“C’è un buon motivo per temere questa notte”, confida il poliziotto Hawkins (Will Patton) al dottor Sartain (Haluk Bilginer) in Halloween, non riferendosi al trick or treat dei bambini travestiti che bussano alla porta. Il regista David Gordon Green abbandona ogni timore e tenendo saldamente le redini del sequel di Halloween – La notte delle streghe, prova a chiudere il cerchio di sangue iniziato nel 1978 con l’horror low budget diretto da John Carpenter.

halloween jamie lee curtisHaddonfield, Illinois, 2018. Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) vive in una casa “fortificata” in attesa del ritorno di Michael Myers, l’uomo che quarant’anni prima tentò di ucciderla. Rinchiuso nell’ospedale psichiatrico di Smith’s Grove e prossimo al trasferimento, il killer fugge dal pullman finito fuori strada durante il viaggio verso l’altro istituto.

Halloween inizia con un omaggio ai titoli di testa del capitolo precedente, mentre una zucca disciolta riacquista lentamente le fattezze della tipica Jack-o’-lantern: chiara metafora del male che riprende forma. Cacciatore e preda tornano così a inseguirsi, rivendicando un’interdipendenza che la pellicola tiene sempre per inciso, assieme allo scontro che vede protagoniste tre donne di generazioni diverse, ma unite dallo stesso destino.

halloween baby sitterDalla sceneggiatura di Danny McBride, Jeff Fradley e dello stesso Green, traspare il filo rosso della vendetta, ma anche quello lasciato dai corpi senza vita. Michael Myers è il boogeyman, un’ombra mascherata che osserva gli altri respirando in silenzio, pronto a colpire all’improvviso senza alcun ripensamento, ma soprattutto, senza il bisogno di comunicare: non a caso viene indicato col sostantivo “The Shape” fin dal primo film.

D’altronde in Halloween ogni parola è inutile contro i precisi e letali movimenti della “Cosa”, valorizzati in maniera impeccabile dal ritmo serrato di una regia a tratti anche ironica. Jamie Lee Curtis spicca tra attori che non riescono a brillare di luce propria, ma la vera punta di diamante rimane la colonna sonora curata da Carpenter, in cui un cavernoso riff di chitarra pare abbia atteso quasi mezzo secolo per esplodere in una sola notte.