Dopo un assaggio di commedia funeraria offerto nel 1971 da Hal Ashby con l’eccentrico Harold e Maude (dove il giovane protagonista ama inscenare i suoi ripetuti suicidi), negli anni ’80 il gusto del macabro invade a tutto campo il cinema Usa e contagia filoni di successo.Il più frequentato è quello degli zombi al cui interno spiccano opere come Morti e sepolti di Gary Sherman, bizzarra e sarcastica vicenda ambientata in un villaggio popolato di resuscitati criminali, Re-animator di Stuart Gordon, vera orgia di corpi smembrati e ricuciti con punte di puro delirio nasty, Il ritorno dei morti viventi di Dan O’Bannion, con lo strip al cimitero della conturbante Linnea Quigley, e Zombi di Romero, con i morti viventi inguaribili consumisti che invadono un centro commerciale. Seguono quello dell’horror-fantasy nel cui ambito restano memorabili La casa 2 e L’armata delle tenebre entrambi di Sam Raimi ,il primo per lo stile da cartoon applicato al genere e il secondo per la sequenza surreale della carica finale degli scheletri a cavallo e, infine, il filone della ghost story che subisce il contagio in Beetlejuice di Tim Burton con le sue mille trovate da slapstick macabro .Dal gusto del macabro non resta immune neppure la produzione indipendente di genere trash, come si vede nel film girato da Jim Muro nel 1987 Horror in Bovery Street dove c’è la schifosa scena cult dell’uomo seduto sul water che beve il liquore Viper e si liquefa dall’interno finendo dentro la tazza.
Sul finire del decennio nasce anche il “macabro per famiglie” con titoli quali il Portmanteau tratto dai fumetti EC Comics I racconti della cripta introdotti dal mitico Zio Tibia per la regia del trio Hill-Zemeckis-Donner e La famiglia Addams diretto con brio funerario da Barry Sonnenfield, finchè a inizio anni ’90 il gusto per il macabro investe anche il cinema d’animazione in stop-motion con la poetica fiaba gotica firmata da Henry Selick Tim Burton’s Nightmare before Christmas. Di contaminazione in contaminazione negli anni 2000 il mood macabro continua ad espandersi finchè con tripla capriola intertestuale riesce a fondere horror, erotismo e assurdo nel divertente zombie-sexy Zombie strippers girato da Jay Lee nel 2008 (con la bizzarra scena della lotta tra due lapdancers zombizzate in cui una spara contro l’altra palle da tennis dalla sua vagina) al quale segue nel 2012 il nerissimo La ballata dell’amore e dell’odio dove il recidivo regista spagnolo Alex de la Iglesia serve in salsa macabra passione ,vendetta e sangue in ambiente circense.
Angelo Moscariello