Il festival internazionale dell’animazione Cartoon on the Bay 2023 ha premiato la carriera del regista israeliano Ari Folman: la rassegna, a cura di Rai Com e diretta da Roberto Genovesi, si è tenuta a Pescara dal 31 maggio al 4 giugno 2023 e ha coinvolto diversi player italiani e internazionali per dialogare sui linguaggi, temi ed obiettivi del mondo dell’animazione.

Nella giornata del primo giugno, Ari Folman è stato intervistato durante il panel a lui dedicato, moderato dal giornalista Oscar Colusich e da Ariela Piattelli di Shalom (Comunità ebraica di Roma), nel quale ha risposto a diverse domande fatte da degli studenti collegati in diretta e dal pubblico presente in sala

I miei film non sono mai pianificati, sono arrivati

sono le parole emblematiche pronunciate da Folman durante l’incontro, sottolineando così come le sue storie siano spesso frutto di ciò che lo ha colpito e che col tempo ha elaborato, senza premeditare troppo su un particolare tema.

Il Pulcinella Award di Cartoon on the Bay alla carriera ad Ari Folman

Ma perché Ari Folman ha ricevuto il Pulcinella Award?
Il senso della memoria storica e la complessità del racconto sono gli elementi cardine del suo modus operandi, poiché quest’ultimo si intreccia con la stessa vita personale del regista.
Le parole pronunciate durante il panel da Ariela Piattelli riportano proprio a questo dialogo tra lo stesso Folman e il mondo inserito in un particolare periodo storico:

Ari Folman rappresenta la generazione di registi e autori israeliani che concentrano la loro opera nella continuità tra passato e presente.

Non a caso, Ari Folman è nato nel 1962 a Haifa da una famiglia di ebrei polacchi sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz durante l’Olocausto, per questo e per aver prestato servizio nell’esercito israeliano durante guerra in Libano  ha toccato da vicino situazioni di emergenza, come lui stesso ha espresso al Cartoon on the Bay.

Le parole di Ari Folman al Cartoon on the Bay 2023

Avendo avuto a che fare con la guerra come soldato posso dire che non ha niente a che fare con la realtà, sembra quasi un sogno, anzi un incubo. In poco tempo, quando si vivono quelle situazioni, la verità scompare molto rapidamente, ne viene fuori una diversa […].
Per tentare di raccontare tutto questo non penso che ci sia un altro modo se non l’animazione, perché concede di parlare della subcoscienza in modo non artificiale, serve per creare compassione per quello che è successo e per cercare l’attenzione del mondo.

Un esempio di questo approccio post traumatico all’arte cinematografica è uno dei suoi primi film intitolato Comfortably Numb (1991), che documenta i tentativi per cercare un riparo degli amici di Ari, colti da attacchi di ansia, durante la prima guerra del Golfo, quando i missili iracheni cadevano tutt’attorno a Tel Aviv. Il risultato è comico e assurdo e il film ha vinto il premio dell’Israeli Academy come miglior documentario. 

All’animazione, invece, ci è arrivato nel 2004, con con la serie The Material that Love Is Made of (2004), in cui ciascun episodio si apre con un documentario animato che dura cinque minuti e che mostra scienziati che presentano le loro teorie sull’evoluzione dell’amore.

In particolare, secondo la giuria del Cartoon on the Bay, l’artista si è sempre distinto per l’utilizzo dell’animazione in senso quasi terapeutico, cercando di esorcizzare lo strazio della guerra senza abbellirlo, ma al tempo stesso rendendolo facilmente digesto, poiché l’animazione ha un forte potere formativo e inserisce lo spettatore nella storia in maniera immersiva, senza essere necessariamente troppo cruda da visionare.

Dopo la precedente introduzione, è doveroso parlare anche brevemente dei lungometraggi di Ari Folman che lo hanno reso nome importante del mondo dell’animazione: stiamo parlando, in ordine cronologico, di Valzer con Bashir (2008), The Congress (2013), Anna Frank e il diario segreto (2021).

L’animazione di Ari Folman: un viaggio nella memoria con Valzer con Bashir 

Valzer con Bashir è un documentario d’animazione del 2008 scritto e diretto da Ari Folman che racconta l’ esperienza da soldato del regista nei campi di concentramento durante la guerra del Libano degli anni ’80, comprendendo anche il massacro di Sabra e Shatila del 1982.

Presentato in concorso al 61º Festival di Cannes, nominato agli Oscar, risultato vincitore del miglior film straniero ai Golden Globe 2009 e, infine, inserito dal The Guardian al primo posto nella classifica dei migliori film d’animazione della storia del cinema, Valzer con Bashir è un film estremamente poetico per essere un documentario.

Il titolo si riferisce proprio al “valzer”, al movimento elegante di un soldato che apre il fuoco con un mitra sotto un poster di Bashir Gemayel, il politico libanese assassinato nel 1982: proprio questo ossimoro è quel ricordo surreale di cui ha parlato il regista al festival pescarese, che processa il trauma della guerra come un brutto sogno, in questo caso il suo personale incubo.

Il lungometraggio è interessante non solo perché fortemente autobiografico, ma anche perché viene tuttora utilizzato nelle sedute di terapia per i soldati per il disturbo da stress post-traumatico, poiché utile per relazionarsi col passato dei personaggi e indagare i loro stessi dolori personali.

L’animazione di Ari Folman: il consumo dei corpi in The Congress 

Nel 2013 Ari Folman dirige The Congress, un viaggio in un futuro (forse) non troppo lontano di un’attrice cui carriera si è bruscamente conclusa da quando la sua immagine è stata campionata e riutilizzata all’infinito, dopo averne venduto i diritti. Uno scambio economicamente vantaggioso per l’attrice e che consacra all’eternità il suo aspetto giovane.

La particolarità di questo film è che intreccia il live action con l’animazione, oltre al fatto che l’attrice Robin Wright ha deciso di interpretare se stessa, ponendosi in un discorso spinoso e doloroso per chi fa della recitazione il suo mestiere.

Lo spettatore si trova così in un mondo trasformato, dove i divi di una volta sono diventati cartoni animati, dove tutti possono essere tutto quello che vogliono: questo è un film che attraverso Robin Wright e gli altri personaggi secondari mette lo spettatore nella posizione di riflettere del proprio consumo dei corpi e dell’abuso dei protagonisti del settore solo ed esclusivamente per puro piacere o per ritorno economico. Un film che fa pensare quanto siano (in)violabili i diritti del sé.

L’animazione di Ari Folman: Anna Frank e il diario segreto premiato al Cartoon on the Bay

La giuria dedicata ai lungometraggi, composta da Pedro Armocida (diretto), Flavio Natalia (direttore di Ciak Magazine) e Max Giovagnoli (Direttore artistico di Heroes International Film Festival) ha premiato il film con tale motivazione.

Le parole della giuria di Cartoon on the Bay

Per la capacità di usare il medium dell’animazione come prezioso mezzo di divulgazione storica.

Il film, uscito nel 2021, è il risultato di molti anni di lavoro e indagine con il sostegno della Fondazione Anne Frank che ha concesso ad Ari Folman l’accesso al diario di Anne e ai loro archivi, ed è un nuovo modo di capire la storia di Anne Frank attraverso gli occhi moderni di Kitty.

Cabiria Magazine ha già dedicato una recensione a questo lavoro di animazione pluripremiato che parla a diverse generazioni.

Il mondo animato di Ari Folman tra psicologia, storia e formazione

Folman, attraverso i suoi personaggi, le loro relazioni e dialoghi, riesce a dare spazio di indagine allo spettatore stesso, in una concezione quasi lacaniana dove lo spettatore si riflette in uno specchio per identificarsi e scoprire altro da sé e su di sé.

La tecnica d’animazione, invece, viene adattata ad ogni singola storia e alle emozioni che si vogliono suscitare, per cui sarebbe interessante poter tracciare in futuro un percorso stilistico che si esprima attraverso la grafica utilizzata da Ari Folman.

E, a proposito, al Cartoon on the Bay il regista ha anche annunciato nuovi progetti futuri, tra i quali un lungometraggio animato sul divorzio dal punto di vista dei bambini e di un live action su un libro dello scrittore ucraino Andrej Kurkov.