Siamo tutti fan di Aldo Giovanni e Giacomo! A dimostrarlo non è solo il fatto di essere riusciti a intrattenere intere generazioni fin dai tempi di Mai dire Gol, ma la loro capacità di intersecare le emozioni alla commedia. Il trio comico ritorna al cinema con Il grande giorno, film diretto da Massimo Venier e scritto dallo stesso regista insieme a Davide Lantieri, Michele Pellegrini (già sceneggiatori di Odio L’Estate) e da Aldo, Giovanni e Giacomo.

Il grande giorno è un film in cui famiglia, contrasti e malinconia si mescolano per raccontare una storia che va ben oltre la semplice commedia. In uscita in sala dal prossimo 22 dicembre, è prodotto da Agidi Due, Medusa Film insieme a Prime Video.

All’interno di una lussuosa villa che si affaccia sul lago di Como sta per avere inizio il matrimonio di Caterina (Margherita Mannino) ed Elio (Giovanni Anzaldo), relativi figli di Giovanni e Giacomo.
Entrambi i padri sono amici da trent’anni e soci in affari presso la loro azienda Segrate Arredi. Mentre Giacomo è un po’ più oculato e non troppo entusiasta della celebrazione, Giovanni non bada a spese ed è al settimo cielo poichè per lui questo matrimonio significa accrescere un forte legame di amicizia.
Trascorso il primo dei tre giorni di festeggiamenti iniziano ad arrivare gli invitati e tra questi anche Margherita (Lucia Mascino), ex moglie di Giovanni e madre della sposa, con il suo compagno Aldo al seguito. Con la sua esuberanza, quest’ultimo si ritrova artefice di una serie di gaffes che causano ai due padri una serie di cambiamenti sull’organizzazione del matrimonio. Dopo aver pronunciato una parola di troppo durante le prove della cerimonia, Aldo crea involontariamente una rottura tra gli storici amici mettendo in discussione la trentennale amicizia tra Giacomo, Giovanni e il resto della famiglia…

Una voice over ci catapulta direttamente all’interno di un’atmosfera in cui si dichiara immediatamente la portata traumatica del matrimonio, quando ad organizzarlo sono dei genitori un po’ sopra le righe. Con questi presupposti Il Grande Giorno inizia a raccontare tutta una serie di dinamiche e di inconvenienti all’interno di un arco temporale di tre giorni.

I toni emotivi sono mutevoli e il film parte da una commedia più disinvolta per poi arrivare ad un livello infinitamente più alto, in cui converge non solo la tematica famigliare, ma anche la complessità dei rapporti umani e l’accettazione del cambiamento.

Il grande giorno è una commedia narrativamente scorrevole e ricca di interazioni, in cui ogni personaggio è ben delineato in base alle proprie ansie e “nevrosi sentimentali”. Alcune protagoniste femminili (in particolare le mogli e le ex) interagiscono tra loro con una rivalità soppressa in riferimento ad azioni passate.

Attraverso una suggestiva colonna sonora origlinale ad opera di Brunori Sas, nel film si creano degli attimi di sospensione del tempo percepibili durante le scene più conflittuali. Egli stesso ha affermato in conferenza stampa che Il grande giorno è

«una commedia in cui la famiglia rappresenta una forma di illusione per ancorarsi ad una sicurezza in un mondo frammentato. È dura quando crolla anche questa certezza, ma il bello è rendersi conto della realtà».

Il grande giorno è uno di quei film che non sviluppa banalmente la comicità secondo un crescendo, ma sfrutta il meccanismo malinconico per rendere tutto più tangibile e più realistico, tanto da riconsiderare amicizia e famiglia.
La necessaria accettazione del cambiamento da parte dei protagonisti rappresenta non è solo causa di malinconia, ma anche una risoluzione narrativa che porta lo spettatore ad una empatica riflesione su aspetti che della vita stessa.

Il trio, anche ne Il grande giorno, funziona bene come sempre e il personaggio di Aldo svolge la funzione di ignaro disturbatore di quella drastica organizzazione operata da Giovanni e Giacomo, che a loro volta sono due padri con caratteri fortemente contrapposti.

È proprio la grande attinenza alla vita vera che porta Aldo, Giovanni e Giacomo a sviluppare la loro comicità senza mai scadere nel banale e andando a toccare delle note emozionali che lasciano nello spettatore qualcosa di più di una semplice risata.