Presentato con grande successo in  anteprima alla 17ª edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione “Alice nella città”, uscirà nelle sale cinematografiche il 10 novembre l’opera prima di Nicola Abbatangelo: The Land of dreams.
Un musical tutto italiano che racconta il sogno americano sulle note del maestro aquilano Fabrizio Mancinelli.

The Land of dreams: trama

1922, New York. Eva(Caterina Shulha) immigrata italiana che lavora come lavapiatti nel ristorante Choo Choo Train, ha messo da parte il suo più grande sogno: diventare cantante.
Armie (George Blagden) è un talentuoso pianista con una dote speciale: è in grado di viaggiare nei sogni. Nonostante Eva sia corteggiata da un importante boss mafioso, (Edoardo Pesce) finisce con l’innamorarsi di Armie. La coppia imparerà che il segreto della felicità sono dei semplici ingredienti: una base di vita, una piccola dose di sogno e una spruzzata di fantasia. Una favola romantica che prende vita in un periodo di grandi cambiamenti, ricco di speranze e importante per la storia della musica.

Il cast di The Land of Dreams include Paolo Calabresi, Marina Rocco, Ryan Reid, Nathan Amzi, Carla Signoris e Stefano Fresi. Prodotto da Lotus ProductionRai Cinema e 3 Marys Entertainment con un budget di 6 milioni di euro,  questo musical ha avuto una gestazione lunghissima, complice la pandemia e le sale a lungo chiuse.  
Le riprese, effettuate in lingua inglese,  sono durate sette settimane e avvenute tra ottobre e dicembre 2019. Sono state eseguite interamente in Bulgaria presso Nu Boyana Film Studios, dove è stata ricostruita la New York degli anni ’20.

L’idea è del tutto inedita per il panorama cinematografico italiano:  un musical, in inglese, recitato quasi tutto da attori italiani. Scrivere la colonna sonora di un progetto così innovativo è il più grande desiderio di ogni compositore che lavora nella settima arte.
The Land of Dreams è la storia di un sogno che in realtà è il destino che ci aspetta, che si compie attraverso vie tortuose e non senza fatica per tutti i protagonisti. Ed è sorprendente quanto, a volte, la finzione si avvicini alla realtà. Perché a legare Fabrizio Mancinelli, l’autore delle musiche originali di The Land of Dreams, con la storia della pellicola, è proprio il sogno americano.

Aquilano, classe 1979, sin da bambino è attratto dall’arte, dall’opera e dalla musica da film. Seguendo il consiglio del compositore Gian Carlo Menotti, Mancinelli si iscrive al Conservatorio Alfredo Casella di L’Aquila dove si diploma a pieni voti in composizione e direzione d’orchestra. In contemporanea, diventa anche avvocato, specializzandosi in diritto d’autore europeo. La musica, però, è sempre stata il suo grande amore.  Perciò, si è concentrato con passione e impegno sulla sua formazione studiando con il pluripremiato compositore Luis Bacalov (premio Oscar per le musiche del film Il Postino).

Per tutti coloro che vogliono fare cinema, il grande sogno è quello di arrivare a lavorare nella  City of Stars, nel tempio delle stelle: Hollywood. E Fabrizio Mancinelli ci riesce grazie alla vittoria di una borsa di studio Fulbright Grant. Così, lascia l’ Italia per inseguire il suo sogno americano: studia composizione per film e televisione presso la University of Southern California, laureandosi nel 2009. Proprio mentre la sua città natia cade a pezzi, la sua carriera spicca il volo. Da allora, Mancinelli ha composto musica per molti teatri e per media diversi (concerto, teatro, film, televisione, web) e ha intrapreso strette collaborazioni con molti registi e prestigiose istituzioni.

Tra i produttori con cui ha lavorato: The Walt Disney Studios, Feeln ( Hallmark), Lionsgate, Rai, Mediaset ( Taodue), Studio Bozzetto, Felix Film, Lotus, Rai Cinema e Graffiti Media Factory.  La sua musica per la trasmissione televisiva RAI Agorà e la sua partitura per il documentario Growing Up with Nine Old Men di Theodore Thomas (prodotto dalla Disney) sono distribuite sul mercato internazionale da Buena Vista.  
Per la televisione italiana ha firmato la sigla del programma pomeridiano di raiuno Oggi è un altro giorno condotto da Serena Bortone. Ha fondato, inoltre, Film Scoring Lab Inc., una compagnia di produzione musicale con sede a Los Angeles.

Oltre alla carriera da compositore, Fabrizio Mancinelli collabora con altri compositori come orchestratore e direttore per la televisione e per il cinema. Ed è proprio grazie a  questo ruolo che nel 2018 ha raggiunto un grande traguardo: dirige l’orchestra che registra la colonna sonora di Green Book, composta da Kris Bowers. Il film, diretto da Peter Farrelly, ha vinto ben tre Oscar ( miglior film, migliore attore non protagonista e migliore sceneggiatura originale). Con Bowers, sempre nelle vesti di direttore d’orchestra, torna a lavorare per il biopic United States vs Billie Holiday,  diretto da Lee Daniels e, da ultimo, per la colonna sonora di  Space Jam 2, il sequel del celebre film d’animazione con Michael Jordan.

Dopo tanti anni di carriera alle spalle, finalmente a Fabrizio Mancinelli viene data la possibilità di realizzare un suo grande sogno: comporre le musiche per un musical.
Dal 2011 vive a Los Angeles e la colonna sonora di The Land of dreams è figlia di un grande lavoro di squadra con un oceano di mezzo. Impresa alquanto ardua e al contempo avvincente. Il compositore aquilano firma dieci bellissimi inediti che restano nella testa dello spettatore e che sono fondamentali per l’andamento della trama. Le canzoni non sono mai scontate o banali. Non fanno da contorno, sono al servizio della storia e, allo stesso tempo, al centro della scena senza invadere le parti recitate.

Come è nata la tua collaborazione con Nicola Abbatangelo?

Tutto è partito con un pranzo con il montatore Luigi Mearelli e la fonica di presa diretta Emanuela Cotellessa che mi dissero che un loro amico regista, Nicola Abbatangelo, era alla ricerca di un compositore per un mini-musical, un cortometraggio dal nome Beauty, ambientato a Londra nel fine ‘800 e che sarebbe stato girato in inglese con un cast internazionale.  Accettai con grande entusiasmo questa  sfida e composi la colonna sonora insieme al collega Alexander Rudd. Il corto si è rivelato un grande successo. Infatti, Beauty può vantare due primati a livello nazionale: è il primo cortometraggio musical girato in presa diretta e con tutte le canzoni eseguite dal vivo. Inoltre, è il primo film italiano mixato con la tecnica innovativa Dolby Atmos. Molti sono i premi nazionali e internazionali vinti da questo mini-musical e la sua risonanza ha attirato l’attenzione del produttore Marco Belardi che ha dato la possibilità a Nicola Abbatangelo di realizzare il suo primo lungometraggio.

https://www.raiplay.it/programmi/beauty

E così sei stato subito il suo primo riferimento per  la colonna sonora di “The Land of Dreams”…

Nicola (Abbatangelo) mi chiese di realizzare un demo per il musical, dandomi già delle indicazioni di regia. Così è nato un brano dal titolo Imagination che poi, in realtà, non è confluito nel film se non in poche battute, ma ci ha aiutato a convincere il produttore Marco Belardi che avrei potuto creare delle canzoni originali per l’opera prima di Abbatangelo.
Inizialmente, infatti, si era parlato di un mix tra brani inediti e cover. Ma dopo quel demo, ho avuto quella famosa “occasione della vita” e mi sono potuto cimentare in un genere che amo da sempre. Ho composto 10 brani (parole e musica) e la colonna sonora (inclusi i brani di source music). Inizialmente avevo scritto undici brani, ma uno è stato tagliato in fase di montaggio.

Come è nata la colonna sonora di The Land of Dreams?

Realizzare un musical è una chance che di solito viene offerta  a compositori che hanno già avuto il loro portfolio di successi su palcoscenici internazionali. Per me era una grande opportunità e, soprattutto, una grande gioia poter prendere parte a questo progetto. Sicuramente l’ispirazione primaria è stata la sceneggiatura di Nicola Abbatangelo e Davide Orsini. Le canzoni sono nate un po’ in remoto e un po’ nel salotto di casa mia. Avevo  un dialogo continuo con Nicola, inizialmente online con lunghe videochiamate e poi in presenza. Il regista è venuto qui da me a Los Angeles per mettere a punto le versioni finali dei brani. Siamo sempre stati in sintonia e ci sono stati anche dei momenti ricchi di bonarie discussioni. Una volta la tata ed il mio arrangiatore, nonostante non conoscano l’italiano, hanno pensato che ci volessimo picchiare!  Sicuramente tutto quell’ardore, è convogliato  nella colonna sonora e in tutto il film.  Attraverso i testi  ispirati dalla sceneggiatura, ho avuto, tra l’altro, l’opportunità di canalizzare varie esperienze personali della mia vita. Basta pensare  all’esperienza di emigrante di Eva e il suo desiderio di “farcela”.

Parlaci dei brani della colonna sonora…

Ce ne sono alcuni che strizzano l’occhio al pop, passando per brani swing e per arrivare a un numero completo in stile Broadway. La colonna sonora orchestrale fa da collante alle canzoni, ma è un corpus a sé in linea con l’aspetto fantasy del film. Per scrivere i brani ho attinto a tutte le musiche che avevo metabolizzato nella vita. Io credo di aver assimilato tantissimo dai film Disney, dagli spettacoli teatrali di Broadway, ma anche dalla musica pop. E, infatti, le canzoni non vogliono richiamare l’epoca degli anni’20, se non in  qualche accenno nelle scene della Big Band. Ma vogliono essere un ausilio narrativo alla struttura del film. Sono pensate, comunque, anche per avere una fruizione altra rispetto a quella della pellicola in sé.  Io sono sempre stato affascinato dal mondo della canzone. Ho scritto un’opera a 24 anni e ho sempre scritto molto per la voce. Tra l’altro, sono stato anche assistente di regia di opere liriche. Perciò, quando sono nati questi brani io ho sempre pensato  alla performance teatrale delle canzoni;  a come dovevano essere interpretate; a come potevano essere messe in scena. I temi sono stati scritti inizialmente al pianoforte e  poi sono stati lavorati insieme a un arrangiatore che ha rifinito i colori della musica. La post produzione è stata piuttosto complessa perché abbiamo registrato in vari studi situati in continenti diversi. Non è stato facile, ma faceva parte anche questo della sfida. Per non farci mancare niente, è arrivata anche la pandemia! Ma, nonostante tutto, ce l’abbiamo fatta. Ringrazierò sempre Nicola Abbatangelo per aver creduto in me e per avermi voluto fortemente in questo film e il nostro produttore Marco Belardi per averci concesso le risorse per realizzare una partitura completamente orchestrale . Ci tengo anche a ringraziare il mio insostituibile team musicale.

A proposito di sogni, qual è il tuo ?

ll mio sogno è che il sogno continui. Ogni volta che ho programmato la mia vita le cose poi non sono andate come speravo.  A dirla tutta, mi sento già molto fortunato così.  Sembrava impossibile per un ragazzo di L’Aquila arrivare fin qui. Ma ce l’ho fatta.  Sono riuscito prima a conoscere e poi a lavorare con alcuni degli attori, registi e artisti che hanno segnato la mia vita. E’ quasi surreale!

A proposito di L’Aquila, il legame con la tua città di origine è sempre molto forte

E’ sempre nel  mio cuore. I miei genitori dopo il terremoto si sono dovuti trasferire in Veneto, ma a L’Aquila ho ancora amici e familiari con i quali mi sento sempre. E’ stato proprio al gelo mattutino prima di andare a scuola che, passeggiando per i vicoli del centro della città, ho imparato ad apprezzare l’arte e la bellezza. L’Aquila  è la mia città. E’ li che sono cresciuto e ho vissuto fino a 28 anni. Ne parlo tanto anche qui a Los Angeles, mi tengo informato su quello che accade, sono stato anche testimonial della candidatura a Capitale italiana della cultura 2022. Le mie radici mi hanno sempre ispirato e continueranno a farlo.

A proposito di futuro, quali sono i tuoi prossimi progetti?

La prossima settimana a Il Cairo verrà presentato un documentario prodotto dalla Fondazione Rockfeller di cui ho curato la colonna sonora,  Food 2050. Ho appena terminato di registrare due colonne sonore, quella del film Il viaggio leggendario che sarà nelle sale italiane il prossimo anno e il film di animazione Mushka di Andreas Deja (Il Re Leone, Aladdin). Sto lavorando a molti progetti, molto interessanti e stimolanti. Per me svegliarmi al mattino e fare musica è un sogno diventato realtà. Questo è il mio sogno, questa è la mia land of Dreams e spero di non svegliarmi mai.