Dopo un’altalenante e non troppo brillante fase 4, con Ant-Man and the Wasp: Quantumania si da inizio alla fase 5 del Marvel Cinematic Universe.
Un’avventura coinvolgente in cui si gettano le basi per ciò che succederà nei prossimi film della saga dedicata al Multiverso.

Trentunesimo film del MCU e terzo diretto da Peyton Reed (già regista di Ant-Man nel 2015 e Ant-Man and the Wasp nel 2018), Ant-Man and the Wasp: Quantumania è prodotto da Kevin Feige e Stephen Broussad e arriva nei cinema dal 15 febbraio.

È passato un po’ di tempo dalla sconfitta di Thanos e Scott Lang/Ant-Man (Paul Rudd) è ancora la dolce metà di Hope Van Dyne/Wasp (Evangeline Lilly) con cui conduce una vita tranquilla e soddisfacente fatta di mondanità, brindisi in cima al Golden Gate e qualche lettura promozionale del suo libro. Nel frattempo la piccola Cassie (Kathryn Newton), che fa ormai parte della vita di Scott, è cresciuta e persegue le sue cause prendendo spunto da suo padre e finendo in cella di tanto in tanto.

Cassie ha un ottimo rapporto con i genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer) con cui condivide una grande passione per la scienza. Questo interesse scatena l’inizio dell’avventura dell’intera famiglia, dato che Cassie con l’aiuto di Hank riapre il portale che conduce al Regno Quantico, lo stesso posto in cui Janet era rimasta bloccata per trent’anni e poi salvata nel precedente film.

Mentre l’intera famiglia si scontra con soli tentacolari e si ritrova faccia a faccia con creature dalla testa a broccolo, il Regno Qunatico è dominato da Kang il conquistatore (Jonathan Majors) e Janet dovrà fare i conti con alcuni segreti che ha tenuto nascosti per troppo tempo.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania ci conduce in una dimensione al di fuori del nostro continuum spazio temporale, a metà strada tra scienza e psichedelia, in cui si susseguono dinamiche famigliari e scontri per salvare il Multiverso da una pericolosa minaccia.

Se nell’ultima puntata della serie Loki incontriamo Colui che Rimane, ovvero la variante “buona” di Kang il conquistatore, sul finale di quello stesso episodio la Marvel ci lancia un indizio relativo alla presenza e all’arrivo di un antagonista forte. È in Ant-Man and the Wasp: Quantumania che lo ritroviamo: quel Kang che può modificare il tempo e che ha tutta l’aria di essere molto più potente del suo predecessore Thanos.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania segue il tema dell’avventura famigliare, così come era stato per i due precedenti Ant-Man, all’interno del quale si articola il rapporto genitore-figlia relativo ai protagonisti Scott e Cassie.

La buona dose di umorismo accompagna l’intera narrazione che conferisce ad Ant-Man and the Wasp: Quantumania quella dose di leggerezza a cui eravamo già abituati nei precedenti capitoli.

Reed insieme allo sceneggiatore Jeff Loveness si focalizza sui personaggi andando a mantenere un importante legame col passato, di per sè necessario ma non ingombrante.
Nonostante non vi siano colpi di scena esaltanti, la storia segue il suo corso in modo lineare incastrando ogni azione e accompagnando lo spettatore lì dove deve arrivare.