I biopic sanno bene come sedurre il grande pubblico, che sia con racconti intimi e delicati o spettacolarizzandone i personaggi. Quando poi ad essere raccontata è la vita di un grande artista del panorama musicale il successo è quasi assicurato.

Dal punk al rock, dal pop al country, quello tra cinema e musica è un dialogo sempre aperto che affascina e seduce. Oggi vi proponiamo cinque emozionanti pellicole che raccontano, ognuna a suo modo, cinque grandi artisti della musica.

Control

Control è la fotografia di un’epoca, un’opera meravigliosa ed introspettiva nel genio di un giovane tormentato. La storia è quella di Ian Curtis, giovane frontman dei Joy Division, band culto della scena post-punk inglese di metà anni ’70.

Anton Corbijn, fotografo e videomaker, con un delicato ed elegante bianco e nero racconta l’inizio della band e la fine, arrivata troppo presto, del giovanissimo cantante morto suicida a soli 23 anni. Malato di epilessia Ian perderà inevitabilmente quel controllo a cui allude il titolo, sia nel corpo che nella mente, sfociando in un male di vivere che pervade silenzioso l’intera pellicola.

Lo stile minimal di Corbijn, che ha immortalato con il suo riconoscibile bianco e nero moltissime icone del rock, è qui sublimazione di un racconto che punta a scardinare ogni sentimentalismo e mostrare la dignità di un uomo, non di un mito. Il film è una nitida fotografia della vita di Ian Curtis in bilico tra successo e depressione, diviso tra due donne e sovrastato da una depressione che lo porterà alla distruzione. Sam Riley nel panni del protagonista è meraviglioso, mimetico e terribilmente evocativo.

8 Mile

Non c’è niente di più vero che far raccontare di Eminem da Eminem. La pellicola, cruda e sincera, mostra il preludio di un artista che non ha di certo avuto vita facile prima di sfondare.

Unico bianco nella 8 Mile Road di Detroit, con lo pseudonimo di B-Rabbit, Jimmy Smith jr. si impone nel mondo del rap con rime scritte su pezzi di carta, nei ritagli di tempo di una vita opprimente. Tornato a vivere con sua madre, un’alcolizzata confinata in una roulotte in attesa di una grande vittoria al bingo, che arriverà come un miracolo sul finale del film, Jimmy si divide tra una vita che prende a pugni in strada e una dove bacia la fronte della sorella minore.

Nonostante il lavoro logorante, le risse continue e un amore tradito, il rapper trova il modo di mettere un piede fuori da quel malfamato quartiere, per poi diventare l’artista che tutti conosciamo. Premiato con l’Oscar per la miglior canzone, Eminem racconta l’inizio di una brillante carriera fatta di sofferenze tradotte in musica.
Diretto da Curtis Hanson, il biopic 8 Mile è pura verità.

Rocketman

Eccentrico, onirico e non convenzionale. Con un’andatura da musical, più che da film biografico, Rocketman condensa in un unico e onirico racconto la vita di Elton John, dall’infanzia come Reginald Dwight alla fama mondiale.

La pellicola è tutta un flashback, una lunga confessione del protagonista che con corna e una tutina di lustrini si racconta in una seduta di terapia di gruppo. Realtà, finzione e fantasia si fondono in una pellicola che celebra un’esistenza difficile e alla ricerca continua d’affetto e approvazione.

Dexter Fletcher, reduce da Bohemian Rapsody di cui ha ereditato la regia da Singer, qui sceglie di raccontare il cantante inglese da una prospettiva totalmente differente da quella usata per i Queen. Nessun aspetto della vita dissoluta di Elton John è edulcorato, nessuno spigolo smussato, nel film c’è tutta la verità: alcol, droga, sesso, il tentativo di suicidio, il baratro e la ripresa, celebrata con un letterale I’m still standing.

La musica di Elton John è onnipresente ma non invadente, irrompe in scena nei momenti giusti, celebrativi. Taron Egerton è fenomenale nel ruolo di Elton John, sia per l’aspetto che per la voce che è riuscito a rendere molto simile all’originale.

Nico, 1988

Una bellezza abbagliante che l’ha resa musa per tanti. Un passato infernale che le ha mostrato le tenebre. Susanna Nicchiarelli torna qui a raccontare di come il prima influenzi il dopo, di come il passato si riversi nel presente, mostrandoci una donna nella parte meno conosciuta della sua vita.

Christa Päffgen, la Nico dei Velvet Underground, si libera della bella immagine idealizzata che le era stata cucita addosso per anni e cerca di riprendersi la sua vita, suo figlio e una carriera da solista. La scena d’apertura, con una Nico bambina che guarda la Berlino nazista che brucia, segna lo stato d’animo della protagonista che ritroveremo in tutta la pellicola: una sensazione di oppressione asfissiante, una volontà di riaffermarsi come donna e come artista.

Interpretata da Trine Dyrholm, la Nico del film riesce a trasmettere perfettamente le sensazioni e la lotta di una donna cresciuta che cerca riappropriarsi della sua vera identità e della sua musica. Il film ha ottenuto 4 David di Donatello.

Walk the line – Quando l’amore brucia l’anima

Joaquin Phoenix è Johnny Cash, nel forte biopic tratto dall’autobiografia del cantante country. Dall’infanzia al servizio militare, dagli esordi nella musica agli anni ’50 con Elvis e il grande successo. Il film riesce a mostrare tutto: il trauma per la tragica perdita del fratello, la frustrazione di un padre disilluso, le dipendenze, la distruzione di una famiglia e un amore eterno.

L’autodistruzione è sempre dietro l’angolo, nonostante il successo, le apparenze e il continuo scalare le classifiche la vita di Cash va sempre più a fondo. Il “Walk the line” del titolo però arriva, Cash si rialza, riga dritto e torna in pista, dopotutto nonostante il marcio è un uomo buono. Accanto a lui, nei panni di June Carter, suo grande amore passionale e tribolato, c’è Reese Witherspoon che per la sua toccante performance ha ottenuto un Oscar come migliore attrice.

James Mangold firma una tortuosa biografia di una vita talentuosa e sofferente accompagnata dalle splendide e celebri canzoni di Johnny Cash, qui cantate e interpretate dai due attori protagonisti.