Già il primo capitolo aveva stupito tutti, ma Spider-Man: Across the Spider Verse alza l’asticella, sia per lo spettacolo visivo che per la trama, degna del grande schermo.

Con Spider-Man Across the Spider Verse torna Miles Morales, protagonista del fortunatissimo Spider-Man: Un Nuovo Universo del 2018 (vincitore del premio Oscar come miglior film d’animazione), ma l’universo in cui si muove stavolta è tutto nuovo.
Più particolari, più declinazioni possibili del multiverso, più attenzione ai personaggi, con e senza costume da supereroi, insomma un film d’animazione come se ne vedono pochi.

Certo, si sa che da tempo l’animazione ha lasciato la nicchia dei più piccoli per aprirsi alle infinite possibilità e donarsi totalmente al grande pubblico, ma di certo non ci si aspettava che un film del genere potesse tener testa a qualsiasi Spider-Man mai prodotto…e il secondo capitolo ha sfatato il mito per cui per alcune pellicole il sequel non è un bene.

Diretto da Joaquim Dos SantosKemp Powers e Justin K. Thompson questo secondo lungometraggio si è fatto attendere, ma la resa ripaga ampiamente l’attesa, anche perché già sappiamo che per la terza parte Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, bisognerà avere pazienza solo fino al 29 marzo 2024.

Dal fumetto al grande schermo, questo Spider-Man: continua a fare scuola, mantenendo un collegamento incredibile con la carta e tutte le peculiarità a cui i fumetti ci hanno a lungo abituati: onomatopee, disegni e stile…ma sullo schermo è tutta un’altra cosa, soprattutto grazie ai grandi sceneggiatori Phil Lord e Christopher Miller.

La trama di Spider-Man: Across the Spider-Verse

Se non sappiamo qualcosa, non ricordiamo o semplicemente non ci è stata mostrata nella prima parte, niente paura, a raccontare tutto è il lungo recap iniziale di Gwen, un’introduzione animata che dice chiaramente al pubblico tutto quello che deve sapere prima d’immergersi in questa nuova storia che, almeno sulla carta, dura più di due ore ma, forse, dopo la visione ne vorrete ancora di più.

Qui Miles Morales continua a destreggiarsi tra la difficile vita d’adolescente e quella di novello super eroe, è un ragazzo, è uno studente, è un figlio, è un giovane innamorato e tutto questo riesce ad avere lo stesso peso sullo schermo.
Se prima Miles il multiverso l’aveva conosciuto appena, stavolta ci si tuffa dentro, e noi insieme a lui, conoscendo ogni possibile versione del famoso uomo ragno, tra personaggi estremamente divertenti e altri molto più complessi.

Ovviamente insieme a Miles torna Spider-Gwen, che avevamo già conosciuto nel primo capitolo ma che qui apre la storia, raccontando la sua versione dei fatti, la sua vita, il suo rapporto con i padre e il suo percorso che si intreccia a doppio filo, o in questo caso ragnatela, con quello del giovane Miles e di tutti gli altri Spider-Man.

Contro di loro, come ogni buon fumetto che si rispetti, c’è il villain di turno, qui impersonato da La Macchia, anche lui con la sua storia e con i suoi buoni motivi per volere vendetta, tutto giocato tra il divertente e l’inquietante.

Il fumetto buca lo schermo

Le impeccabili tecniche d’animazione prendono tutto lo schermo, con anche degli split screen che sdoppiano l’immagine in pieno stile fumetto e, oltre a regalare al pubblico colori ed emozioni forti, non perdono mai di vista la storia di base, quella trama densa di significato che alterna la storia di Gwen a quella di Miles; la loro è una storia di crescita, di formazione, di adolescenti che cambiano e si integrano, o almeno ci provano, che non trovano un loro posto nel mondo o non sanno come tenerselo.

Ci sono figli che cercano di esprimersi e genitori combattuti tra il lasciarli andare e il tenerli attaccati a sé come non dovessero crescere mai. E’ anche questa infatti la forza del film, il raccontare tra esplosioni, combattimenti, effetti visivi e disegni incredibili, una storia vera in cui è facilissimo immedesimarsi, una crescita che tutti abbiamo dovuto attraversare e una voglia di spiccare il volo che segna il confine tra adolescenza ed età adulta.

Spider-Man qui non è solo un supereroe ma è anche un ragazzo, una ragazza, un adulto, una donna incinta e molto altro, insomma, tutte cose che vedrete nel film, in questa totale destrutturazione del personaggio per declinarlo in ogni maniera possibile.

Ovviamente c’è anche lui, il Peter Parker che tutti conosciamo, e abbiamo già visto nel primo capitolo, non troppo supereroe e molto più persona, di cui ci verrà raccontato anche il rapporto particolare con Gwen.

In questo magma di storie, tutto trova un proprio senso, tra citazioni, cameo e tanti riferimenti agli altri Spiderman che entusiasmeranno il pubblico come fossero tante piccole briciole sparse per tutta la pellicola, pronte solo ad essere trovate…ma niente spoiler altrimenti la sorpresa è rovinata.

Lo spettacolo dell’immagine

Quindi, tantissimi elementi si avvicendano sullo schermo, tutti perfettamente calibrati e con un incastro perfetto, e riescono incredibilmente a non sembrare un calderone disordinato di tecniche ma anzi, ogni inquadratura è piena di particolari che riempiono gli occhi del pubblico, forse servirebbe addirittura vederlo più volte per coglierle tutte.

Ogni immagine sembra quasi un quadro a se stante, un unicum immerso in infiniti dettagli, alcuni bidimensionali, altri che ricordano quasi acquerelli e altri ancora che sembrano uscire dallo schermo come un fumettistico 3D. Ma niente paura, in mezzo a tutto questo marasma, però, c’è il Multiverso che stavolta ha delle regole, tutte spiegate al pubblico con dovizia di particolari, per rendere omogeneo e anche credibile ogni salto da una parte all’altra dell’universo e in ogni dimensione.

In ogni universo c’è, e anzi ci deve essere uno Spider-Man, c’è un motivo se tutti sono lì e soprattutto c’è per Miles. Insomma, infinite versioni di Spider-Man in un Multiverso che li racchiude tutti e che accontenta anche tutti, perché anche il pubblico ha la sua versione preferita di Spiderman che potrà ritrovare tra le maglie del multiverso.

Ultime, ma non ultime, sono le musiche che anche stavolta accompagnano tutta la narrazione, diventando un sottofondo perfetto di una storia street, come già si era visto nel primo capitolo, ma che riescono a stupire ancora e sposarsi benissimo con la vita e il contesto di Miles Morales.

Certo è che in lingua originale tutto acquista più senso, tra musiche, slang e voci riconoscibili, ma anche la versione doppiata, tutto sommato, regala uno spettacolo meraviglioso. E quindi, con quest’animazione incredibilmente dinamica, che salta da una tecnica all’altra proprio come tutti gli Spiderm-Man tra i palazzi della città, non vi resta che correre al cinema per godervi il nuovissimo Spider-Man: Across the Spider-Verse.