchcock è artista nel manipolare con maestria il riferimento spaziotemporale, arrivando a dilatare attimi come a restringere enormi intervalli di tempo.

L’aspetto principale di Hitchcock/Truffaut è il sapiente montaggio attraverso cui Kent Jones, coadiuvato magistralmente dagli interventi esterni (soprattutto di Scorsese) e soprattutto dalla voce del maestro Alfred, riesce a descrivere, istante dopo istante, tutte le caratteristiche, ma sarebbe meglio dire emozioni, che emergono dalle scene più celebri delle sue pellicole. Meno approfondito, salvo che nella succitata introduzione e in pochi minuti finali, è l’aspetto più “umano” della vicenda, ovvero il rapporto stesso tra Hitchcock e Truffaut; è comunque interessante sentire il futuro maestro e spirito guida del cinema europeo rispondere alla domanda di Hitchcock sul suo rapporto con gli attori con un quasi imbarazzato “una via di mezzo”.

Hitchcock:Truffaut 2Peraltro è noto il rapporto di Hitchcock con la recitazione; “gli attori sono bestiame”, oppure, in maniera più ortodossa, sono solo uno dei tasselli per comporre una maestosa opera cinematografica. Essa non può prescindere dal coinvolgimento del pubblico in sala; il rapporto tra Hitchcock e il suo pubblico è un’altra delle sfaccettature della figura artistica del maestro ad essere trattata in maniera particolarmente dettagliata nel documentario, che ripercorre, a tal proposito, la costruzione dell’intreccio di Psycho con il crescendo di suspense e brividi che esplode, in maniera quasi “pericolosa”, nella celebre scena della doccia.

Hitchcock/Truffaut rappresenta senza dubbio una pellicola imprescindibile per cinefili incalliti, ma anche per chi vuole avvicinarsi ad approfondire l’interesse per la settima arte; costoro troveranno il migliore dei ciceroni nella registrazione d’epoca, intervallata dalla traduttrice, dell’intervista di Truffaut a Hitchcock. Non si tratta assolutamente di un prodotto di intrattenimento e per certi versi richiede anche impegno nella visione, ma è comunque un peccato perdersi una lezione così.