Sono passati trent’anni da quando Pulp Fiction venne proiettato al Festival di Cannes per la prima volta. Era il 21 maggio del 1994 e, solo due giorni dopo, vinse la Palma d’oro.

Scritto e diretto da Quentin Tarantino, oggi è nella classifica dei cento migliori film statunitensi di sempre. Pulp Fiction è diventato un classico del cinema contemporaneo e ha ricevuto numerose nominations e premi, tra cui l’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale.
La pellicola presenta una struttura narrativa non lineare in cui le vicende interconnesse di diversi personaggi si intrecciano tra loro in modo non cronologico.

Quentin Tarantino aveva esordito alla regia due anni prima con Le Iene e si era già fatto notare grazie a una narrativa intrigante e piena di suspense, utilizzando dialoghi brillanti e una regia innovativa. Ma è merito di Pulp Fiction se il suo stile unico e originale è stato consacrato.

Dialoghi arguti, cast stellare, colonna sonora eclettica, violenza stilizzata, mix d’azione e umorismo nero: tutti questi elementi hanno influenzato il cinema da quel momento in poi e hanno conquistato pubblico e critica. Inoltre, sono diventati i veri e propri segni di riconoscimento dell’eclettico regista.

La sceneggiatura di Pulp fiction è stata scritta a quattro mani da Quentin Tarantino e Roger Avary. Le loro penne sono sicuramente il punto di forza del film. Raccontare la trama in ordine circolare e non cronologico è stato uno degli atti più rivoluzionari della settima arte. In più, i due autori sono stati in grado di creare personaggi e dialoghi iconici, ormai scolpiti nella memoria di ogni cinefilo mondiale. Scene come il twist a piedi nudi di Mia Wallace e Vincent Vega sulle note di You never can tell di Chuck Berry o il monologo “Ezechiele 25:17” di Jules Winnfield.

Pulp fiction: la trama

Tre racconti distinti, in ordine non cronologico hanno inizio e fine in un mattino allo stesso posto, la caffetteria di Los Angeles chiamata Hawthorne Grill.

Nel primo racconto troviamo una coppia di amanti rapinatori, Yolanda (Amanda Plummer) e Gringo (Tim Roth), che derubano la caffetteria.
La seconda sequenza vede come protagonisti i due scagnozzi Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) e Vincent Vega (John Travolta) al servizio del boss malavitoso Marsellus Wallace (Ving Rhames). Sono in macchina verso l’appartamento di alcuni ragazzi che hanno rubato una valigetta di proprietà del loro capo, con l’intenzione di recuperarla e punire i ladri. Una volta compiuta la missione, tornano al locale del capo.  Wallace è in compagnia del pugile Butch (Bruce Willis), che sta ricevendo istruzioni per andare al tappeto di proposito durante il suo prossimo incontro.
Nel terzo blocco il malavitoso Vincent porta fuori Mia (Uma Thurman), la moglie del suo capo Marsellus.  Prima dell’appuntamento Vincent acquista dell’eroina e poi porta la donna a cena nel locale anni ’50 Jack Rabbit Slim’s, dove i due si lanciano in una gara di ballo. Dopo aver portato a casa la vittoria, la serata prende una piega inaspettata. Mia trova la droga di Vincent e va in overdose e lui fa di tutto per tentare di salvarla.

Le tre storie principali si andranno a intrecciare in un susseguirsi di eventi bizzarri in un crescendo di suspense fino al colpo di scena finale.

Pulp fiction: il cast

Tarantino fece una scelta interessante: degli otto milioni di dollari messi a disposizione dalla Miramax per Pulp Fiction, decise di spenderne ben cinque per il cast che aveva in mente. Aveva scritto appositamente per Harvey Keitel l’iconico personaggio dello ‘specialista’ Mr. Wolf – risolvi problemi e per Tim Roth e Amanda Plummer i ruoli di Zucchino Coniglietta, la coppia di ladri della tavola calda. Uma Thurman era fresca di successo grazie a Le relazioni pericolose, ma fu Tarantino a trasformarla in una star di Hollywood grazie a questo film, per cui fu anche candidata all’Oscar. In un primo momento, Uma Thurman rifiutò il ruolo di Mia Wallace, ma Tarantino le recitò parte della sceneggiatura al telefono pur di convincerla.

Il regista aveva già pensato in fase di scrittura per la parte di Jules a Samuel L. Jackson. Lui si era fatto notare in Fa’ la cosa giusta di Spike Lee, ma fu grazie al suo gangster dal grilletto facile che ricevette la prima nomination all’Oscar e a dare inizio a un lungo sodalizio con Quentin Tarantino.

Bruce Willis, grazie ai due Die hard era già una star e fu proprio lui a proporsi per una parte. Tarantino lo scelse per la parte del pugile che non riesce a perdere un incontro truccato, complicandosi la vita.  Ma il merito del regista è stato sicuramente quello di aver ridato smalto alla carriera di John Travolta.  

La sua incredibile interpretazione di Vincent Vega gli valse una seconda candidatura agli Oscar dopo 17 anni da La febbre del sabato sera.  
Pulp fiction mise in luce il suo talento multi sfaccettato e non limitato ai musical che erano stati la sua fortuna. Indimenticabile anche la performance di Christopher Walken che, seppur presente solo in una piccola scena, resta impresso nella memoria con il suo orologio di famiglia.

Il talento di Tarantino nel casting è enorme. Combinato alle sue doti di direzione degli artisti, lo rende indubbiamente uno dei migliori registi contemporanei. Si era notato già da Le Iene, ma in Pulp Fiction si è superato. Non è un caso, in effetti, che tutti gli attori siano molto legati a questo film che ha fatto esplodere le loro carriere. Qualche settimana prima dell’anniversario per i trent’anni del cult, il cast si è riunito a LA per una serata celebrativa in cui è stato proiettato al Chinese Theater. Grande assente, purtroppo, Bruce Willis a causa della demenza frontotemporale che lo affligge da qualche anno. Ma in sua rappresentanza c’erano la moglie Emma Heming Willis e la figlia Tallulah Willis, con abiti che omaggiavano il suo ruolo nel film.

Reunion a Los Angeles

10 curiosità su Pulp fiction

1. UN REGISTA NON ACCREDITATO

Nelle scene in cui Quentin Tarantino recita, dietro la macchina da presa c’è il suo storico amico Robert Rodriguez 

2. EZECHIELE 25:17

Il monologo memorabile di Jules in cui cita il passo biblico di Ezechiele 25:17, in realtà è frutto di Samuel L.Jackson e Tarantino. Solo le ultime due righe del versetto vengono realmente dalla Bibbia.

3. LA SCENA DEL BALLO

L’ormai indimenticabile scena del ballo di Mia e Vincent, è un omaggio a quello di Barbara Steele e Mario Pisu in di Federico Fellini. Inizialmente Uma Thurman era scettica riguardo la scelta della canzone You Never Can Tell, ma Tarantino la rassicurò dicendole che era perfetta. Come dargli torto? Ora è impossibile immaginarla con un brano diverso! Inoltre, alla fine della scena Mia e Vince tornano a casa vittoriosi con il trofeo del locale Jack Rabbit Slims. Ma se si fa caso a una notizia alla radio ascoltata più avanti nel film, si viene a scoprire che la coppa in realtà è stata rubata…chissà da chi!  

4. QUENTIN TARANTINO E I SUOI OGGETTI DI SCENA

In vari punti del film Vincent parla della sua auto, una Chevelle Malibu del 1964  che in realtà apparteneva a Quentin Tarantino. Gli venne rubata poco dopo le riprese del film nel 1994 e la ritrovò quasi vent’anni dopo. Inoltre, anche l’indimenticabile portafoglio di Jules con la scritta “Bad Motherfucker” apparteneva al regista.

5. LA VALIGETTA

Cosa c’era davvero quella fatidica valigetta nera?  Una delle teorie più accattivanti è quella che sostiene che all’interno ci sia niente meno che l’anima di Marsellus Wallace. Infatti, la combinazione utilizzata da Vincent Vega per aprirla  è 666, il numero del demonio. In più, secondo la Bibbia quando qualcuno vende l’anima al Diavolo, lui la porta via dalla nuca. Proprio in quel punto il boss indossa un vistoso cerotto. Per questo, si pensa che Marsellus l’avesse venduta e poi, pentito, avesse mandato i due scagnozzi a riprendersela. Tarantino, invece, rende l’enigma molto più semplice… Sostiene che la valigetta contiene quello che lo spettatore si aspetta che ci sia. A voi la scelta!

6. IL BUDGET

Il film costò solo 8 milioni di dollari e per risparmiare sul budget totale, tutti gli attori hanno ricevuto lo stesso compenso di 20 mila dollari a settimana. Sembra una miseria, considerato lo star system hollywoodiano. Ma in effetti il cast ha poi ricevuto parte del ricavato del film…basta solo dire che ha incassato  214 milioni di dollari!

7. LE PALLOTTOLE

Nella scena della sparatoria nell’appartamento in cui si trovano Jules e Vincent che sopravvivono ai colpi di pistola miracolosamente, i buchi dei proiettili appaiono nel muro un attimo prima che inizino gli spari. Un piccolo errore, ma che nota solo l’occhio più attento.

8. VINCENT VEGA E VIC VEGA SONO FRATELLI

E’ divertente vedere come alcuni film di Tarantino siano collegati tra loro. E’ il caso de Le Iene e Pulp Fiction in cui il cognome Vega lega due personaggi che, a quanto pare, sono fratelli. Si tratta di Vincent e Vic.

9. IL CEROTTO DI MARSELLUS

Ving Rhames che interpreta il boss Marsellus, ha una cicatrice sulla nuca. Tarantino trovava divertente la posizione di quel segno distintivo e volle evidenziarlo con un cerotto.

10. L’OVERDOSE

La famosa scena in cui Vincent Vega pianta nel petto di Mia Wallace una dose di adrenalina è stata realizzata senza alcun ausilio di CG. Tarantino ama il vecchio stile e ha girato la scena con Travolta che estraeva l’ago dal petto per poi riprodurre il filmato al contrario.  

Pullp fiction: 30 anni dopo

Pur non portandosi l’ambita statuetta come miglior regista con Pulp Fiction, Tarantino ha vinto la sfida del tempo.  La sua opera seconda ha rivoluzionato il cinema contemporaneo grazie alla sua storia intelligente, alle sue interpretazioni magistrali e alla sua regia innovativa.

Questa pellicola cinica, sarcastica e imprevedibile, si è guadagnata il suo status di classico e continua a ispirare generazioni di cineasti.

Non a caso Pulp Fiction è stato classificato dall’American Film Institute come il settimo miglior film gangster nella storia del cinema americano e ha consacrato Tarantino nell’Olimpo dei registi statunitensi.