Arcane: League Of Legends è una delle migliori serie animate degli ultimi tempi e basta davvero metà episodio per capirlo.
Prodotta da Riot Games e Fortiche Production, la serie è un impianto per gli eventi del videogioco League of Legends che racconta le origini di diversi personaggi di Piltover e Zaun.
Il record come serie più vista su Netflix ad una settimana dal suo debutto, classificandosi al primo posto nella Top 10 della piattaforma in 52 paesi, non è solo sintomo della popolarità del videogioco, ma soprattutto che il prodotto ha superato i confini del fandom, arrivando a fruitori del tutto estranei all’universo di LoL.
Arcane: i personaggi creano la storia
Arcane narra la storia delle sorelle Violet detta “Vi” e Powder, cui pseudonimo diverrà Jinx, e delle loro tragedie personali che le trasformano in ciò che sono, il tutto mentre disordini civili, politica e buone intenzioni si trasformano in un caos che divide le ragazze e le città di Piltover e Zaun.
La serie si compone di tre atti, ognuno dei quali si articola in tre episodi dalla durata di 40 minuti ciascuno, avviandosi verso un culmine che, pur risultando repentino per alcuni spettatori, si rivela essenzialmente perfetto per tenere alta l’attenzione, senza perdersi in elementi narrativi “filler”.
La trama si distingue soprattutto perché i personaggi sono coinvolgenti e multisfaccettati.
L’animazione impeccabile non fa che sottolineare l’espressività e una certa durezza dei tratti dei characters, anche se siamo ben lontani dall’iperrealismo.
Proprio come lo Spider-Verse o l’ultimo film delle Ninja Turtles, in Arcane assistiamo ad una evoluzione dell’animazione tridimensionale, che supera la dicotomia tra gli estimatori del 2D e quelli del 3D, poiché personaggi e sfondi si integrano in maniera armonica, anche nelle scene d’azione che sono molto vivaci. Inoltre, guardare una serie animata e vedere delle vere e proprie inquadrature da telecamera ha sempre il suo fascino.
Il character design esprime elementi che vanno a curare nei dettagli proprio il carattere del personaggio: dalle raffinate espressioni facciali che trasmettono emozioni che permettono più di una lettura contemporaneamente, alle movenze dei corpi diverse per ognuno, come è diverso il loro corpo, non si può non guardare la serie con stupore. La colonna sonora, poi, è la ciliegina sulla torta e il cameo animato degli Imagine Dragons è proprio una chicca.
Insomma, non è necessario essere appassionati di League per apprezzare appieno la bellezza di Arcane.
A differenza di molti prequel così preoccupati di impostare dei punti di svolta per la trama generale, gli sceneggiatori di Arcane hanno capito che è necessario sviluppare prima i personaggi, senza farli diventare la loro versione canonica tecnica. Infatti, nessun personaggio sembra agire per “scelta divina”, ma fanno del loro meglio in una situazione difficile e ciò non porta sempre a un buon risultato. Non sono dei cliché, sembrano persone reali che fanno delle scelte consapevoli, nel bene e nel male.
Lo spettatore riesce a capire perché i protagonisti fanno quello che fanno e questo elemento allontana la voglia di spegnere lo schermo: sin dal primo atto si ha questa sensazione, mentre si guardano i ragazzi prima collaborare e poi litigare per come sia andato il colpo e le conseguenze delle loro azioni. Chi guarda capisce in maniera efficace, anche se “buttato” nel mezzo dell’azione, tutto ciò che succede tra i personaggi e cosa provano in quel momento, senza per forza sapere i retroscena. Tutto ciò è sintomo di una buona scrittura.
Il quid in più? I personaggi femminili. Sebbene non ci sia niente di male nella rivendicazione adolescenziale di fare proprio il personaggio ribelle di turno, Arcane non cavalca l’onda ma va oltre il cliché di donare delle protagoniste “non come le altre ragazze”.
Quando si tratta di “donne forti”, che potrebbero essere tranquillamente abili e indipendenti, spesso le vediamo sballottate dalla trama o dalle decisioni degli uomini nella storia, ma le donne di Arcane hanno il libero arbitrio, la capacità di fare scelte importanti e l’attuazione di questa capacità.
Non è solo potenziale, non è una fantasia, loro agiscono.
Mel Medarda, ad esempio, spinge per la guerra poi cambia rotta e spinge per la pace e per tutto il tempo è la voce cardine del consiglio che li guida in qualunque decisione.
Non è lunatica, non è “bossy”, è decisa anche nel cambiare idea e non c’è nessun uomo o relazione che mina questa proprietà di risoluzione. Andare a letto con Jace, infatti, non è una minaccia a tutto ciò, poiché non è il suo focus.
E Jinx, anche se invece ha una dipendenza dal proprio padre, non vuol dire che non abbia capacità di scegliere. La sua debolezza è dovuta al carattere e non perché sia una ragazza.
Per via del suo passato, Jinx mostra una gamma emotiva dinamica che è allo stesso tempo dignitosa ed empatica. Sono emozioni che arrivano in momenti di vulnerabilità e che aiutano la stessa Jinx a muoversi all’interno della storia.
Risulta bello vedere un personaggio che si fa male, che si sente debole e un fallito, vedere dei protagonisti che hanno dei “second thoughts” sulle loro abilità.
Per concludere, Arcane merita il successo che ha avuto, è una bella storia, piacevole anche per l’impeccabile doppiaggio italiano (senza nulla togliere agli interpreti originali). Arcane è un prodotto animato che si può consigliare senza farsi scrupoli su qualche pre-conoscenza di League Of Legends.