Wakanda Forever, ultimo capitolo della quarta fase del Marvel Cinematic Universe (MCU), non è soltanto la nuova avventura di Black Panther, ma anche un film che omaggia con commosso affetto sia il personaggio di Re T’Challa sia il suo interprete Chadwick Boseman (scomparso nel 2020).
Diretto da Ryan Coogler, Wakanda Forever (al cinema dal 9 novembre) è un film che, dietro ad una semplice storia di supereroi, affronta tematiche profonde e pone il punto di partenza per la nuova fase dell’MCU.

Mentre la popolazione del Wakanda si appresta a onorare la dipartita del giovane sovrano Re T’Challa, la regina Ramonda (Angela Bassett) tiene insieme il regno con l’aiuto della figlia Shuri (Letitia Wright), di Okoje (Danai Gurira) e delle Dora Milaje. Vanno difesi i confini per preservare le scorte di vibranio. Questo metallo, bramato da molti Paesi, viene trovato nell’Oceano Atlantico durante un’operazione di ricerca del governo americano scatenando l’ira degli abitanti di Talokan, città sottomarina guidata da Namor. Antagonista a prima vista invincibile (comparso per la prima volta nel primo numero di Namor il Sub Mariner del 1939), Namor in realtà ha molto in comune con il regno di Wakanda, a cominciare dal potere conferitogli dall’erba a forma di cuore e dalla sua necessità di tutelare il vibranio ad ogni costo.
Ad un anno dalla morte di suo fratello T’Challa, Shuri non riesce ancora a metabolizzare il lutto, addossandosi la colpa di non averlo salvato. Presto però, la sua vita verrà inevitabilmente sconvolta da Namor (Tenoch Huerta, con cui dovrà inevitabilmente scontrarsi per guidare Wakanda verso la salvezza…
Gli eventi di Wakanda forever partono dalla scomparsa di Re T’Challa che ha insinuato nella popolazione il dubbio sulla sicurezza del regno e quello sul futuro.
Tematiche come l’elaborazione del lutto, il bisogno di andare oltre e la stessa continuità del regno si personificano col personaggio di Shuri che con grande emotività, coraggio – e incoscienza – si catapulta in situazioni potenzialmente rischiose cercando a suo modo di proseguire l’eredità del fratello. La morte di T’Challa/Chadwick Boseman è un tema chiave del film che si pone a metà strada tra fantasia e realtà, puntando a onorare l’attore e la sua lotta contro la malattia.

Wakanda Forever si sviluppa discretamente nella prima metà della narrazione conducendo lo spettatore – anche quello meno avvezzo al MCU – all’interno delle cause che determinano le trasformazioni dei personaggi. All’interno di Wakanda Forever, infatti, si inserisce un personaggio a cui sarà dedicata una serie che apparirà nella prossima primavera. Si parla di Ironheart, ovvero la geniale e promettente Riri Williams (interpretata da Dominique Thorne) che riporta in funzione una delle armature dell’eroico defunto Tony Stark.
Wakanda Forever lascia crescere la tensione facendola culminare con una serie di attacchi, ma di fatto lascia esaurire con troppa semplicità lo scontro (anche il più rilevante) destando una certa insoddisfazione.
L’attenzione e la dedizione sembrano essere più incentrate nel ricordo del personaggio di punta piuttosto che nel potenziamento di alcune parti importanti del racconto, soprattutto quando la sensibilità prende un po’ troppo il sopravvento.
Mentre veniamo conquistati da costumi superglamour, Wakanda Forever pecca di prevedibilità, particolarmente in riferimento alla sorte di alcuni personaggi di cui è già previsto il ritorno nella prossima fase dell’MCU.
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