La vita dei pinguini non è semplice, ma ha di certo qualche certezza: la cieca fiducia nel loro istinto, la certezza di trovare un compagno per la vita e la tranquillità di vivere in un luogo in cui ogni suono viene assorbito dalla neve. Pinguini, Antartide e legami affettivi racchiudono la sicurezza, i dubbi e i desideri di Sam, il protagonista di Atypical serie Netflix.

Atypical affronta un tema tanto delicato come l’autismo in un modo concreto, prediligendo la realtà a discutibili espedienti che, in passato lo hanno reso la ragione di poteri paranormali (Touch – messo in onda da Fox).

Come già accaduto in The A – word, (serie tv britannica ispirata a quella israeliana Yellow Peppers), anche Atypical ha come protagonista una famiglia alle prese con una quotidianità pianificata, fatta di abitudini consolidate e gesti rassicuranti, ma se nel primo ci si scontra con una diagnosi appena avvenuta, qui è l’adolescenza a complicare le cose.

Sam (Keir Gilchrist) pensa e sente in modo diverso, è ben cosciente di essere considerato lo “strambo” della scuola, di non poter viaggiare verso l’Antartide o avere una fidanzata, ma questo non significa che non lo desideri.

Come spesso accade, è la fiducia che gli altri ripongono in noi a darci la forza per superare i nostri limiti e, nel caso di Sam, saranno la sua psicoterapeuta Julia (Amy Okuda), il fidato amico geek/ latin lover Zahid (Nik Dodani) e l’appoggio di – quasi – tutta la famiglia a dargli l’aiuto per comprendere quel bizzarro e illogico sentimento chiamato amore.

Un sentimento difficile da definire in poche regole, ma ben visibile negli atteggiamenti della sorella minore Casey (Brigette Lundy-Paine); nei goffi consigli del padre Doug (Michael Rapaport) e nel rifiuto di Elsa (Jennifer Jason Leigh), la madre, di vedere il suo fragile bambino fare le sue scelte.

Se l’indipendenza di Sam scuoterà in positivo la vita di Casey e Doug, quella di Elsa verrà messa alla prova. Lei che più di chiunque altro conosce le debolezze e le necessità del figlio; lei, che ha sempre messo il suo bene prima di ogni altro dovrà farsi da parte e pensare, forse per la prima volta in diciotto anni, a se stessa. 

Sam avrà comunque bisogno di lei, di ognuno di loro, per comprendere quello che da solo fatica a concepire, perché, purtroppo, non basterà stilare liste per definire l’amore o indossare paraorecchie e ripetere fino allo sfinimento le principali specie di pinguini per non essere ferito.

Robia Rashid, ideatrice e sceneggiatrice di Atypical riesce a descrivere un complesso e duplice punto di vista senza incorrere in prevedibili passi falsi, ma alternando con intelligenza la realtà dello spettro autistico con una sana dose di leggerezza. Ed è proprio grazie all’ironia che il pubblico trova una connessione profonda con le sensazioni di un ragazzo atipico e di nucleo familiare che deve fare i conti con un ostinato mondo incapace di accettare in toto la diversità.