gian maria volontè documentario

“Io cerco di fare film che dicano qualcosa sui meccanismi di una società come la nostra, che rispondano a una certa ricerca di un brandello di verità. Per me c’è la necessità di intendere il cinema come un mezzo di comunicazione di massa, così come il teatro, la televisione. Essere un attore è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressive di questa società per tentare di stabilire un rapporto rivoluzionario fra l’arte e la vita”  G.M.V.

Anche attraverso queste parole possiamo delineare la figura di Gian Maria Volonté, rimpianto attore capace di coniugare perfettamente talento, straordinario mimetismo e impegno politico. Quest’ultimo è il lato di certo più discusso, forse meno conosciuto. Nasce proprio da qui l’esigenza del filmaker, produttore e montatore Patrizio Partino di riprendere il discorso politico su Gian Maria Volontè con il documentario: Dimenticata Militanza – Un ritratto politico di Gian Maria Volonté. gian maria volontè documentario
Co-prodotto da Zi&Pa Pictures e Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, ad oggi è disponibile una versione da 15 minuti, ma il progetto ne prevede una estesa alla quale Partino e la sua troupe continuano a lavorare intensamente anche attraverso l
a campagna di crowdfounding ((https://it.ulule.com/dimenticatamilitanza/) con cui chiunque può contribuire con una minima offerta. Il progetto è denso di partecipazione, ricerca e documentazione e già nella versione “breve”  traccia un ritratto definito del Volontè impegnato politicamente e socialmente, un’immagine dell’uomo pubblico oltre che dell’attore.
Così in Dimenticata Militanza, tra le immagini di repertorio di lavoratori rabbiosi, in lotta per i propri diritti, tra le assemblee affollate e gli slogan gridati al padrone, troviamo il Volontè militante alle prese con le prove di uno spettacolo di protesta sulla morte dell’Anarchico Pinelli. Un attore che ha dato a loro (al movimento operaio) voce e corpo anche attraverso l’indimenticabile interpretazione di Lulù Massa in La classe operaia va in paradiso di Elio Petri del 1971. Volontè sullo schermo incarna l’operaio medio durante i tumulti nelle fabbriche italiane: uno stakanovista alienato, nevrotico, una “macchina” da sfruttare fino all’esaurimento. Oltre la sala , l’attore milanese si è sempre schierato dalla parte dei lavoratori, presenziando in prima linea a comizi e assemblee.

Abbiamo rivolto alcune domande a Patrizio Partino riguardo questo suo ambizioso progetto e la sua visione di Gian Maria Volontè attore e militante. (vai all’intervista)