Per diventare grandi bisogna pagare un prezzo? Tendenzialmente no, o meglio non così alto da abbandonare la propria terra e i propri affetti. È questo il caso della protagonista dell’ultimo film scritto e diretto da Jonas Carpignano dal titolo A Chiara che uscirà in sala il prossimo 7 ottobre distribuito da Lucky Red.

Presentato alla 74° edizione del Festival di Cannes, vincitore del miglior film nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, A Chiara è un film che offre spunti di riflessione relativi ad una drammatica storia ambientata nel sud della Calabria.

Nella provincia reggina di Gioia Tauro vive Chiara (Swamy Rotolo), seconda di tre sorelle, che scopre delle tristi e scomode verità sul proprio padre latitante e affiliato alla ‘ndrangheta.
La giovane inizia così a sentire il bisogno di comprendere qualcosa di estremamente spiazzante e doloroso che la porta, però, a fare conti con qualcosa che non è in grado di gestire e con cui non potrebbe convivere.
La sua unica speranza di salvezza è seguire ciò che lo Stato ha in serbo per lei: essere affidata ad una nuova famiglia e allontanarsi però dal suo nido, anche se come dice lei stessa “solo stare a casa mi farebbe sentire a casa“.

A Chiara mescola la normalità famigliare e la quotidianità di una quindicenne con storie realmente vissute. Non c’è la pretesa di sottolineare eccessivamente e di spettacolarizzare le dinamiche di violenza e supremazia appartenenti alla criminalità.
Come dichiarato dallo stesso Carpignano, l’opzione di puntare su un unico punto di vista è dettata dal fatto di non voler legare lo spettatore a dei preconcetti ma, lasciarlo riflettere e inserirlo interamente nella prospettiva di Chiara.

A differenza del precedente A Ciambra in cui il protagonista Pio è già inserito nel mondo della malavita, qui manca la cognizione iniziale della protagonista che non conosce lo stile di vita paterno.
La vera scelta è basare tutto sulla consapevolezza di un adolescente che deve accettare qualcosa di spiazzante e scegliere di conseguenza l’opportunità di una vita diversa da quella che il destino le aveva riservato.
A Chiara è un mafia-movie che rompe gli schemi convenzionali del genere decidendo di abbracciare la realtà di un mondo rappresentandolo per quello che è. Non viene mostrata l’efferata violenza propria del genere, come ad eliminare la spettacolarizzazione della stessa, fatta di sparatorie e sangue in favore di un’atmosfera più intima dove però la brutalità della realtà condiziona ogni cosa, l’unico “momento violento” infatti è dato dall’esplosione di un’auto che segna il punto da cui si inizia a delineare il percorso di Chiara.

A Chiara rappresenta, dopo i precedenti Mediterranea (2015) e A Ciambra (2017), il terzo capitolo di una trilogia di “riflessivo realismo” in cui lo spettatore non può fare altro che ammettere l’esistenza di una realtà, seguire ogni sua considerazione rapportandola ad una moralità generalmente dubbia, ma che è intorno a noi.

A Chiara di Jonas Carpignano: trailer ufficiale