Non c’è da stupirsi se The Last of Us è diventata in pochissimo tempo un prodotto televisivo amato e seguito ovunque: la serie scritta da Craig Mazin e Neil Druckmann (anche ideatore del videogioco) rappresenta un ben orchestrato adattamento dell’omonimo videogame, sviluppato da Naughty Dog nel 2013, ad una storia a puntate.
Prodotta da Sony Pictures Television, Play Station Productions e Naughty Dog, The Last of Us ha ricevuto fin dal primo episodio una valanga di pareri positivi da parte di pubblico e critica, conquistando anche i non giocatori. Successo enorme che dopo solo nove episodi, forse, verrà bissato dalla seconda stagione, distribuita da HBO e in arrivo sui nostri dispositivi nel 2025.
Intanto è possibile (ri)vedere tutta la prima stagione su Sky e Now Tv.
Con una storia che si rifà quasi totalmente a quella del videogame, The Last of Us inizia con una pandemia di Cordyceps, un fungo parassita che, mutando per adattarsi al clima, ha contagiato e decimato la popolazione mondiale riducendo gli infetti a degli zombie.
A distanza di vent’anni dallo scoppio dei contagi, in un clima ormai di guerriglia post apocalittica, Joel (Pedro Pascal) deve intraprendere un viaggio con Ellie (Bella Ramsey) verso Salt Lake City.
La giovane quattordicenne è immune al morso degli zombie e potrebbe garantire una flebile possibilità di salvezza ai superstiti, ma il viaggio riserva continui pericoli che – però – renderanno sempre più forte l’amicizia tra i due protagonisti.
Il viaggio è spesso uno dei temi portanti di molti videogames, racchiudendo l’essenza di una storia avventurosa e brutale che porta alla scoperta di indizi sui protagonisti, sul loro passato e su ciò che li attende.
The Last of Us, riprende proprio il viaggio come colonna portante della storia, lasciando che ad esso si alternino flashback molto significativi, che ripercorrono il passato doloroso dei personaggi.
Ciò che si apprezza della serie è sicuramente l’abilità a mantenersi fruibile sia per un pubblico completamente digiuno, che per una platea di cultori del videogioco. Anche se i più appassionati non avranno problemi a trovare piccole incongruenze o imperfezioni in riferimento alla storia originale, ciò che conta è la riuscita di The Last of Us, che non risulta mai stucchevole e mantiene straordinariamente alta la curiosità.
Con una suspense ben percepibile fin dalla prima sequenza, The Last of Us ci fa convivere con la sensazione che ci sia qualcosa di potenzialmente insidioso a mettere a rischio i personaggi. Parliamo della continua ansiogena e prevedibile attesa – simile a quella che abbiamo proprio nei videogame – che permette allo spettatore di scoprire i vari risvolti narrativi e alimentare la sua curiosità puntata dopo puntata.
L’interesse che può generare The Last of Us non è dato soltanto dalla narrazione in sè, ma anche dalla musica che fa la sua parte generando suggestioni e andando ad enfatizzare flashback e cliffhanger senza risultare troppo invasiva. Con delle note dal vago sapore country, il viaggio di Ellie e Joel si completa con una colonna sonora essenziale, che spazia dalla scelta di brani anni Ottanta misti a brevi brani strumentali, che non fanno altro che disseminare quella buona dose di suspense e accrescere l’effetto di caos e vuoto degli ambienti.
Questi ultimi ritraggono un’atmosfera apocalittica in cui intere città appaiono distrutte e lacerate dalla natura selvaggia, che dopo vent’anni, ha inglobato interi spazi urbani e suburbani. The Last of Us riesce a mostrarci un’ampia varietà di ambientazioni, siano esse montuose o metropolitane, che incorniciano perfettamente i dialoghi e che fanno da teatro a delle caotiche scene d’azione.
The Last of Us è una serie in cui gli interpreti riescono con naturalezza a dare voce all’interiorità dei personaggi. Non si tratta solo di lotta per la sopravvivenza, ma di conflitti personali vissuti ed elaborati ad ogni tappa del viaggio. Joel ed Ellie fanno spesso i conti col loro passato. In particolare, Joel rivive spesso la traumatica esperienza della morte di sua figlia e parla del bisogno di ricongiungersi con suo fratello, mentre Ellie cerca di comprendere la civiltà che non ha mai conosciuto e prova dolore per la morte della sua migliore amica Riley.
In The Last of Us si innesca un legame emotivo tra i due protagonisti che tentano di combattere anche contro il loro senso di solitudine. Ciò che maggiormente li lega sono le vicende più dure e pericolose, ed è proprio la sofferenza vissuta che alimenta la volontà di Ellie e Joel a proseguire la loro avventura desolante.
Uno dei punti di forza di The Last of Us è proprio la capacità di aver riadattato la trama di un videogame ad una serie tv, ma soprattutto di aver dato spessore ai personaggi riuscendo a coniugare la parte action a quella più umana ed emotiva, senza risultare noiosa e ripetitiva. Alla luce di questa prima riuscita stagione è facile farsi prendere dalla curiosità per ciò che attenderà Ellie e Joel.
[…] da HBO e distribuita in Italia da Sky, The Last of Us è disponibile anche su NowTV e arriverà con una seconda e attesissima stagione nel novembre […]