Stefano Incerti, per il suo atipico noir Neve, sceglie come sfondo l’Abruzzo invernale che, col suo paesaggio imbiancato, crea un’atmosfera ovattata e quasi sospesa.

Neve, uscito nel 2014, per Stefano Incerti è quasi un esperimento, non solo per l’ambientazione definibile atipica per un noir fatto di fughe e rincorse, ma proprio per la creazione del film stesso.

Girato in tre settimane, per di più con temperature che toccavano i -15 gradi, il film è nato proprio dall’idea della neve, di quel bianco ghiacciato che nasconde e confonde, ed è bastato un budget limitatissimo per dare vita a questa storia.

Se pensiamo all’iper caratteristico Gorbaciof con Toni Servillo, che Incerti ha regalato al suo pubblico una manciata di anni prima di Neve, l’ambientazione scelta dal regista è diametralmente opposta, ci si sposta, infatti, dalla chiassosa Napoli, patria di Incerti, alla gelida Rocca di Mezzo.

Quello che non cambia tra le due pellicole, però, è lo stile, quello del poco parlato e molta gestualità, dei discorsi ridotti al minimo e resi tramite le espressioni dei protagonisti, un marchio di fabbrica del regista.
Neve, infatti, è quasi definibile un noir esistenziale, volto più verso l’interno che all’esterno, una storia di due protagonisti in fuga da o verso qualcosa che finiranno, inevitabilmente, per condividere parte della loro strada.
Presentato al CourMayeur Noir in festival, il film di Incerti è valso al protagonista, Roberto De Francesco, il premio alla miglior interpretazione.

Neve: trama del film di Stefano Incerti

Quella di Neve è una storia che parla di un incontro, quello tra Donato e Norah, rispettivamente Roberto De Francesco e Esther Elisha, due persone che, per dirlo con le parole dello stesso Incerti, hanno le spalle al muro.
Donato è un uomo tranquillo, un goffo e quasi invisibile che va in cerca di qualcosa: forse del bottino di una rapina, rimasto sepolto chissà dove, o forse vuole solo chiudere un cerchio rimasto aperto per troppo tempo.

Mentre Donato è in viaggio, con la sua sobria station wagon verde, incontra Norah.
Lei è una donna nera, di uno scuro che contrasta con quel bianco invadente della neve, quasi a sottolineare, ancora, l’inadeguatezza dei personaggi, come a dire che quello non è il loro posto.

Norah viene catapultata giù da un’auto in corsa da Gaetano, una sorta di gangster, un malavitoso senza scrupoli, qui interpretato da Massimiliano Gallo. Il perché delle cose lo scopriremo pian piano, mentre i due si avvicinano, ognuno con i propri segreti. Le vite dei due protagonisti s’incontrano così, quasi in medias res, nel bel mezzo delle loro lotte personali che, inevitabilmente, finiranno per fondersi.

Il paesaggio che diventa personaggio

Nella pellicola di Stefano Incerti, Neve non è solo il titolo, ma è quasi un terzo personaggio, il ghiaccio, qui, non funge solo da ambientazione, ma anche da stato d’animo, come una lente per guardare dentro i personaggi e rivelarne tutta la loro inadeguatezza, il disagio, la sofferenza e il freddo che si portano dentro.

Quella neve interiore poco a poco si scioglierà e mostrerà al pubblico i sentimenti ardenti e le ragioni di queste due vite parallele che, per caso, sono riuscite ad incontrarsi.