Una drammatica storia al femminile è quella che ci racconta Una madre, film scritto e diretto da Stefano Chiantini e presentato ad Alice nella città, sezione parallela della Festa del Cinema di Roma.
Giunto al suo ottavo lungometraggio, Il regista abruzzese ci mette di fronte alla dolorosa vicenda di una giovane protagonista che affronta la difficoltà del post-aborto.
Prodotto da World Video Production insieme a Rai Cinema e Bling Flamingo con il supporto di Lazio Cinema International e MIC, Una Madre arriverà prossimamente nelle sale (da deifinire la data) distribuito da I Wonder Pictures.

Una ragazza tira a lucido le vetrate dei negozi per guadagnare dei soldi prima di tornare nella sua fatiscente casa e da sua madre (Micaela Ramazzotti) alcolista.
È Deva (Aurora Giovinazzo) che sembra avere uno sguardo severo verso il mondo, inasprito dalla sua vita complicata e dalla sua difficile scelta di aver compiuto un aborto per via della sua giovane età e di una relazione superficiale.
Deva cerca insistentemente lavoro per sbarcare il lunario, fino a che non incontra Carla (Angela Finocchiaro) al mercato del pesce che le offre una posto nella sua pescheria chiedendole anche di badare a suo nipote di un anno.
Nonostante un iniziale atteggiamento distaccato, Deva inizia pian piano ad avvicinarsi al bambino affezionandosi ed entrando in contatto con quel senso materno che sembrava non far parte di lei.
Una madre mette in gioco la rilevante e delicata tematica dell’aborto e della maternità affrontata all’interno di un contesto giovane, in cui la protagonista è una lottatrice: il personaggio di Deva cerca di andare avanti nonostante la difficoltà fisica e i postumi di un’esperienza che volente o nolente le ha lasciato un segno profondo.

Il regista si focalizza su di lei lasciando che tutti gli altri interpreti le ruotino intorno, per poi avvicinarsi in punta di piedi sul legame che Deva sviluppa nei confronti del bambino.
Una madre sembra voler raccontarci con risolutezza e sensibilità l’aspetto più profondo del trauma esistenziale della giovane. D’altro canto l’intimità psicologica viene fatta ben intendere anche da Aurora Giovinazzo che riesce a stamparsi sul volto un’espressione aspra e austera, in antitesi con la sua giovane età.
Gli altri personaggi sono funzionali all’innesco del cambiamento di Deva fino a trovare una sorta di salvezza nel rapporto di affetto verso il bambino.
Seppur con dei dialoghi brevi, Una madre riesce a raccontare ciò che si prefissa grazie alla scelta di una semplicità visiva che porta il racconto in una “realtà vera e non cinematografica”, suggerendo allo spettatore le emozioni fondamentali per comprendere appieno il racconto.