Forte della sua grandiosa carriera di 40 anni a Hollywood, la fiamma della creatività in Ridley Scott è ben lontana dallo spegnersi.
Regista esemplare, ha da sempre vissuto un viaggio artistico tumultuoso, oscillando tra la realizzazione di film incredibili e fallimenti sciatti e criticati. Nonostante ciò, l’eredità che ha lasciato (e che continua a lasciare) nella cinematografia ha un peso specifico elevato, soprattutto in campo fantascientifico.
Cresciuto in ambiente militare, i suoi film esplorano a fondo la dimensione della mortalità e della morte, e il dolore che ne scaturisce.
I duellanti (film in costume del 1977) è stata la pellicola che ha segnato il debutto di Scott a Hollywood, due anni prima che dirigesse il suo primo capolavoro, Alien (1979).
Con diversi classici magistralmente realizzati, che hanno superato la prova del tempo, Ridley Scott rimane uno dei registi sci-fi più influenti del genere, capace di rimodellarlo a suo piacimento.
In vista dei suoi due nuovi progetti, vale a dire House of Gucci e The Last Duel, rivediamo assieme le dieci migliori pellicole della filmografia di Ridley Scott.
Prometheus (2012)

Dopo aver trovato indizi sulle origini dell’umanità, una squadra di esploratori ambiziosi provenienti dalla Terra si avventurano nell’ignoto, guidati dagli archeologi Elizabeth Shaw e Charlie Holloway. Tuttavia, tra i due vi sono papabili attriti riguardanti le aspettative alla base della missione. Se il primo spera di trovare benevole creature simili a Dio, il secondo punta invece a sfatare i miti spirituali. A loro insaputa, un viaggio pregno d’incubi li attende lungo il cammino. Con un comparto visivo mozzafiato, Prometheus è un ottimo semi-prequel di Alien. L’androide David 8, interpretato da Michael Fassbender, è una presenza di per sé fenomenale sullo schermo. Un abile mix di stupore e imponenza, merita sicuramente la visione.
American Gangster (2007)

Russell Crowe e Denzel Washington, qui nei loro primi ruoli da protagonista, offrono performance fenomenali, cementando la loro eredità attoriale nel cinema contemporaneo. In American Gangster, Scott prende molto in prestito da film come Scarface, Il Padrino, Goodfellas e altri, riproponendo l’estetica criminale del gangster-movie. La coinvolgente narrazione è completa di dinamiche frenetiche sullo schermo, arricchita dalle interpretazioni di due degli attori di maggior successo di sempre. Basato su una storia vera, il film ruota attorno a Frank Lucas, criminale fondatore di un prospero business d’importazione di eroina nell’Harlem. Determinato ad accrescere il suo potere, si assicura una posizione ben salda formando alleati nella mafia di New York. La trama s’incentra parallelamente anche sul poliziotto Richie Roberts, ostracizzato per la sua onestà. A capo della task force narcotici congiunta con il governo federale, è determinato a distruggere il signore della droga.
Matchstick Men (2003)

In questa black-comedy, Roy Waller è un truffatore depresso affetto da disturbo ossessivo-compulsivo. Mentre lui e il suo partner Frank sono occupati nel progettare una potenziale truffa, la vita di Roy viene stravolta dall’arrivo di Angela, sua figlia, che vorra ben presto imparare il loro stesso mestiere. La sperimentazione di Ridley Scott con luci e ombre accentua in modo efficace in questo film la mente frenetica del protagonista. Il rapporto tra Roy e Angela, che avrebbe potuto essere freddo e distante, è invece caldo e profondo, riuscendo così ad aggiungere quella nota di simpatia alla storia. Il protagonista ossessivo-compulsivo sembra quasi avere qualche punto in comune con lo stesso Scott, noto per la cura maniacale dei dettagli. Dotato di furbo, pungente senso dell’umorismo ed emotivamente soddisfacente, Matchstick Men vale sicuramente il prezzo del biglietto.
The Martian (2015)

Dopo una violenta tempesta, l’equipaggio della missione NASA Ares 3 è costretto ad abbandonare la base e ripartire verso la Terra, ma l’astronauta Mark Watney viene colpito da alcuni detriti, rimanendo separato dalla squadra. In assenza di segni di vita, viene dato per morto ed abbandonato sul pianeta. Contrariamente a quanto si pensi, Whatney è vivo, ma si trova obbligato a combattere per la sua sopravvivenza in un ambiente ostile, vivendo di scarse scorte di cibo e usando il suo ingegno e il suo spirito d’adattamento. Non appena riesce a mettersi in contatto con i suoi colleghi, la NASA si mette all’opera per portarlo in salvo. Mentre il mondo intero si riunisce con coraggio per vedere le gesta di Mark Whatney, il pubblico ha la possibilità di godere di una delle migliori performance su schermo di Matt Damon. L’idea di un pianeta straniero non viene più di tanto romanzata, lasciando spazio a razionalità e realismo. Vi sono tematiche ambientali sullo sfondo, accompagnate da una trama che c’insegna quanto sia cruciale imparare a vivere in sinergia con l’ambiente circostante.
I Duellanti (1977)

Ambientato in era napoleonica, il tenente Feraud, dalla testa calda ed irrazionale, sfida il tenente d’Hubert, uomo mite e composto, in un duello che segnerà l’inizio di una lunga inimicizia. Continuando a duellare tra di loro più e più volte per preservare la loro dignità, questi inutili disaccordi si protrarranno per anni. I Duellanti rappresenta il debutto sensazionale di Scott, più volte paragonato a Barry Lyndon di Kubrick per via della tematica duellistica e per l’estetica sublime. È dinamico, affascinante, con questo suo immaginario sfarzoso dell’era napoleonica. La fedeltà nei dettagli è stupefacente, e a Scott è stato riconosciuto il merito di aver ricreato con fedeltà massima quell’epoca storica su schermo. Con alcuni dei migliori combattimenti di spade nella storia del cinema, il film ha una bellezza quasi pittorica, con una narrativa incalzante che lascia senza fiato.
Il Gladiatore (2000)

Massimo Decimo Meridio è un potente e benevolo generale romano, avente una ricca schiera d’estimatori, tra cui l’imperatore Marco Aurelio. Quando l’imperatore sceglie Massimo per salire al trono, al posto di suo figlio naturale Commodo, consumato dalla gelosia quest’ultimo uccide prima suo padre, poi la famiglia di Massimo. L’esistenza del generale si riduce così a quella di un gladiatore comune. Combatte in quei giochi mortali, assetato di vendetta, e la successiva popolarità ottenuta nell’arena rappresenta una grande minaccia alla stabilità del trono. Uno sguardo espansivo ai circoli di combattimento romani ritrae l’orrore e la claustrofobia alla base dell’impero. La morte incombe grande e pervade lo schermo, mentre il sangue scorre a fiotti. La “sensibilità bruta” di Russell Crowe, nei panni di Massimo, aggiunge un fascino grezzo al suo personaggio cupo, bramoso di giustizia. Le agghiaccianti sequenze di battaglia, così come l’indimenticabile colonna sonora, cementificano la posizione de Il Gladiatore tra i migliori film di sempre.
Black Hawk Down (2001)

Basato sull’omonimo libro di Mark Bowden, si concentra sul raid militare statunitense a Mogadiscio nel 1993. Un gruppo scelto di Ranger americani e soldati della Delta Force viene inviato in Somalia per una difficile missione, la Restore Hope, che ha come obiettivo la cattura di un violento signore della guerra, responsabile di aver fatto morire di fame centinaia di migliaia di Somali. La missione volge rapidamente al peggio e i soldati si ritrovano accerchiati dai nemici e costretti a lottare per la propria vita. Ritratto viscerale ed emozionante della guerra, la superba abilità tecnica di Scott eleva la trama e si concentra sullo sforzo collettivo verso la sopravvivenza. L’uso della shaky cam aggiunge tensione all’atmosfera, mentre lo spettatore viene ancor di più immerso nell’orrore che i soldati guardano con i loro occhi. Un ritratto crudo e spietato di una delle pagine più violente della storia recente.
Thelma & Louise (1991)

Louise è una cameriera indipendente e va spesso a pescare con la sua amica, la dolce casalinga Thelma. Tuttavia, la loro relazione prende una piega sinistra quando Louise spara e uccide un uomo che tenta di violentare Thelma. Le due donne, vittime delle proprie vite, decidono così di partire per una vacanza che si trasformerà nella più grande e tragica avventura della loro esistenza. Thelma & Louise è una storia di amicizia nata tra due figure femminili di grande spessore caratteriale, in un contesto nazionale sciovinista. Un punto di riferimento del filone femminista, pone in antitesi la dolce relazione tra le due protagoniste alle gesta deplorevoli che son costrette a commettere. Il tragico finale è iconico, divertente e straziante allo stesso tempo con un pizzico di azione violenta.
Alien (1979)

Nello spazio profondo, l’equipaggio a bordo della nave spaziale Nostromo riceve una chiamata di soccorso da una navicella aliena. Mentre indagano sulla misteriosa trasmissione, incontrano una colonia alveare di uova aliene; quando una di queste si schiude, un organismo fuoriesce furioso, attaccando un membro dell’equipaggio e mandandolo in coma. Presto gli altri membri si rendono conto che la loro astronave è stata invasa da alcuni pericolosi organismi, contro i quali dovranno combattere. Rivoluzionario ed intenso, Alien era molto più avanti del suo tempo, sotto svariati punti di vista. Scott in questo film crea una macchina dell’orrore fantascientifico perfetta. In quest’atmosfera di terrore puro, si ha quasi più paura di morire che della creatura in sé per sé. Nonostante tre sequel e un prequel, il classico del 1979 si distingue nettamente dal resto. Un cult senza tempo, come l’angoscia provata lungo la visione.
Blade Runner (1982)

Considerato tutt’oggi uno tra i migliori film di tutti i tempi, Blade Runner è un perfetto esempio di film neo-noir. Moralmente complesso nella sua maestosità, si dimostra anticonvenzionale nella scelta di un protagonista impegnato in una missione che pecca in quanto ad eroismo, di un cattivo dalle sembianze di un messia determinato a proteggere i suoi simili, immersi in una terra desolata con poliziotti razzisti e scontri etnici. Tutti i personaggi sono afflitti da crisi esistenziali, il loro terrore e la paura di essere dimenticati dopo la morte li unisce. Secondo Scott, nella metropoli del futuro la gente vive un conflitto interiore tra empatia e dovere, che vengono viste come linee parallele. Harrison Ford è una presenza imponente, qui nella sua migliore interpretazione. L’approccio postmodernista di Scott al distopico e al cyberpunk è diventato modello da cui prendere spunto. Lo stesso regista ha definito il film come “estremamente oscuro, sia in senso metaforico che letterale, con una leggera nota masochista”. Cercando di esaminare l’umanità, Ridley Scott realizza un capolavoro inarrivabile, che verrà ammirato per generazioni.
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