Un gruppetto di anziani cerca di salvare la casa di cura che li ospita, evitando che venga venduta ad una società estera. È questa la premessa che da vita a Vecchie Canaglie, primo film scritto e diretto da Chiara Sani e prodotto con l’ausilio del Ministero della Cultura e di Emilia Romagna Film Commission.
Distribuito da Orange Film, Vecchie Canaglie è previsto in sala dal 5 maggio.

Alla morte del proprietario, Villa Matura viene ereditata dalla “Contessa” (Chiara Sani) che, attaccata solo al denaro, vuole vendere l’immobile.
Così affida al primario Prof. Palazzo (Andrea Roncato) il compito di sgomberare la struttura in cui risiede un piccolo gruppo di anziani.
Gli arzilli vecchietti col tempo hanno stretto un forte legame tra loro e con la villa che li ospita perciò, non contenti della situazione, si organizzano per salvare la loro casa. Walter (Lino Banfi), il leader degli ottuagenari, chiede aiuto a suo figlio Renny (Claudio “Greg” Gregori) per elaborare il piano che farà tornare la tranquillità.

…Il tema degli anziani mi ha sempre colpito e intenerito, trovo che sia importantissimo proteggere e tutelare gli anziani, perché fanno parte della nostra vita ... Volevo raccontare una storia in chiave ironica, anche un po’ folle che prendesse spunto da Monty Phyton

Chiara Sani

Vecchie Canaglie è tendenzialmente un film che gioca sulla comicità tentando di affrontare il problema della solitudine e della rivalsa durante l’anzianità.
Nella cornice di un tema che pone comunque spunti di riflessione, in Vecchie Canaglie manca una trama ben articolata che si sviluppi in maniera più fitta e quindi con maggiori momenti per approfondire i personaggi.

Una sceneggiatura semplice con dialoghi scorrevoli, resi però brillanti soltanto dalle vitali interpretazioni degli anziani attori.
Lino Banfi è sicuramente il volto di richiamo del film (assente dal set da Quo Vado? del 2016) e non tradisce l’aspettative. Nonostante il repertorio sia lo stesso da diversi decenni, grazie all’ironia e alla tenerezza degli anziani, funziona ancora tanto da rappresentare il filo conduttore di tutto il film. Il resto del cast dà interpretazioni spontanee con rari (nelle produzioni italiane) tratti di una realtà amara.

Vecchie canaglie stimola lo spettatore con l’abusata, ma sempre attuale, tematica degli ultimi e svantaggiati che combattono per i loro diritti; questi underdog poi hanno anche il “favore” di un’età avanzata e dei volti ai quali ormai siamo affezionati, se tanto basta a tifare per i buoni, c’è anche un cagnolino.