“Mercoledì sono io, è da sempre fonte di ispirazione: sono cresciuto con i fumetti e la serie tv, mi identifico con lei e abbiamo lo stesso punto di vista in bianco e nero”.

Tim Burton

Tim Burton non si è mai nascosto a proposito degli Addams, ha sempre dichiarato un caloroso amore per la famiglia più creepy di sempre e ora che la serie Mercoledì spopola sulla piattaforma Netflix, il balletto sulle note di Bloody Mary di Lady Gaga è diventato virale e le trecce si apprestano ad essere la nuova acconciatura da portare per essere cool, possiamo rispondere ad alcune domande che ci erano venute in mente alla visione del primo trailer: quanto Tim Burton è rimasto fedele a sé stesso? quanto alla serie del 1964? Quanto all’intento di Charles “Chas” Addams creatore appunto dell’Addams family?

Procediamo per gradi, partendo da un paio d’anni prima del 1940 quando la lugubre famiglia, ancora in embrione, faceva la sua prima apparizione in una vignetta del New Yorker.

Charlie Addams e la prima vignetta

Nei cinema americani L’eterna illusione (You Can’t Take It With You) di Frank Capra e Susanna! (Bringing Up Baby) di Howard Hawks sono i film più visti, mentre in quelli europei si può assistere ad Olympia di Leni Riefenstahl, trionfo del cinema e purtroppo anche dell’ideologia nazista.
I personaggi di Faulkner ed Hemingway vogliono comprendere, se non dominare una realtà secca fatta di forti contrasti sociali.
L’Art Deco si sta ancora prolungando negli Stati Uniti ed influenza le architetture, le illustrazioni pubblicitarie e le vignette satiriche delle riviste.

E’ il 1938 e il 6 dicembre compare sul New Yorker questa prima vignetta della Famiglia Addams con la firma di Chas (all’anagrafe Charles) Addams.

Con l’intento di parodiare il film La sposa di Frankestein ed il filone horror con le famiglie “mostruose” tanto in voga ad Hollywood in quegli anni, Charles Addams dichiara subito il suo intento satirico ed il cinismo con cui rivolge un severo sguardo alla società che lo circonda.
Nel corso degli anni, a questi primi tre, si aggiungono altri personaggi. L’universo Addams prende forma e sebbene ancora senza nome ed una vera e propria caratterizzazione, questa famiglia per iperbole è la perfetta raffigurazione di quella decadente alto borghesia affollata di figure che in virtù del loro benessere economico si concedono una vita “assurda” lontanissima da quella delle persone comuni.
Gli Addams come li conosciamo, con i loro caratteri e il loro essere orgogliosamente diversi arriveranno nel 1964 con la serie tv ormai cult.

La famiglia Addams: la serie del 1964

Non vogliamo film mistificatori, ben fatti, persuasivi, ma grezzi e mal fatti, purché vitali

Jonas Mekas – Manifesto del New American Cinema Group

Le grandi Major di Hollywood prendono sottogamba il nuovo cinema underground (per la sua esistenza sotterranea che si sviluppa all’interno ad una sorta di contro-sistema), fatto di influenze del cinema europeo, sperimentazioni visive, strategie narrative non lineari e soprattutto produzioni a bassissimo budget.
La cronaca di un’America seduta nel consumismo e priva di tensioni ideologiche esce limpida dai romanzi di John Updike.
Le serie televisive hanno consolidato una struttura drammaturgica semplice e lineare (esordio, svolgimento e climax, immancabile risoluzione con lieto fine), le storie arrivano da adattamenti di sceneggiati radio (il medical-drama Dr. Kildare o il poliziesco Dragnet) o fatti di cronaca (Alfred Hitchcock presents).
E’ il 1964 quando David Levy decide di riproporre sotto forma di commedia televisiva i personaggi di Chas Addams di cui era innamorato fin da bambino.

Morticia, Gomez, Mercoledì, Pugsley, Zio Fester e il loro bizzarro parentado irrompono dei piccoli schermi americani il 18 settembre di quell’anno.

Gli Addams vivono in una enorme e fatiscente villa gotica, decisamente sinistra, che affaccia su un cimetero. Il gentiluomo amante dei sigari Gomez e la sua oscura signora Morticia sono genitori moderni: vivono sereni l’eros (un elemento brutale per gli standard televisivi dell’epoca che volevano moglie e marito in letti separati) e concedono ai figli il libero arbitrio che poi Mercoledì e Pugslet portano all’estremo.
Questi elementi e non le macabre stranezze rendono gli Addams dei diversi. Sono ancora la parodia dell’America benestante, ma queste sfumature satiriche si iniziano a perdere così come l’atmosfera horror delle vignette di Chas Addams poco convinto della serie e amante solo della celeberrima sigla.

Sia il look horror-dark che la critica sociale feroce verranno ripresi soltanto col film di La famiglia Addams (The Addams Family) del 1991 diretto da Barry Sonnenfeld con una indimenticabile Christina Ricci nei panni di Mercoledì e in quelli di una Morticia, più inquietante e più babayaga, Angelica Huston.
Prima della pellicola di Sonnefield c’erano state altri reboot televisi e una serie d’animazione.
La famiglia Addams ebbe un sequel La famiglia Addams 2 del 1993 e una serie d’animazione dedicata ai più piccoli.

Gli Addams prima ancora della serie Netflix torneranno sugli schermi in due animazioni in CGI dove, specialmente nel secondo il personaggio di Mercoledì assume spessore e importanza.

Mercoledì di Tim Burton

Dalle pagine de I ragazzi della Nickel di Colson Whitehead esce fuori una società malata di sé stessa dove le disuguaglianze esistono ancora e spesso sono più acide e violente che in passato.
Il Me too ha la stessa risonanza del Black leave metters.
Al cinema il pubblico è incantato dagli effetti speciali del Marvel Cinematic Universe, ma spesso preferisce restare a casa e sfruttare l’abbonamento ai servizi streaming.

Su uno di questi, Netflix, il 23 novembre 2022 esce Mercoledì serie diretta (nei primi 4 episodi) dal visionario Tim Burton.

L’operazione fatta da Tim Burton è stata di quella di prendere il personaggio di Mercoledì, spingerlo un po’ più là con gli anni e farlo confrontare con le tematiche adolescenziali.
Viene inserito e caratterizzato un controverso, ma dolce conflitto genitori figli e il contesto non è più quello della villa degli Addams, ma la scuola dove Mercoledì è “esiliata”.
L’istituto è una sorta di mondo parallelo dove gli studenti sono le creature più strambe e lugubri delle leggende dell’occulto, quindi non più solo La famiglia Addams come outcaster ma un intero universo, ciò smorza totalmente la satira di Chas Addams (a cui però il look dei personaggi rende un sentito omaggio) e focalizzare l’attenzione sulla diversità.

Tim Burton ha fatto del tema della diversità il cardine della sua poetica, ma in Mercoledì ne abbiamo una versione molto superficiale come se le tinte dark fossero sbiadite, forse per centrare meglio il target adolescenziale di riferimento, però rinunciando totalmente a quello intellettuale.

La marcia in più di Mercoledì è nell’aspetto visivo, Tim Burton dà libero sfogo alla fantasia centrando tutti i character design (che forse hanno come unica pecca quella di essere troppo ammiccanti al mondo della moda) ma dimentica di inserire quelle sfumature emozionali che avevano reso personaggi come Edward mani di forbice o Jack Skellington vere e proprie icone del cinema alla stregua dei baffi di Chaplin o del neo di Marilyn.