Una grande diva della canzone italiana umanizzata nella sua spontaneità e negli aspetti caratteriali più difficili. È Ornella Vanoni la sfaccettata protagonista di Senza Fine.

Il documentario diretto da Elisa Fuksas e scritto insieme a Monica Rametta, presentato in anteprima alle Giornate degli Autori durante la 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e alla Festa del Cinema di Roma.

Prodotto da Tenderstories, Wildside e Indiana Production, sarà nei cinema dal 21 al 23 per poi uscire in sala definitivamente il 24 febbraio.

Un documentario intimo e riflessivo quello in cui la Vanoni espone se stessa, le proprie paure e i propri pensieri con gli occhi di una donna giunta ad un traguardo importante della sua vita.

È inutile tentare di dimenticare…

Sono le prime note della sua celebre Dettagli, brano che scandisce l’inizio in cui una storia personale raccontata con disarmante spontaneità.
Classe 1934 e un forte temperamento sviluppatosi solo con l’età adulta, dopo aver abbattuto la barriera della timidezza. La Vanoni parla di sé stessa partendo da l’Italia post conflitto e dal suo ingresso all’Accademia del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler, da qui in poi inizia la sua salita verso il successo.

È mattina quando la protagonista fa il suo ingresso in un suggestivo hotel termale art déco risalente agli anni Trenta iniziando a raccontare – un giorno dopo l’altro – la sua emancipazione, il suo essersi liberata dai tabù perché per gli altri è sempre stata una spudorata non formale come dice lei stessa.


Senza Fine è una cornice in cui non c’è spazio per le convenzionali regole appartenenti al genere documentaristico. Le conversazioni tra regista e protagonista sono dirette, personali e schiette. Il rifiuto di girare e le domande lasciate in sospeso conferiscono a Senza Fine una grande autenticità che sulla Vanoni funziona perfettamente.

C’è un’autenticità “da dietro le quinte” in cui l’intensità di una intera vita si intervalla ad un personaggio complesso e fragile che – tra una nuotata e l’altra – descrive il suo rapporto con l’età, la solitudine e la tristezza vissuta per non esser stata una madre presente.
Ecco che i filmati di repertorio uniti alla termale routine si mescolano e fanno spazio anche ad una Vanoni che – in un’atmosfera quasi sospesa – incontra Paolo Fresu, per poi confrontarsi con Vinicio Capossela e Samuele Bersani.

Senza Fine inizia e si chiude con l’acqua elemento primordiale e di rinascita.
La Vanoni come una sirena è immersa e così, come per tutta la sua durata il documentario lascia il tempo sospeso così come resta impressa una vita e una carriera senza fine.