Nel terzo capitolo avevamo assistito ad un finale aperto in cui John Wick e Bowery King – lasciavano intendere imminenti desideri di vendetta verso la Gran Tavola. Ora quel momento è arrivato e la resa dei conti inizia da subito. John Wick 4 torna al cinema il 23 marzo, diretto anche questa volta da Chad Stahelski, che è anche produttore insieme a Basil Iwanyk ed Erica Lee.
In questa occasione, invece, la scrittura del quarto capitolo è affidata a Shay Hatten e Michael Finch e non al creatore della saga Derek Kolstad, che ha firmato le sceneggiature dei tre film precedenti.

John Wick 4 è può essere definito come uno di quel film che ti inchioda alla poltrona per quasi tre ore grazie alla sua assoluta capacità di intrattenere.
Tra una miriade di spratorie e inseguimenti acrobatici, il film si completa con combattimenti corpo a corpo, in cui il leggendario protagonista riesce sempre ad avere la meglio.

Il quarto capitolo della saga non si discosta molto dal precedente sia in termini narrativi che estetici, la storia è inevitabilmente collegata al film precedente e il tema della vendetta è ancora il fil rouge su cui si basa l’intero franchise.

John Wick 4 alterna differenti ambientazioni caratterizzandole con una fotografia intensa, in cui dominano le tinte scure e i saturi colori metropolitani dei neon.
A metà strada tra cinema asiatico e fumetto, lo stile registico si modifica adattandosi ad una spettacolarizzazione (riuscita) di una violenza pura e cruda.

Con delle riprese dall’alto John Wick 4 strizza l’occhio anche al mondo dei videogame, infatti laa prospettiva aerea mostra i personaggi come dei punti in movimento.
Le riprese di Stahelski sono rapide e scattanti come John Wick, mentre le sequenze dedicate ai brevi e lapidari dialoghi esaltano l’estetica circostante che ricorda un po’ quella di un fumetto.

In John Wick 4 l’interpretazione di Keanu Reeves è perfetta nel suo ruolo di sicario e rimane fedele al suo personaggio mantenendo le caratteristiche di quella calma apparente, che cela il profondo tormento e il vuoto incolmabile.

Se tutto è cominciato da una vendetta che ha rimesso in gioco l’uomo nero, nel quarto film John Wick porta avanti il suo personale regolamento di conti contro la Gran Tavola e più nello specifico contro il Marchese De Gramont (Bill Skarsgård) nominato dalle alte sfere per cancellare definitivamente John Wick.

Quest’ultimo è un bersaglio ambulante su cui pende una taglia di milioni di dollari che aumenta di minuto in minuto.
L’escalation di violenza, che vede il protagonista sfuggire ai suoi cacciatori, è una ciclica rappresentazione carica di spettacolarità.

Nonostante tutto John Wick si fa strada per arrivare in tempo al duello finale, che gli conferirà la libertà e ricostruirà il Continental di New York riconsegnandolo nelle mani di Winston.
Come ogni film d’azione che si rispetti, la storia di fondo non è particolarmente complessa, tranne che per i molteplici personaggi che ruotano intorno al protagonista già dai precedenti film.

Se per certi versi alcune sequenze di John Wick 4 posso sembrare un po’ sopra le righe, bisogna tenere a mente che il punto di forza – non solo della saga su John Wick – ma dell’intero genere action è proprio la capacità di esagerare e spettacolarizzare.
Stahelski dirige un quarto capitolo che ha tutta l’aria di essere un epilogo che celebra un antieroe, un personaggio che si lascia trasportare (ancora una volta) dalla vendetta cercando la sua salvezza personale.