L’arte del kung fu potrebbe finire da un momento all’altro, a minacciarlo è il perfido pavone Shen figlio rinnegato dall’imperatore per la sua cattiveria. Shen ha trovato il modo di utilizzare i fuochi d’artificio in modo malvagio e ha creato una potentissima arma, alla quale neanche i maestri di kung fu possono tenere testa, con la quale intende marciare sulla capitale dell’impero placando la fame di vendetta e potere. Un’indovina però gli ha predetto che a distruggerà i suoi piani sarà un guerriero bianco e nero, che ha in sé lo yin e lo yang,. Impaurito dalla profezia, Shen sterminerà molti villaggi di panda. Anni dopo, quando ormai il suo diabolico piano è ad un passo dal compimento, si manifesterà la nemesi: il grassottello e simpaticissimo panda Po, aiutato dagli amici, fermerà il pennuto a colpi di kung fu. Il guerriero dragone in quest’avventura scoprirà molto del suo passato ad esempio com’è rimasto (forse) orfano, trovando la pace interiore che gli permetterà di vincere contro le potenti armi di Shen.
La regia di “Kung fu panda 2” è affidata a Jennifer Yuh, autrice della meravigliosa e onirica sequenza bidimensionale che apriva il primo capitolo. In termini visivi il guadagno rispetto al primo è notevole. La giovane regista americana di origini asiatiche si lascia influenzare dal cinema giapponese e cinese più recente, dall’estetica e dalla cura dei dettagli tipicamente orientali e realizza un vero e proprio wuxiapian. Non cerca la risata in ogni momento come accadeva nel primo e in generale nei cartoni di computer grafica targati Dreamworks, ma le battute sono spese in maniera saggia e l’azione prende il sopravvento sulla comicità, ottenendo un prodotto godibile a più livelli, avvicina ai primi film di Jackie Chan.
Oltre all’elegante sequenza iniziale in 2D che ricorda le ombre cinesi, stupiscono soprattutto i numerosi combattimenti velocissimi, molto coreografici e resi esilaranti da una comicità plastica peculiare: ogni animale, cadendo, ha movenze e ilarità tutte personali.
Interessantissima la regia, piena di movimenti di macchina incredibili e di lunghi piani sequenza: la Yuh è piena d’inventiva estremamente funzionale, cita parodiando La foresta dei pugnali volanti e anche il mondo dei videogames con il famigerato “Snake”, offrendo uno spettacolo visivamente appagante e intriso di umorismo ingegnoso e acuto; meravigliose le sequenze dei flashback, realizzate come un cartoon classico, volto anche a sottolineare lo stacco tra l’old school e la nuova animazione.
Questo secondo capitolo è completamente diverso dal primo. Meno infantile, più maturo dal punto di vista della sceneggiatura e della costruzione dei soggetti, più autoriale sul piano della regia, Kung Fu Panda II è sicuramente vicino alle ultime opere Pixar come Wall-E e Up!. Tutto ciò è ravvisabile anche dando uno sguardo al desiderio della Dreamworks di ampliare il proprio target di spettatori coinvolgendo anche gli adulti, catturati da temi maturi che sanciscono il classico scontro generazionale.