The Movie of my life (O filme de minha vida) è il terzo lungometraggio del regista e attore brasiliano Selton Mello. Il film è un adattamento del romanzo Un padre da film del cileno Antonio Skarmeta, ma, a differenza del corrispettivo letterario ambientato in Cile, la vicenda si svolge nel sud del Brasile all’inizio degli anni ’60.
Il ventenne Tony Terranova insegna francese in un piccolo paese di provincia, è stato abbandonato dal padre del quale ha soltanto malinconici ricordi e si sta affacciando prepotentemente all’età adulta.
Nel percorso che lo porterà a diventare uomo Tony scoprirà l’amore e la passione per il cinema e rincontrerà, nella cabina di proiezione di una vecchia sala, il padre (Vincet Cassell), fuggito con l’onta del tradimento amoroso.
The movie of my life è incentrato sul tema dell’abbandono paterno e sul difficile tentativo di riallacciare un legame annientato dal tempo e dalla distanza, tenuto in vita soltanto da flebili ricordi di bambino. L’intento di Mello però è soprattutto quello di offrire allo spettatore un tributo al cinema inteso come la più completa di tutte le arti e in quanto tale capace di modificare o addirittura stravolgere la vita del suo fruitore.
Nel buio della sala per Selton Mello si manifesta la magia e attraverso lo sguardo assorto del protagonista questa fantasmagoria arriva fino allo spettatore. La fotografia virata al seppia, l’indugiare sulle “pizze” di pellicola, i fluidi movimenti di macchina e le decadenti e seducenti scenografie danno un consistente tocco di nostalgia per
un’epoca che non c’è più e per un cinema, come i western (Il fiume rosso di Howard Hawks e Vera Cruz di Robert Aldrich) che il protagonista va vedere, che fatica a tornare, allontanatosi, forse per sempre, lungo i binari di una ferrovia.