Warcraft – L’inizio, terzo film di Duncan Jones, figlio del mai troppo compianto David Bowie, è il nuovo prodotto di un connubio che non ha mai troppo convinto né pubblico né critica: quello tra film e videogiochi. Sin dalla trasposizione su pellicola cinematografica di Super Mario, passando per Street Warcraft l'inizioFighter, Mortal Kombat, l’epopea di Uwe Boll (Alone in the Dark, House of the Dead e vari altri prodotti che hanno segnato, in negativo, la fama del cineasta tedesco) e per il recente Doom, questo genere di adattamenti è stato sempre messo alla berlina per la scarsa capacità di riprodurre lo spirito del videogame originale in una versione con attori in carne e ossa. È riuscito il virgulto Jones a invertire la tendenza?

La serie di Warcraft è da sempre una delle più amate dai videogiocatori fin dai primi capitoli degli anni ‘90, il racconto della guerra infinita tra Umani e Orchi, prima in versione strategica, poi, con l’epopea di World of Warcraft, come gioco di ruolo online, ha incollato al monitor milioni di fan in tutto il mondo.

Duncan Jones opta per un prequel che racconti le origini di questa epica battaglia tra le due specie, seguendola sia dal punto di vista degli orchi, con il valoroso Durotan a contrastare il perfido stregone Guldan, sia dalla prospettiva umana, rappresentata dal duro Lothar, dal giovane re Wrynn e dal mago Khadgar (interpretato da un ottimo Ben Schnetzer), nonché dall’enigmatico Medivh, figura chiave della serie videoludica, affidato a Ben Foster.

Affrontare la serie di Warcraft, caratterizzata da un intreccio molto complesso, appare da subito una scelta poco convincente; l’obiettivo principale di questo genere di pellicola è quasi esclusivamente intrattenere fans del videogame e spettatori in cerca di un buon fantasy con epiche battaglie e scontri all’ultimo sangue. Da questo punto di vista Warcraft – L’inizio, tutto sommato, centra il bersaglio: le scene d’azione sono perfettamente a fuoco e ad alto dosaggio di adrenalina, così come gli scontri faccia a faccia tra il buono e il cativo. A contribuire in maniera determinante alla messa in scena di queste battaglie è l’ottima caratterizzazione dei personaggi: Travis Fimmel fa alla grande il suo dovere nei panni del rude guerriero con ironiche freddure qua e là, e il già citato Ben Schnetzer si erge da subito come personaggio meglio riuscito, Khadgar inizialmente impacciato, insicuro, ben presto diventa determinante con i suoi poteri magici, unica pecca è probabilmente la scrittura del figlio di Lothar, che appare troppo presto come la vittima sacrificale designata e il cui controverso rapporto col padre non è approfondito a sufficienza.Warcraft-l'inizio 2

Decisamente migliore è la seconda metà del film, con il susseguirsi inesorabile degli eventi che porteranno all’apertura del portale tra il mondo umano e il mondo degli Orchi. L’inizio è infatti costellato di dialoghi non sempre utilissimi, e talvolta scontati, che frammentano la linea narrativa e allungano inutilmente il prodotto che sfora le due ore senza apparente necessità. Probabilmente Jones non ha voluto semplificare eccessivamente la trama, focalizzandosi tuttavia in un contesto che predilige l’azione, però, forse lo spettatore non si aspettava una storia complicata e prolissa da questo tipo di film.

Warcraft – L’inizio non mancherà comunque di deludere sia i fans del videogame, sia il pubblico amante del fantasy; malgrado l’eccessiva durata, una certa frammentarietà e qualche imprecisione tecnica da parte di un regista ancora giovane (sulle inquadrature dall’alto di ispirazione Jacksoniana si può ampiamente migliorare) il film è assolutamente godibile, ritmato e molto spettacolare. Lo spirito videoludico (con accento soprattutto sulla seconda parte della parola) è colto in parte, ma tutto sommato, per un prodotto meramente commerciale, basta e avanza così.