Consigli per iniziare bene questo 2015 al cinema. Contro i martellanti promo taroccati e i ripetuti annunci di capolavori diffusi dagli uffici stampa (e copiati da molti sedicenti critici) sarà bene attrezzarsi per evitare cocenti delusioni una volta fatto il biglietto con le migliori aspettative. In sintesi: fuggire a gambe levate da tutti i film italiani attualmente nelle sale, film quali in particolare Le leggi del desiderio (dalla bella confezione all’americana ma afflitto da un muccinopensiero dalla nauseante filosofia di riporto newage con tanto di finale buonista che fa rimpiangere i consigli di vita propinati sull’argomento dalla puttanesca conduttora tv Barbara d’Urso) e Maraviglioso Boccaccio (accademica ma scialba illustrazione di alcune novelle del Decameron dove i venerati maestri fratelli Taviani normalizzano quel fondo sovversivo di Boccaccio che soltanto Pasolini era riuscito a tradurre in immagini dal forte realismo creatural-plebeo). Inoltre, evitare tutti i filmetti che vorrebbero essere meraviglioso boccacciocomici o peggio satirici ma non vanno oltre una serie di lepidezze provincial-popolari buone magari per cabaret televisivi ma che mortificano il cinema (opere alla Italiano medio di tal Capatonda che più che medio come resa diciamo artistica è irrimediabilmente mediocre). E alla larga anche dall’imminente palla parapsicoanalitica firmata da Sergio Castellitto dal titolo Nessuno si salva da solo sulla solita coppia sceneggiatore-moglie anoressica inventata dalla Mazzantini e dal marito portata sullo schermo per punire ancora una volta gli incauti spettatori che dalla suddetta coppia vanno salvati una volta per tutte. A dire il vero, anche tra i film stranieri si annidano alcune madornali bufale, prima tra tutte lo strombettato 50 sfumature di grigio il cui leccato e patinato erotismo per signore frustrate genera una noia che risulta mortale per ogni aspettativa di eccitazione sessuale (tanto da far rimpiangere le gesta porno-soft della nostrana Giovannona Coscialunga con la Fenech sempre sotto la doccia) e, a seguire, quel Birdman premiato con l’Oscar ma viziato da una insopportabile autoreferenzialità sul rapporto tra cinema e teatro che può interessare tuttalpiù soltanto gli addetti ai lavori di Hollywood e dintorni.

Da vedere, invece, sono almeno tre film, uno americano, l’altro svedese e l’altro argentino. Il primo è Vizio di forma, uno squinternato post-noir firmato da Paul Thomas Anderson tratto da un romanzo di Pynchon che evoca le atmosfere psichedeliche fine anni ’60 attraverso le gesta di un investigatoreUn piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza fricchettone che ricorda l’antieroe protagonista del mitico Il grande Lebowsky. Il secondo è Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza di Roy Anderson, una galleria di metafisici tableaux vivants attraversata da una buffa coppia tipo Stanlio e Ollio dentro un’atmosfera da assurdo alla Beckett in un film pervaso da un umorismo nero che ne fa uno straniato esempio di cinema della crudeltà. Il terzo film è Storie pazzesche diretto dall’argentino Damian Szifron e prodotto da Almodovar, una serie di episodi di quotidiana follia all’insegna di un grottesco estremo che nell’eccesso iperbolico trova il suo collante stilistico. Come si vede da questi tre titoli, marzo è pazzo anche al cinema (per nostra fortuna).