Se Diabolik – Ginko all’attacco ambiva ad essere un capitolo a sé stante, incentrato sulla tenacia di Ginko, questo terzo film Diabolik – Chi sei? riprende e racconta le origini del temibile ladro in nero.

Diabolik – chi sei? chiude la trilogia dedicata a Diabolik, presentato alla giornata di apertura della Festa del cinema di Roma, nella sezione Grand Public, è scritto e diretto dai Manetti Bros.
Il film riprende l’albo numero 107 scritto dalle Giussani nel 1968 e mette sotto i riflettori la nascita e l’evoluzione del personaggio di Diabolik.

Prodotto da Mompracem con Rai Cinema, insieme ad Astorina e Bleidwin, è distribuito da 01 Distribution ed arriverà al cinema dal 30 novembre.

Il ben calcolato tentativo di Diabolik (Giacomo Gianniotti) ed Eva Kant (Miriam Leone) di rubare le rare monete della contessa Wiendemar (Barbara Bouchet), viene mandato in fumo da una banda senza scrupoli che compie una rapina nella banca di Clerville, portando via con sé anche le preziose monete.

La ricerca della refurtiva conduce sia l’ispettore Ginko che Diabolik nel “posto sbagliato al momento sbagliato” ed entrambi vengono colti di sorpresa e tenuti in ostaggio nella casa dell’avvocato Manden (Massimiliano Rossi). Il tempo trascorso insieme nell’attesa di essere uccisi diventa il momento per Diabolik di esplicare il suo passato avverso e la sua trasformazione da orfano a prodigioso e temuto ladro. Nel frattempo Altea (Monica Bellucci) preoccupata per la scomparsa di Ginko inizia la sua ricerca chiedendo aiuto ad Eva Kant ed entrambe cercheranno di portare in salvo i loro amanti e compagni.

Come terzo capitolo, Diabolik – Chi sei? è un po’ più articolato rispetto ai due capitoli precedenti, oltre che essere una trasposizione fedele (anche troppo) del centosettesimo numero dell’omonimo fumetto. Una riproduzione fedele della storia senza contaminazioni, che gioca con ambientazioni e contesti dei tardi anni Sessanta, per raccontare una storia fatta di decisioni, salvezza e intime confessioni.
I personaggi femminili diventano decisivi per garantire la salvezza agli antagonisti maschili (Diabolik e Ginko).

Diabolik – Chi sei? enfatizza una narrazione che appare differente, rispetto ai film precedenti, per il fatto di essere più vicino agli anni Settanta. Affacciandosi nei cinematograficamente violenti 70s, Diabolik – Chi sei? si diverte a dare un vago richiamo a quella brutalità raccontata nei polizieschi, che si fonde con interpretazioni che risultano un po’ troppo enfatiche a discapito della naturalezza.

Così, mentre l’inizio sembra avere una spinta narrativa incentrata sull’action, nella sua seconda metà il film sembra allentare il ritmo in favore del finale.
All’interno di una fotografia fredda e dai toni scuri, con cui il film tenta di strizzare l’occhio alle cupe atmosfere espressioniste, si consumano crimini e indagini da una parte e confessioni e rivelazioni dall’altra.

L’oscurità regna attraverso un flashback in bianco e nero che lascia trasparire il passato di Diabolik e le sue origini tra provette ed esperimenti. Diabolik – Chi sei? è una discreta conclusione del percorso del Diabolik “Manettiano” in cui si cerca di avvicinare lo spettatore alla metamorfosi di un antieroe destinato a essere eterno.