Da qualche parte negli Stati Uniti d’America un musicista annaspa in un mare di sregolatezze e droga. Qualche passo più in là, una talentosa cameriera si esibisce in un bar per drag-queen. Il caso li avvicina per una notte intera, ora non possono più fare a meno l’uno dell’altra. A star is born è una palpitante storia d’amore, prima di tutto.
Quello famoso è lui, Jackson Maine, rockstar dell’Arizona che infiamma le folle con la chitarra elettrica. Ally, lei, è una cantautrice anonima capace di trasformare ogni cosa in magia musicale. Il punto di contatto tra i due è intimo e vibra a ogni nota mentre la vicenda cavalca verso i bagliori del successo e, allo stesso tempo, sprofonda negli abissi dello sconforto. Qualcuno una volta disse che l’amore è una scarpa comoda, per Ally e Jackson è una confort zone sulle cui pareti s’infrange il main theme “You’re giving me a million reasons to let you go/You’re giving me a million reasons to quit the show…”.
La coppia Cooper Gaga è incredibile. Bradley Cooper plasma il quarto remake di È nata una stella con polso e delicatezza allo stesso tempo, senza mai pretendere di essere autoriale già agli esordi della carriera da regista. Il suo è un prodotto cinematografico di estrazione commerciale dove le trasparenze rivelano la necessità di esprimersi, di avere qualcosa da dire, per distinguersi dal chiasso. E questa esigenza è il senso profondo del film. Cooper lo fa suo con una regia personale e ragionata e sullo schermo regala una prova interpretativa strepitosa, da far sbiancare i migliori attori protagonisti della storia degli Oscar.
Ciò che accade tra Ally/Gaga e Jackson/Cooper attraversa lo schermo e travalica la storia stessa, visiva e narrativa. Le corrispondenze tra la carriera canora di Lady Gaga e il ruolo interpretato sono spiazzanti perché davvero molto simili tra loro –ciò però accadeva anche nel 1954 con Judy Garland, la “stella” dell’omonimo A star is born di George Cukor. Uguale affinità anche per Bradley Cooper che offre l’occasione alla protagonista di lasciarsi scoprire (e amare) dal pubblico come attrice, così come Jackson induce Ally ad esibirsi ai suoi concerti per mostrare a tutti il suo talento. Nei confronti del suo primo film da regista, Cooper mostra lo stesso sentimento che spinge il suo personaggio a biasimare la deriva pop e superficiale della nuova Ally che scala le classifiche.
Bradley offuscato da Ally, Gaga trascinata sul grande schermo da Jackson. Lui la strucca di tutto, la sveste, la scuote e la ama fino a toccare il fondo del bicchiere. Lei si ritinge i capelli e vola fino ai Grammy.
Entrambi sono grandiosi e febbricitanti di passione, da qualsiasi punto di vista. Nessuno però è realmente superiore all’altro perché questo A star is born è la summa del film di grande distribuzione e consumo capace di incantare grazie agli alti ritmi dei reparti tecnico-artistici impiegati in un prodotto che prima di tutto è cinematografico.
Un plauso speciale va Bradley Cooper che fa vedere di saperci fare con la macchina da presa e di essere alla ricerca di uno stile proprio. Gli concediamo ancora un altro minuto di applausi per aver preferito l’uso di dolly e gru al posto dei malefici droni tanto in voga.
A #Venezia75 il film è solo un evento speciale fuori concorso, ma a breve inizia la stagione dei premi e questo amore istintivo e selvaggio vuole trionfare. Dopotutto ci sta bene. A star is born in fin dei conti è una storia (dance)pop con un finale punk, ma ai piedi calza stivali da cowboy con cui non si può ballare il tiptap di Ryan Gosling.
[…] letteralmente (ri)scritto sulla sua fisionomia e naturale espressività, come nel remake A Star Is Born di Bradley Cooper. Gaga la sfida l’ha raccolta (e come!), abbandonando la sua confort […]