La maggior parte dei sequel non è necessaria e quasi sempre ci troviamo davanti a uno sfruttamento commerciale compromettente per il prodotto, ma non è il caso di Zombieland – Doppio colpo che, lo diciamo subito, è decisamente all’altezza del precedente.
Zombieland – Doppio colpo è dunque una commedia horror dal gusto classico fondata sugli elementi che stavano alla base del suo genitore, Benvenuti a Zombieland (2009): spirito goliardico, lugubre ironia e immancabili sequenze splatter.

Zombieland – Doppio colpo: trama del film

Anche i protagonisti sono gli stessi e l’apocalisse zombie è ancora in atto.
Ritroviamo Tallahassee, Columbus, Wichita e Little Rock dieci anni dopo la rocambolesca fuga da Pacific Playland. I quattro sopravvissuti si sono imprevedibilmente stabiliti alla Casa Bianca che hanno trasformato in un trogolo (stile confraternita universitaria) piena di birra e di reliquie di un recente passato pop privo di zombie.
Sono diventati una piccola comunità famigliare con Tallahassee (Woody Arleson) in veste di capofamiglia iper-patriottico che vigila sulla giovane coppia di innamorati, Wichita e Columbus, e sulla piccola Little Rock. Tutto molto rassicurante, ma fuori la porta di casa gli umani vivi sono pochi e i morti viventi si sono evoluti in una razza più forte e resistente.

Come nelle migliori famiglie, non mancano i dissapori. Le tensioni sentimentali tra Columbus (Jesse Eisenberg) e Wichita (Emma Stone) insieme ai malumori adolescenziali di Little Rock (Abigail Breslin) spingono le due ragazze a fuggire di casa, innescando una valanga di complicazioni. E quando il nucleo principale riesce a riavvicinarsi, insieme a nuovi e improbabili personaggi, l’apocalisse zombie è all’apice della sua foga famelica. 

Zombieland – Doppio colpo: Recensione

L’accordo perfettamente calibrato tra action super splatter e battibecchi maleducati e scorretti avevano generato un’atmosfera adrenalinica, paurosa e al tempo stesso spassosa, facendo sì che Benvenuti a Zombieland diventasse un cult moderno di genere e di grande grande successo per il pubblico e per la critica.

Nel sequel del 2019 la crew tecnica è rimasta la stessa: regia di Ruben Fleischer (Venom) e sceneggiatura del trio composto da Rhet Reese, Paul Wernick e Dave Callaham (Deadpool). Forse è per questo che i toni ironici e il livello comico sono praticamente inalterati e mantengono lo stesso graffiante sapore.
Anche le regole fondamentali per sopravvivere agli zombie sono le stesse alle quali, purtroppo, sembra aggiungersi una norma che da qualche tempo governa la Hollywood dei blockbuster: qualsiasi cosa di successo deve avere un sequel, a tutti i costi!

Zombieland-doppio-colpo

Zombieland – Doppio colpo è quindi lo stesso film di 10 anni fa, ma una squisita continuità visiva e narrativa porta lo spettatore dentro un nuovo capitolo evoluto in cui la mattanza di zombie è più sanguinolenta e grottesca, lo humor è ancora più meta-cinematografico e spiazzante di prima.

È un film decisamente divertente, anche se inciampa in alcune ripetizioni. Non guasta neanche quel marcato accento posto sul tema della famiglia. Il vero punto di forza è caratterizzato dai rimandi alla cultura pop, da Elvis alla “bestia su quattro ruote” di Trump, dai film d’azione anni ’80 agli zombie stessi che hanno assunto un ruolo piuttosto sovradimensionato nella cultura pop e, a tal proposito, è esilarante la gag usa e getta dove Columbus legge un fumetto di The Walking Dead.

Probabilmente Zombieland – Doppio colpo non era un sequel necessario, nel primo capitolo le cose che Ruben Fleischer e gli sceneggiatori avevano da dire erano già state chiaramente sciorinate, ma grazie allo spettacolo di sangue finto e risate macabre offerto, Zombieland – Doppio colpo diventa sicuramente un secondo capitolo degno del grande schermo.
Dopo 99 minuti di sano intrattenimento cinematografico possiamo citare soddisfatti la regola #32 di Columbus:
“In tempi folli, goditi le piccole cose!”