È incentrata su Papa Francesco l’ultima fatica di Gianfranco Rosi dal titolo In Viaggio, documentario presentato fuori concorso alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che uscirà nelle sale il 4 ottobre.
Prodotto da 21Uno Film, Stemal Entertainment con Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution, In Viaggio è un ritratto semplice e umano dedicato ai numerosi pellegrinaggi del Papa avvenuti tra il 2013 e il 2022.
Trentasette visite in cinquantatrè Paesi sono i dati da cui si parte per raccontare pensieri e parole del primo pontefice sudamericano, eletto a marzo del 2013.
In Viaggio mostra una serie di tappe in cui vi è sia una forte presenza di discorsi che inneggiano all’uguaglianza tra i popoli, sia alcune dichiarazioni avverse nei confronti degli scandali che hanno colpito la chiesa cattolica negli ultimi tempi.
Rosi parte da Lampedusa, da un discorso in cui il Papa prende posizione contro una modernità che ha reso uomini e donne «incapaci di piangere», per portare avanti un itinerario lungo nove anni. In Viaggio si sviluppa secondo una modalità estremamente lineare e in ordine cronologico, adoperando un’alternanza di sequenze in cui sono mostrati i viaggi del Papa e parti di filmati d’archivio, perlopiù televisivi.
La parola è il fulcro dell’intero documentario, ogni discorso ai fedeli rappresenta un invito a creare un mondo più conforme alla dignità, contro ogni forma di distruzione e in favore della libertà umana, il papa si rivolge a tutti e non solo ai credenti.
All’interno delle sequenze più drammatiche, il documentario non presenta alcun tipo di escamotage narrativo e sceglie di adoperare la voce fuori campo di Papa Francesco.
Il tutto gioca sull’alternanza tra la voce e il silenzio, cercando di conferire rilievo e una certa spiritualità ad ogni avvenimento mostrato.
In Viaggio è un percorso in cui lo stile registico di Rosi si conferma e si fonde ad una cronaca cristiana contemporanea. Per tutta la durata del documentario si ha la sensazione che le numerose parole spese dal Pontefice restino, in qualche modo, sospese nello stesso momento in cui vengono pronunciate. Lo spettatore viene messo di fronte a parentesi di forte suggestione storica, come la deserta Piazza San Pietro durante il lockdown per la pandemia.
Rosi cerca di essere il più obiettivo e neutrale possibile, non utilizza escamotage narrativi o scelte di regia innovative (il film è un montaggio di materiale d’archivio) e tutto ciò che viene mostrato è focalizzato a riportare la realtà senza spazio ad interpretazioni.