Dopo aver firmato le sceneggiature di Anno Uno (2009), Bad Teacher – Una cattiva maestra (2011) e Good Boys – Quei cattivi ragazzi (2019) di cui è anche regista, Gene Stupnitsky torna con Fidanzata in Affitto e da nuovamente prova di riuscire a raccontare delle storie divertenti senza eccedere nella demenzialità, presente in molte commedie degli anni Novanta e primo decennio del Duemila alle quali questo film strizza l’occhio.

Scritta dallo stesso Stupnitsky insieme a John Pillips (Nonno scatenato), Fidanzata in Affitto è una irriverente commedia dai toni sarcasticamente romantici che arriverà nei cinema dal 21 giugno, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

In Fidanzata in Affitto la protagonista Maddie (Jennifer Lawrence) è una barista squattrinata che vive a Montauk e arrotonda facendo l’autista Uber, finché non le viene sequestrata la macchina a causa di svariate multe non pagate. Nel tentativo di salvare le sue economie, Maddie decide di rispondere ad un annuncio su Craigslist in cui si richiede una ragazza che riesca ad uscire e a dare “una svegliata” ad un diciannovenne ancora acerbo.
Il ragazzo in questione è Percy (Andrew Barth Feldman) e a pubblicare l’annuncio sono i suoi iperprotettivi genitori Allison (Laura Benanti) e Laird (Matthew Broderick) che nel loro annuncio specificano che il premio per un ottimo lavoro sarà un’auto nuova.

Inutile dire che la protagonista si lancia in questa semi-disastrosa avventura, in cui c’è spazio per brevi risse sulla spiaggia, improbabili e sessuali giochi di parole volti a guadagnarsi la fiducia di un fin troppo ingenuo e spaventato protagonista.

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Come in ogni commedia che si rispetti, anche in Fidanzata in Affitto, i protagonisti seguono un’evoluzione, che va di pari passo con lo sviluppo della storia.
Jennifer Lawrence si cimenta perfettamente nel ruolo di una maneater disperatamente bisognosa di un’auto, che convive con qualche attacco di rabbia.
Andrew Barth Feldman interpreta in modo convincente la parte dello sprovveduto ragazzo non ancora pronto per il college, mentre Benanti e Broderick hanno un ruolo più marginale, ma comunque umoristico.

La struttura narrativa su cui poggiano le basi della comicità non rappresenta qualcosa di nuovo, ma il punto di vista cambia. In questo caso, non si parte più dallo sfigato liceale che ambisce alla ragazza fuori dalla sua portata, ma è la giovane donna a dover attirare a sé il diciannovenne solitario attraverso una serie di discutibili espedienti amatori.

Fidanzata in Affitto nella sua semplicità sfrutta la sessualità come parte integrante del film e la inserisce all’interno di dialoghi rapidi e spontanei, tanto da sembrare frutto di un’efficace improvvisazione. Questa “schiettezza dialogica” è un po’ un tratto distintivo della commedia firmata da Stupnitsky e la ritroviamo anche nel precedente Good Boys e ancora prima in Bad Teacher.

Fidanzata in Affitto si rivela essere una ironica, assurda e divertente storia di una protagonista che in fondo è solo alla ricerca di un’auto, ma anche alla ricerca di un suo posto nel mondo.