“Il martire (dal greco μάρτυς – testimone) è colui che è morto o è stato sottoposto a pene corporali per avere testimoniato la propria fede o un ideale nonostante una persecuzione, senza abiurarli; è un concetto presente in più religioni.”
fonte wikipedia
Il regista francese Pascal Laugier nel 2009 ci ha regalato una pellicola horror impossibile da dimenticare:
Martyrs. Sulla locandina c’è stampata la seguente avvertenza:
“Questo film mostra immagini estremamente violente e difficili da sopportare. La visione e la comprensione richiedono spettatori preparati e distanti”.
Potrebbe sembrare la solita trovata pubblicitaria, ma in realtà è un consiglio decisamente adatto all’ora e mezza di violenza fisica e psicologica di questo horror disturbante.
La storia si divide in tre atti. Inizia come un tipico revenge movie. Due bambine (Anna e Lucy) si conoscono in un ospedale infantile dove subiscono oscuri abusi. Anni dopo, Lucy riesce a vendicarsi dei carnefici della sua infanzia: uccide quella che all’apparenza sembra essere la classica famiglia perfetta. Lucy compie una strage a suon di fucilate senza alcun rimorso.
Nel secondo atto, è Anna a diventare la protagonista e comprende che dietro alla carneficina compiuta da Lucy si nascondono traumi e misteri irrisolti.
Il terzo atto ci mostra la straziante agonia che trasforma Anna in una martire, ma anche la raccapricciante realtà che si cela dietro a tanta violenza.
Martyrs non è il solito torture porn tanto in voga nei primi anni del 2000. Più che la paura, a insinuarsi nello spettatore è la sensazione di fastidio. Anche gli horrorofili più insensibili ammetteranno di essersi sentiti disturbati da alcune scene al limite dello stomachevole.
Pascal Laugier non è un regista sadico che ci mostra torture scioccanti fini a se stesse, riesce a dare una motivazione concettuale alle atrocità che ostenta (soprattutto nella lunga parte finale del film).

In Martyrs Anna viene sottoposta a sofferenze indicibili e arriva a trascendere il dolore, fino a
trasfigurarsi. Diventa una martire, ovvero una testimone: chi ha visto ed è sopravvissuta all’orrore.
Di fatto, come lo spettatore che assiste alle sevizie di una ragazza, diviso tra la voglia di smettere di subire tanta sofferenza e quella di vedere come va a finire il film. Il corpo di Anna verrà privato anche della pelle, tanto da restare in bilico tra la vita e la morte. E’ solo così che arriva in una dimensione che va oltre il dolore fisico. Lei riesce a vedere una verità che solo chi si trova in quel limbo è in grado di capire; riesce a ottenere la risposta a uno dei quesiti che attanaglia da sempre l’essere umano: “Cosa c’è dopo la morte?”
Un finale a sorpresa lascia volutamente aperta la risposta a tale dilemma. Quello che spaventa di più in questo film è la motivazione che si nasconde dietro al sadico rituale del martirio. La possibilità che fatti del genere possano accadere realmente; che le organizzazioni raccontate nella pellicola possano esistere da qualche parte nel mondo. Un po’ come gli ostelli del cult di Eli Roth, per intenderci. Non è solo la violenza in sé a restare impressa nello spettatore, ma è la parte realistica connessa alla storia horror che ti fa dormire con l’abat-jour accesa dopo aver visto il film.
Il merito di farci passare notti insonni va sicuramente al regista che si è occupato anche della sceneggiatura del film. Pascal Laugier è un maestro della suspense ed è evidente il suo amore per gli horror (non a caso nei titoli di coda c’è una dedica al nostro Dario Argento).
Il film è curato in ogni dettaglio per enfatizzare il genere, dal sonoro alla fotografia, dalla scenografia al montaggio. Nota di merito alle due attrici protagoniste, Morjana Alaoui e Mylène Jampanoï che, nonostante la loro giovane età, ci hanno regalato delle performance straordinarie.

Martyrs è stato presentato in anteprima al 61° Festival di Cannes e ha contribuito a riportare in auge
l’horror francese. Il film ha diviso completamente critica e pubblico tra chi lo osanna come capolavoro e chi lo considera macelleria di dubbio gusto. Nel 2015 i fratelli Goetz ne hanno realizzato un remake, prodotto dall’ormai celebre Jason Blum , decisamente dai toni più soft e meno gore della versione originale. Un blockbuster per teenagers che ha poco a che vedere con le immagini del film di Pascal Laugier.
Se non avete ancora visto Martyrs noi di Cabiria vi consigliamo di vedere la versione del regista francese. Non è un film per tutti, ma per gli intrepidi dotati di uno stomaco forte. Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che Martyrs resterà impresso per sempre nella vostra memoria… e quando sarete al buio, di notte, da soli… verrà a tenervi compagnia nei vostri peggiori incubi!
Io penso che film del genere non andrebbero fatti….per evitare proprio che queste situazioni si trasformino in realtà. Il regista è un sadico psicopatico