Forti del successo avuto con Il Miracolo a Sky Original hanno pensato di replicare con un prodotto incentrato su tematiche simili, tra il religioso e l’occulto. Ecco quindi la serie in 6 episodi Christian,diretta da Stefano Lodovichi (anche produttore creativo) e Roberto “Saku” Cinardi.
Presentata in anteprima a CannesSeries, debutterà venerdì 28 gennaio su Sky Atlantic e sarà disponibile on demand su NOW.

Christian: trama della serie prodotta da Sky e Lucky Red in partecipazione con Newen Connect.

Christian (Edoardo Pesce) è un massiccio quarantenne che fa l’unica cosa che gli viene bene: picchiare le persone per conto di Lino (Giordano De Plano), boss del gigantesco “Città-Palazzo” in cui vivono entrambi.
Insieme ai due la madre di Christian, Italia, donna anziana malata di Alzheimer e Davide, figlio di Lino e grande amico di Christian. Nello stesso quartiere vivono Rachele, vicina di casa tossicodipendente, il medico clandestino Tomei e i “colleghi” di Christian, Penna, Sergio e Stefanuccio.

Christian vorrebbe un’occupazione più regolare e redditizia, ma la sua richiesta è costantemente ignorata da Lino. All’improvviso sulle sue mani compaiono delle ferite molto simili a delle stimmate. Grazie ad esse Christian inizia a fare miracoli attirando l’interesse del Vaticano che invierà Matteo (Claudio Santamaria), postulatore dai metodi poco ortodossi, scettico e al tempo stesso ossessionato dalle persone con poteri taumaturgici.

Christian:

Christian è un supernatural-crime-drama liberamente ispirato a Stigmate, graphic novel italiana realizzata da Claudio Piersanti e Lorenzo Mattotti, dalla quale Roberto “Saku” Cinardi aveva già tratto un cortometraggio con protagonista Gabriele Mainetti.

L’idea alla base di giocare con il sovrannaturale e la religione poteva rivelarsi molto rischiosa, ma il team di sceneggiatori composto dall’head writer Valerio Cilio, Enrico Audenino, Renato Sannio, Patrizia Dellea e Cinardi, è riuscito a portare toni molto cupi e stemperarli con una sottile ironia, facendo della serie un prodotto efficace e all’altezza dei concorrenti stranieri.

La sfida di Christian era soprattutto quella di convincere gli spettatori a sospendere le proprie facoltà critiche e godersi una storia di pura (e originale) fantasia per quanto il tema possa sembrare assurdo. Con l’aiuto della fotografia plumbea e graffiata di Benjamin Maier, del montaggio ben ritmato e affilato di Roberto Di Tanna e alla colonna sonora di Giorgio Giampà, Lodovichi e Cinardi sono riusciti a superarla.
La storia è calata nell’ambiente della periferia romana le cui atmosfere richiamano Dogman di Garrone e alcuni set Lo chiamavano Jeeg Robot di Mainetti, una sorta di prigione grigia dalla quale è impossibile allonantarsi per mancanza di appigli e si è costretti avivere tra la crudeltà e la miseria.
Il linguaggio è quello tipico della borgata e le battute vengono date con pathos e discreta credibilità da un cast ben calato nelle rispettive parti.

La macchina da presa scivola in questi cupi e angusti scenari facendo della “Città-Palazzo” il protagonista più cinico della serie che si nutre della malvagità che egli stesso emana.
La cattiveria appartiene a tutti i personaggi che dovranno nel corso della serie scendere a patti con essa per avere un minimo di insperata redenzione.

Christian è una serie sovrannaturale ben realizzata con un regia morbida e inquietante il giusto che non prevarica mai i dialoghi di questa storia corale che insieme alle vite disagiate di coloro che compaiono sulla scena, fa affiorare sullo schermo l’eterna contrapposizione tra bene e male.

Christian: trailer