Thriller e romanticismo con due divi del cinema? Ci pensa Alfred Hitchcock a dettare lo standard di questo straordinario mix: Notorious – L’amante perduta.
Ultimo film in bianco e nero per il Maestro della suspance prima di passare al colore (1946), inserito dall’American Film Institute al 38º posto nella lista dei 100 migliori thriller e horror di tutti i tempi, e all’86º posto nella lista dei 100 migliori film sentimentali di tutti i tempi. 

Il soggetto è di David O. Selznick ed è l’adattamento del racconto The Song of the Dragon di John Taintor Foote, pubblicato nel 1921, mentre la sceneggiatura è di Ben Hecht, suo grande collaboratore e due volte premio Oscar. La fotografia, invece, è di Ted Tetzlaff, “household name” della Golden Age di Hollywood. 

Il cast include la passionale ed espressiva Ingrid Bergman nel ruolo della protagonista Elena (Alicia nella versione originale) e il divo di marmo Cary Grant nel ruolo dell’agente segreto Devlin, che aveva già lavorato con Hitchcock nel film Il sospetto.
Claude Rains, invece, interpreta l’antagonista filonazista Alessio Sebastian. Infine, Leopoldine Konstantin interpreta la madre tirannica di Alessio, performance memorabile e l’unica nel panorama americano per l’attrice.

L’amante perduta, la trama del capolavoro di Hitchcock

Notorious si svolge a Miami nel 1946, in pieno clima del dopoguerra. Qui John Huberman, una spia tedesca, viene condannato a vent’anni di carcere mentre sua figlia Elena, viene avvicinata dai giornalisti per delle dichiarazioni.

Successivamente, Elena ad un party inizia a corteggiare, in evidente stato di ubriachezza, uno sconosciuto, che al mattino successivo le rivela di essere l’agente segreto T.R. Devlin, mandato in missione dagli Stati Uniti d’America. 

Palesemente già innamorati, Devlin rimane ligio al suo obiettivo e recluta la giovane donna per una missione in Brasile per smascherare un complotto filonazista: Elena si deve avvicinare ad Alessio Sebastian, un suo ex corteggiatore che è anche il capo dell’organizzazione filonazista, arrivando a sposarlo per mantenere la copertura. Il tutto mentre Elena ha a che fare con il lutto per la morte del padre, che si è tolto la vita in carcere, Madame Anne, la madre di Alessio, è ostile al matrimonio e Devlin vede la sua innamorata tra le grinfie di un altro e soffre in silenzio, facendo soffrire Elena a sua volta.

Durante la missione, Elena scopre che la cantina di Sebastian nasconde uranio nelle bottiglie e lo fa presente a Devlin. Proprio mentre si incontrano in cantina, Alessio li scopre ma i due si baciano appassionatamente per creare un diversivo. Alessio, però, non ci casca e con la complicità della madre, decide di avvelenare sua moglie lentamente. 

Nonostante le sue condizioni di salute in peggioramento, Elena continua a fornire informazioni a Devlin, ma quest’ultimo pensa sia un problema di alcool, visto che Elena in passato si è data ai piaceri edonistici senza troppe riserve. Per questo motivo e perché la situazione diventa insostenibile, Devlin decide di farsi trasferire, ma cambia idea quando Elena non si presenta all’ultimo loro incontro.

La va a cercare nella tana del lupo e la trova in fin di vita: spaventato dal poterla perdere, l’agente le confessa il suo amore, la salva e fugge con lei. Il film si conclude con Alessio, che ora si trova in una situazione critica con i suoi complici nazisti, ai quali dovrà spiegare come sono stati sotto controllo del governo americano per tutto questo tempo. 

Notorious, la recensione di un capolavoro del cinema

Come si può recensire un film come Notorious che continua a dettare lo standard nel cinema? Qui non si tratta di dare opinioni o di leggere la pellicola da un punto di vista più moderno, ma di scardinare semplicemente perché questo gioiellino di Hitchcock non si piega al tempo che passa, diventando un punto di riferimento.

Non è tanto per la trama, che si rivela semplice, ma per l’esecuzione che fa ancora scuola: in Notorious c’è uno dei più famosi MacGuffin di Hitchcock, ovvero l’uranio nelle bottiglie di vino, l’espediente narrativo che porta avanti il rapporto tra Delvin e Elena, unico vero punto importante di tutto il film. Insomma, la vera storia qui riguarda i sentimenti che Devlin e Alicia hanno l’uno per l’altra, che ognuno nasconde all’altro per gran parte della pellicole, perché Devlin deve mantenere una fredda distanza tra sé ed Elena e buttare giù il rospo di dovere mettere la donna che ama nel letto di un altro uomo, mentre Elena vorrebbe concedersi a Devlin ma è scoraggiata dalla freddezza dell’agente. 

Protagonista del film, dunque, è la loro non-comunicazione che funziona sul detto-non detto e che può andare avanti solo con un MacGuffin, ovvero con una scusa per poter parlare. È la minaccia di perdere anche il più piccolo messaggio scambiato tra loro (anche se solo per lavoro) che li fa finalmente avvicinare. Nella maggior parte dei migliori film di Hitchcock, il protagonista riesce a superare gli ostacoli della trama solo quando questa si spiana e tutto è allo scoperto e nel caso di Notorious, avviene ciò con la confessione d’amore.

Hitchcock e Ben Hecht, nello scrivere la sceneggiatura, elaborano anche una protagonista tridimensionale e complessa. D’altronde, non capita tutti i giorni di essere la figlia di un nazista che desidera più di ogni altra cosa riabilitare il suo nome aiutando l’FBI.

Elena non è la donna nel senso classico del termine e nemmeno una bombshell, nonostante la passione che si taglia con un coltello nell’intero film: la ragazza si versa un drink dopo l’altro eppure si presenta come l’ospite sempre “simpaticona” e con la battuta pronta, sebbene sia fondamentalmente triste per la sua posizione. Ciò la rende la candidata perfetta per ciò che l’agente dell’FBI Devlin vuole che faccia. E Ingrid Bergman in tutto questo è divina nel portare sullo schermo tutte quelle espressioni che nascondono molto di più, senza mai risultare di cera. Forse non si può dire lo stesso per Grant e il suo personaggio, che sembra essere anche passivo e addirittura codardo a tratti. 

In Notorious viene sottolineata anche la pericolosità dell’alcolismo, senza mai glorificare tale problema. E per far passare questa idea, forse, nel ‘46 serviva un personaggio femminile, probabilmente per gli standard machisti sarebbe sembrato patetico che un uomo tutto d’un pezzo possa abbandonarsi a questo vizio.

L’alcol gioca un ruolo simbolico in Notorious, onnipresente con drink e cocktail nei momenti di vulnerabilità dei personaggi. 

Questa collaborazione tra il regista e lo sceneggiatore, regala, alla storia della settima arte, la scena del bacio più lungo e passionale che ci sia, senza mai essere volgare. All’epoca, il Codice Hays limitava i baci sullo schermo a due secondi, ma Hitchcock e Becht raggirano la regola utilizzando un’unica ripresa con carrellata, che riprende i due protagonisti che si scambiano effusioni mentre discutono di cosa mangiare a cena e perfino mentre Delvin fa una telefonata. Una scena dolce, audace, passionale ma soprattutto reale, una finestra sulle farfalle che si provano quando non si riesce a staccarsi dal proprio partner. 

In pieno stile hitchcockiano, Notorious è un insieme ben calibrato di simbolismo, di accumulo di suspense e di illuminazione ad alto contrasto e altri giochi tecnici (come tenere sempre al centro Delvin quando viene guardato da Elena o l’inquadratura che gira in base al punto di vista della ragazza), che rendono la visione del film sempre verde.

Tra le varie cose, per simulare la tenuta a fuoco per tutta l’inquadratura (come nella scena della tazza da caffè avvelenata che Elena rischia di ingerire), sono stati importanti gli accessori progettati con cura grazie al rapido lavoro dei direttori artistici Carol Clark e Albert D’Agostino, cui cura della scenografia aiuta l’immersione nelle soggettive, utilizzate da Hitchcock per catapultare lo spettatore in quello che sta succedendo.

Un altro espediente utilizzato da Hitchcock sono le mani, da sempre inquadrate perché in grado di dare un ulteriore significato alla scena e a ciò che stanno provando i personaggi. Le mani sono spesso rivelatrici delle vere intenzioni e al tempo stesso sono anche un ottimo modo per raccontare senza dialogo o senza colpo di scena evidente. Nel caso di Notorious, si tratta della scena della chiave della cantina, che passa tra le mani di Elena e che poi viene visualizzata, dopo un lungo zoom in dall’alto, in un primissimo piano della mano. 

Eleganza e tridimensionalità sono le parole chiave della pellicola, che descrivono Notorious come IL film da recuperare, se ancora non è stato fatto: per fortuna, è possibile vedere la versione italiana in chiaro su YouTube.