Dopo l’uscita di Las hijas de Abril del 2017 e il Leone d’oro con Nuevo orden del 2020, lo sceneggiatore e regista Michel Franco torna a raccontare il Messico con il suo ultimo lavoro dal titolo Sundown.
Il film, presentato alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia e in uscita in sala dal 14 aprile, è una storia di incomunicabilità con uno straordinario Tim Roth.
La ricca famiglia inglese dei Bennett è in vacanza ad Acapulco, tutto è tranquillo e spensierato., Alice (Charlotte Gainsbourg), con i figli Alexa (Albertine Kotting) e Colin (Samuel Bottomley) e il fratello Neil (Tim Roth), si gode la permanenza in un lussuoso resort.
La tranquillità viene sconvolta dalla telefonata che annuncia la morte della madre ricevuta da Alice. La famiglia è costretta a rientrare in Inghilterra per il funerale. Neil, che fin dall’inizio si mostra di poche parole, finge di aver perso il proprio passaporto per restare ad Acapulco e non essere vicino alla famiglia.
Con una indifferenza che lascia presagire qualcosa di strano dentro di lui, Neil si crea un piccolo microcosmo in un Paese a lui straniero, abbandonando ogni cosa e legandosi alla giovane Berenice (Lazua Larios).
Sundown è un dramma che si basa interamente sull’incomunicabilità, basti pensare alla scena in cui Alice – tornata a prendere il fratello – si trova spiazzata, frustrata e disperata di fronte all’atteggiamento taciturno e menefreghista di Neil. È proprio quest’ultimo a non far trapelare alcuna emozione, è un uomo completamente vuoto a cui non interessa più nulla di ciò che lo circonda.
Se all’inizio non si comprendono esattamente le ragioni del comportamento dello spento e indolente Neil, successivamente l’amorfismo diventa la costante a cui guarda l’intera dinamica narrativa. Al centro di Sundown c’è la drammatica condizione del protagonista, senza approfondire troppo le sfumature caratteriali e sociali.
È evidente lo stato di povertà fuori dai lussuosi resort, ma i personaggi restano un po’ piatti, senza offrire allo spettatore grandi spunti di riflessione. Sicuramente la Gainsbourg si pone sulla scena con grande bravura, ma Tim Roth fa la differenza riuscendo a comunicare autenticità circa lo stato interiore del suo personaggio.
Sundown gioca su luce e inquadrature che ripetitivamente tendono ad assomigliarsi per tutta la durata del film. Nonostante una violenta parentesi crea una sorta di rottura nella costante apatica calma rappresentata sullo schermo, Sundown non riesce ad andare oltre. Tutto si mantiene su piano superficiale, senza offrire quegli spunti utili allo spettatore per approfondire il contesto e la condizione umana.
[…] primo racconto troviamo una coppia di amanti rapinatori, Yolanda (Amanda Plummer) e Gringo (Tim Roth), che derubano la caffetteria. La seconda sequenza vede come protagonisti i due scagnozzi Jules […]