Il Diavolo di Gian Luigi Polidoro, premiato con l’Orso d’oro al Festival di Berlino, è una storia di contrasti sulla disfatta di un italiano in Svezia, col celebre volto di Alberto Sordi.
Le ragazze non ti chiederanno chi sei, quanti anni hai, se hai moglie o figli, non ti faranno sciocche domande. Una di loro ti prenderà per mano, ti porterà nella sua stanza, accenderà due candeline, ti guarderà negli occhi in silenzio. E in quello sguardo profondo e misterioso, comprenderai che, prima di allora, non eri mai stato un uomo felice
Uscito nel 1963, Il Diavolo è la storia in bianco e nero di un italiano in trasferta, di un uomo che cambia paese ma non modo di essere, e proprio per questo rimane a bocca asciutta.
L’idea del film è dello stesso Alberto Sordi che voleva raccontare la storia di un italiano in Svezia partito con l’idea di sedurre le famose e disinibite donne nordiche, mito tutto nostrano, e invece se ne torna a casa sconsolato, senza aver “battuto chiodo”.

Dalla sceneggiatura di Rodolfo Sonego, Amedeo Ferretti è un uomo in viaggio per affari, è un abile commerciante di pellami che non parla una parola di svedese, è un marito con tanto di fede al dito, ma in questo viaggio è solo e ci tiene a sottolinearlo di continuo, con un tono tra il comico e il patetico. Vorrebbe un’avventura, un assaggio di quel mondo femminile decantato e sognato che a casa sua sembrava impossibile ma qui potrebbe realizzarsi.
Quella con cui si scontra Amedeo, però, è una realtà differente, un modo di fare e di essere così diverso da quello italiano che lui non riesce a comprendere, che apprezza parecchio ma non capisce per nulla. Non capisce la libertà che il matrimonio concede a quegli stranieri, in totale contrasto con la gelosia tutta italiana che lui si porta dietro, non capisce quel modo di vivere aperto che lo coglie di sorpresa e lo trae in inganno ogni volta.

Per il piccolo provinciale italiano Amedeo tutto è nuovo, non solo le donne e i rapporti ma tutta quella vita in cui lui sembra un alieno goffo e spaesato, quello che dopo la classica sauna e corsa nella neve sviene, tanto per lo shock termico quanto per quello culturale. La pellicola, principalmente girata a Stoccolma, grazie alla fotografia di Aldo Tonti si riempie di splendidi paesaggi gelidi e innevati, con l’elemento naturale che funge da altro contrasto tra paese di partenza e quello d’arrivo.
La differenza è quindi dentro e fuori, tra uomini e natura, tra modo di vivere e di pensare. Insomma, partito con la valigia piena di speranze, su quelle biondissime donne lontane, Alberto Sordi se ne torna a casa solo, ma comunque più consapevole di quando era partito.
Se le guarderai, ti sorrideranno. Se le prenderai per mano ti seguiranno. Se le amerai, ti saranno grate. Ma non saranno mai tue, perché loro sono angeli e tu…il diavolo.